Un racconto per immagini ed emozioni che illustrano la vita della giornalista e scrittrice abruzzese Patrizia Angelozzi

“Una bella fotografia racconta una storia, rivela un luogo, un evento, uno stato d’animo, è più potente di pagine e pagine scritte”. Questo il pensiero di Isabel Allende, sulle foto che raccontano. E questo ho pensato vedendo su Facebook alcune foto pubblicate dall’amica scrittrice Patrizia Angelozzi (foto 2-3), abruzzese di Vasto, donna di grande cultura, sensibile ed altruista, impegnata nella comunicazione sociale e nell’ editoria, oltre ad essere docente di scrittura creativa e autobiografica. Foto che si guardano con ammirazione e si leggono con attenzione. Come l’immagine di gioia di Patrizia e Francesco (foto 4) con il braccio e il dito protesi in avanti, verso il futuro, che ottimisti affrontano le nuove sfide sociali e culturali.

Disabilità, fiducia, amore, calore della famiglia ed efficace impegno sociale. Il cuore oltre ogni ostacolo. Il bravo fotografo Costanzo D’Angelo in questo scatto riassume tutto questo. E Patrizia ci racconta la bella storia di una famiglia bellissima. “Francesco Muratori l’ho conosciuto che era un bambino. Un bambino down con i tratti autistici. È nato all’interno di una famiglia bellissima che ha sempre creduto in lui, nelle sue possibilità. Grazie a questo e al suo impegno, Francesco ha fatto moltissimi sport e studiato fino al diploma per proseguire con l’università che attualmente frequenta con grandissimi risultati. Grazie alla comunicazione facilitata, i suoi esami a risposta multipla sono sempre un successo. La famiglia è un lavoro di squadra nel quale bisogna credere, non arrendersi mai e soprattutto amarsi”.

Mi sono soffermato su alcune foto fatte in anni anche tanto distanti, tra l’una e l’altra. Ma i messaggi che trasmettono sono sempre gli stessi. Ecco Patrizia in un ritratto giovanile (foto 5), evidenzia la bellezza, la dolcezza, la sensibilità e i sogni di una sedicenne. Ecco Patrizia in scatti recenti (foto 8). La stessa espressione del volto dell’ottimismo della ragazza di 16 anni che sognava e sapeva quello che voleva e oggi sa quello che vuole. “Sognavo fin da ragazza – ci confida – di potermi occupare di sociale e cultura nella convinzione che conoscere l’altro aiuta prima di tutto noi stessi a comprendere, capire”. Tanti di quei sogni li ha concretizzati e tanti progetti li sta realizzando, con la forza dell’intelligenza e con l’umiltà che contraddistingue le persone buone, che si impegnano effettivamente per il bene comune.

Scrive libri, collabora con quotidiani e siti di approfondimento per il sociale – leggiamo nella pagina ufficiale della “Angelozzi Comunicazione” -, in prima linea per disabilità, diritti umani, disagio giovanile, promozione e ideazione di progetti per l’abbattimento delle barriere architettoniche e mentali. “Indimenticabile”, definisce l’incontro con il Maestro Ezio Bosso, morto nel maggio scorso a 48 anni. Eccoli insieme, sorriso meraviglioso (foto 6). La foto è del 27 maggio 2016. “E’ un altro scatto del grande fotografo Costanzo D’Angelo”, tiene a sottolineare Patrizia. “Il Maestro Ezio Bosso davvero straordinario e anche molto bello, dentro e fuori”, ha poi scritto su Facebook.

E a giugno dello stesso anno, sempre su Facebook, Patrizia ha pubblicato un’altra foto di felicità fatta da Costanzo D’Angelo a Ezio Bosso (foto 7). Annota nel post: “È a dir poco strepitosa. Costanzo hai catturato la gioia”. Ricordando le parole del Maestro Bosso al Teatro Massimo di Pescara, in occasione del Concerto The 12th Room. “Stasera vorrei portarvi in giro per le “stanze”, sapete abbiamo una buffa abitudine, quella di dare per scontate le cose belle, le stanze sono ‘cose’ bellissime che abbiamo inventato perché ne abbiamo bisogno. Abbiamo creato la musica, la poesia e spazi infiniti delle nostre esistenze; hanno odori, luci, colori ed io le ho studiate e stasera vorrei condividerle con voi. Per entrare in una stanza parto da fuori”.

