L’appello degli scienziati a Conte: per la ricerca servono 15 miliardi in 5 anni
Alcuni nomi di primo piano del mondo della ricerca, dalle università al Cnr, sono i firmatari della lettera, indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in cui ribadiscono come l’adeguamento degli stanziamenti per la ricerca scientifica agli standard dei Paesi avanzati, a valere sul Recovery Fund, sia un passaggio cruciale per la ripartenza del Paese. In particolare, nell’appello si legge che l’aumento degli investimenti dovrebbe realizzarsi lungo tre linee critiche: finanziamento di bandi competitivi per progetti di ricerca; mappatura, potenziamento e apertura sistematica ai ricercatori di tutto il Paese delle grandi infrastrutture di ricerca; incremento e valorizzazione del capitale umano secondo un piano strategico di concorsi.
La lettera è stata pubblicata sul “Corriere della Sera”: a sottoscriverla – oltre al presidente Inguscio – altri rappresentanti dell’Ente e studiosi dal mondo accademico e della ricerca, in particolare: Ugo Amaldi (fisico, presidente emerito Fondazione Tera), Angela Bracco (fisica Università dl Milano, presidente della Sif), Cinzia Caporale (Etica e integrità nella ricerca Cnr), Luisa Cifarelli (fisica, Università di Bologna), Daniela Corda (biologa, Cnr), Paolo De Bernardis (astrofisico, Sapienza Università di Roma), Massimo Livi-Bacci (demografo, Accademia dei Lincei), Luciano Maiani (fisico, Sapienza Università di Roma), Alberto Mantovani (immunologo, Humanitas University Milano), Giorgio Parisi (fisico, presidente Accademia dei Lincei), Alberto Quadrio-Curzio (economista, presidente emerito Accademia dei Lincei), Angela Santoni (immunologa, Sapienza Università di Roma), Lucia Votano (fisica, Laboratori di Frascati dell’Infn).
com.unica, 2 ottobre 2020