ROMA – Il prezioso volume che sfoglio tra le mani è l’ultimo di una serie di volumi dedicati alle Ambasciate italiane nel mondo pubblicati dall’ illustrissimo Ambasciatore Gaetano Cortese. Ha per titolo “Il Palazzo dei Conti di Pombeiro. L’Ambasciata d’Italia a Lisbona” (Colombo Editore, Roma 2020) e intende valorizzare il patrimonio architettonico ed artistico della sede diplomatica italiana a Lisbona in occasione della ricorrenza del centosessantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra l’Italia ed il Portogallo.

Il libro, prezioso per i testi scritti che per l’iconografia, ma anche per la storia e i protocolli diplomatici e politici, è molto accurato e di grande interesse; segue la scia delle precedenti pubblicazioni dell’Ambasciatore Gaetano Cortese dedicate alle nostre più prestigiose rappresentanze diplomatiche, tese a promuovere e valorizzare il patrimonio architettonico ed artistico delle proprietà demaniali dello Stato italiano all’estero, vale a dire L’Ambasciata d’Italia a Bruxelles; L’Ambasciata d’Italia a L’Aja; Il Palazzo di Sophialaan; La Villa di InkognitogatenL’Ambasciata d’Italia a Oslo; Il Palazzo sul  Potomac – L’Ambasciata d’Italia a Washington (2011) – The Embassy of Italy in Washington (2012 e seconda edizione 2014); Il Palazzo Metternich nel bicentenario del Congresso di Vienna (2015); Il Palazzo Metternich nel 170 anniversario della sua costruzione (2017), Il Palazzo sul Tiergarten. L’Ambasciata d’Italia a Berlino (2017); Il Palazzo di Venezia a Istanbul. Residenza dell’Ambasciatore d’Italia (2018); Il Palazzo di Avenue Legrand. Residenza dell’Ambasciatore d’Italia presso Sua Maestà il Re dei Belgi (2019).

Il Palazzo dei Conti di Pombeiro, sede dell’Ambasciata d’Italia in Portogallo sin dal 1925, ha origini che risalgono a un gesto di liberalità regale. La Regina Catarina di Bragança, alla morte del marito Carlo II di Inghilterra, al suo rientro a Lisbona nel 1693, dopo 23 anni di matrimonio con Carlo II Stuart, decise di acquistare nel 1698 una proprietà in località Bemposta per edificarvi una propria dimora ove potesse vivere tranquillamente, confortata dalla sincera amicizia delle sue dame di compagnia, e particolarmente della diletta D. Luisa Ponce de Leão, Contessa de Pombeiro. Mentre la Regina poté insediarsi subito nella nuova residenza acquistata grazie al vecchio edificio del “Contador-mor” Luis Peirera de Barros, la Contessa de Pombeiro non riuscì a vedere il Palazzo che su quel terreno, soltanto il nipote, il terzo Conte de Pombeiro, D. Pedro Castelo Branco de Cunha Correia e Meneses signore di Belas (1679-1733) riuscì ad edificare tra la prima e la seconda decade del ‘700.

Come molti edifici della città, il Palazzo dei Conti Pombeiro, fu colpito duramente dal terremoto di Lisbona del 1755 e venne trasformato alla fine del secolo grazie al Dr. José Luís de Vasconcelos e Sousa, marchese di Castel Melhor, che aveva assunto il titolo di Conte di Pombeiro in virtù del matrimonio contratto con D. Maria Rita de Castelo Branco Correia e Cunha, dama di compagnia di D. Maria I, che era diventata l’erede del patrimonio di famiglia poiché non vi erano discendenti maschi. Il Palazzo deve la sua configurazione architettonica proprio a questa figura di rilievo della vita pubblica portoghese che visse tra la metà del XVIII secolo e gli inizi del XIX secolo, appassionato di arti.

Da quel momento l’edificio ha subito interventi architettonici limitati. Entrando dalla sobria facciata che dà sulla strada, accediamo ad un patio centrale attorno al quale si conforma l’edificio, e dietro il quale si estende un giardino dove sopravvive ancora la piccola cappella Eremita de Santa Maria Maddalena, la cui esistenza risale alla seconda metà del XVI secolo. Il giardino si estende per più di mezzo ettaro. La sede è impreziosita da tre grandi pannelli di azulejos. Il primo ciclo è dedicato al matrimonio di Catarina di Bragança ed al suo viaggio e arrivo in Inghilterra, un altro ciclo è dedicato a varie figure di nobili, mentre il terzo ciclo è dedicato al tema della festa e dei giochi di equitazione. Il Palazzo è stato adeguato, al suo interno alle esigenze funzionali dell’Ambasciata: la parte centrale e l’ala ovest del pianterreno sono riservate alle attività di rappresentanza diplomatica, la parte posteriore agli uffici dell’ambasciatore, mentre gli altri uffici sono stati spostati a zone più periferiche dell’edificio. Gli ambienti del piano superiore sono stati scelti ad accogliere l’appartamento dell’Ambasciatore. Gli ambienti dell’Ambasciata ospitano, tra le altre, mobilie provenienti da dalla Galleria Nazionale d’Arte Antica – Palazzo Barberini di Roma, Galleria Sabauda di Torino, Palazzo Pitti di Firenze, dal Castello di Racconigi di Cuneo e dal Palazzo Reale di Genova.