Oggi ho chiesto a Patrizia un pensiero sull’incontro con il grande musicista, pianista, direttore d’orchestra e compositore. “Un incontro indelebile, le sue parole riferite alle ‘stanze’ della vita come le ha definite lui, metafora di passaggi felici e dolorosi, insieme alla sua musica. È riuscito a restituire nuove prospettive in chi ha avuto la fortuna di conoscerlo”.

Apprezzata scrittrice, Patrizia Angelozzi. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Il Confine umano” (Ianieri Edizioni), con il patrocinio di Amnesty International Italia, che ha ottenuto il Premio nazionale “Borgo Albori Vietri sul Mare” di Letteratura sociale, finalista al Premio Carver e Premio Editoria Abruzzese per la saggistica. E poi “Senza virgola senza punto accapo”, con la prefazione di Walter Veltroni. Il ricavato è stato devoluto all’Anffas di Vasto, dove Patrizia ha promosso diverse iniziative. “Il valore di ognuno”, con la prefazione dell’Emerito Cardinale Ersilio Tonini, che ha ottenuto il riconoscimento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Inoltre ha pubblicato i volumi “Ti racconto una storia, favole in eredità” e “Il confine umano, storie vere di immigrazione”. Sottolinea Patrizia: “Sono legata ad ognuno di loro per tematiche diverse affrontate”. Annuncia: “Forse scriverò un altro libro, mi piacerebbe scrivere di dolori e rinascite”, lei così fortemente impegnata nel sociale (foto 11).

Fotografie e ricordi e lezioni. “L’apparecchio fotografico è una specie di professore: mi insegna a capire il mondo, a vedere come le cose si mettono insieme”, evidenzia il fotografo Arno Rafael Minkkinen. E sottolinea: “Mi insegna a ricordarmi del passato perché mi fa guardare indietro…”. E la foto di nonna Maria (foto 9), possiamo in effetti “leggerla” nel post che Patrizia ha pubblicato su Facebook in occasione della festa dei nonni. “Ricordo i capelli, grigi. Corti e in ordine, lei nel suo posto, diventato per noi quasi fiabesco – racconta la scrittrice abruzzese – dove tutto era calma e fermento. Il cibo aveva il senso delle cose preziose. Il fuoco acceso per tempo, sembrava riposare sul proprio calore, ‘rimestare il fuoco’, prepararlo per accogliere il pane da rendere croccante da gustare con l’olio verde di spremitura. La carne veniva girata più volte affinché diventasse buona e croccante. Le patate al coppo e le castagne. Vicina c’era la cenere, come doveva essere, quasi spenta. Negli inverni più rigidi insieme alle legna, qualche scorza di arancia profumava la stanza”.

Patrizia, una ragazzina molto dolce, sveglia e attenta (foto 10). “Tante lentiggini. Tanti sogni”, scrive su Facebook pubblicando questa foto. Ricordi preziosi dell’infanzia, che descrive con tanta incisività. Scrittura limpida, che è come rivedere le immagini ingiallite dal tempo. E il racconto diventa album fotografico. “Eravamo tutti intorno. A tavola, in cucina, in giardino. Come in una festa, bambini dalle risate stridule e allegre, intorno a lei. Osservava e non chiedeva, aspettava di ricevere una domanda o che le si chiedesse un parere. Aveva il profumo del sapone di marsiglia e di bucato fresco, del basilico e di rosmarino, di aglio e poi di fiori raccolti e sistemati nei vasi a colorare le stanze. Gli stessi fiori che portavamo a nonno insieme alle preghiere e ai baci mandati con la mano mentre diceva qualcosa che avrebbe compreso solo lui. I nonni… un po’ eroi e posto dove farsi cullare”. Meraviglioso ricordo. Le parole e le immagini della memoria d’altri tempi.

È importante raccontare “come eravamo”, le grandi lezioni che i nonni ci hanno consegnato con tanto amore, per trasmetterle ai giovani di oggi e a quelli di domani. Se non si conosce il passato non si vive bene il presente e senza memoria non c’è futuro.

Domenico Logozzo*, com.unica 15 ottobre 2020

*già Caporedattore centrale TGR Rai

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