L’Ambasciatore Gaetano Cortese ad apertura del volume dice: “Rivolgiamo un ringraziamento del tutto particolare all’Ambasciatore d’Italia in Portogallo Uberto Vanni d’Archirafi per avere sostenuto l’iniziativa di una nuova pubblicazione sulla nostra prestigiosa Rappresentanza diplomatica a Lisbona, affidandone la realizzazione alla mia cura”. Il volume, preciso, interessante, documentaristico, valorizza la storia dell’Ambasciata del Portogallo tra passato e presente.

A seguire in apertura ecco la prefazione dell’Ambasciatore d’Italia in Portogallo Uberto Vanni d’Archirafi:

“Il progetto di racchiudere in un libro la storia del Palazzo dei Conti di Pombeiro, che ospita l’Italia a Lisbona dal 1925, fu concepito per la prima volta dall’Ambasciatore Michele Cosentino, al quale vanno i miei più vivi ringraziamenti. Di fatto, il volume pubblicato nel 2004 ha costituito un prezioso biglietto da visita non solo del Palazzo ma anche delle missioni diplomatiche che vi si sono succedute. Nel 2004 vivevano in Portogallo circa 2500 italiani. Oggi la nostra comunità è composta da oltre 15.000 connazionali, che interagiscono con il Paese ospitante nei più diversi ambiti, dalla scienza all’imprenditoria, dalla cultura alla società civile. Si rende quindi necessaria un’azione diplomatica multidisciplinare e capace di ascoltare le diverse voci dalla presenza italiana, promuovendone il dialogo e l’interazione con i settori più innovativi del Portogallo contemporaneo. Il Palazzo dei Conti di Pombeiro, del resto, si erge sul pilastro portante dell’amicizia: esso fu costruito agli albori del XVIII secolo su un terreno che la regina Catarina di Bragança (vedova del Re Carlo II d’Inghilterra) aveva offerto in dono alla Contessa di Pombeiro, Luisa Ponce de Leão, sua dama di compagnia favorita, come prova d’affetto e per la vicinanza con il palazzo della Regina, situato nella piazza adiacente.

Caratterizzate da amicizia e prossimità sono anche, da sempre, le relazioni diplomatiche tra Italia e Portogallo. Ne danno prova le reciproche visite di Stato: le più recenti sono la visita di Stato del Presidente Rebelo de Sousa in Italia nel novembre 2019 e la visita di Stato del Presidente Mattarella in Portogallo nel 2017. Si tratta di relazioni antichissime, come testimoniato dall’esistenza a Lisbona di una Chiesa degli Italiani fatta erigere nel XVI secolo dai mercanti, architetti e artisti nostrani che frequentavano la cosmopolita capitale portoghese del tempo. Testimoni di queste antichissime e solide relazioni sono anche i numerosi scienziati italiani che oggi operano nel moderno Portogallo, e che nel marzo 2019 hanno costituito la prima Associazione di Ricercatori e Scienziati italiani in Portogallo dedicata a Ipazia, scienziata greca nata nel IV secolo ad Alessandria d’Egitto.

Ambasciatori del nostro Paese in Portogallo e nel mondo sono anche le grandi imprese del Made in Italy, che trovano sempre spazio nel nostro Palazzo quando si tratta di promuovere l’eccellenza italiana nello scenario della magnifica sede che ci accoglie. La diplomazia economica, insieme a quella culturale e scientifica, è il motore che anima la vita dell’Ambasciata potenziandone le dinamiche sociali e politiche di una collaborazione bilaterale sempre più pregnante. Il Palazzo, pur con la necessaria cautela che la sua antichità richiede in termini di sorveglianza e di manutenzione, è sempre più aperto al dialogo con il mondo esterno, dal bellissimo quartiere che concretamente lo avvolge, al più generale contesto socio-culturale di un Portogallo europeo e atlantico, conscio del proprio passato glorioso ma sempre attento alle grandi istanze del presente capaci di proiettarlo in un futuro prospero e sostenibile”.

Il volume è un saggio che registra l’architettura, l’arte e la storia della diplomazia italiana in Portogallo, portato a compimento dall’Ambasciatore Gaetano Cortese con ricchezza di notizie e moltissime fotografie sulla residenza dell’ambasciatore italiano nella sede di Lisbona e sulle relazioni bilaterali tra l’Italia e il Portogallo.

Gaetano Cortese, entrato in carriera nel 1969, ha rappresentato l’Italia a Zagabria, Berna, L’Aja, Washington DC e Bruxelles. È autore di numerose pubblicazioni e, in particolare, curatore della collana dell’Editore Carlo Colombo che ha illustrato le sedi diplomatiche italiane di Washington DC, Berlino, Bruxelles, Istanbul, l’Aja, Oslo e Vienna. Recentemente ha presentato al Politecnico di Milano, nella sede dell’Accademia di Belle Arti di Brera-Brera Due, quale guest speaker al Convegno Internazionale, presieduto dal Prof. Carlo Franza (Ordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea e Critico e Opinionista de “Il Giornale”), dedicato al Master “L’Altra Fotografia. La Fotografia dei Beni Culturali”, una relazione su “La fotografia e il Patrimonio delle Rappresentanze diplomatiche italiane nel mondo”, focalizzata sulla fotografia d’arte dei beni demaniali italiani all’estero.

Francesco Franza*, pianetasalute/com.unica 4 novembre 2020

*Fonte: https://www.pianetasaluteonline.com/

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