Un quadro ancora preoccupante emerge dal bollettino di ieri: sono stati registrati 37.978 nuovi casi a fronte di 234.672 test processati. 636 persone sono decedute. Secondo i dati elaborati dalla Fondazione Gimbe, nella settimana 4-10 novembre, rispetto alla precedente, le vittime sono cresciute del 70% arrivando a sfiorare quota tremila (2.918 contro i 1.712 decessi dei sette giorni precedenti). Sono in aumento tutti gli indicatori sulla circolazione diffusa dell’epidemia nel Paese: il numero dei nuovi casi (235.634 contro 195.051), i tamponi (872.026 contro 817.717) e il rapporto positivi/casi testati che arriva al 27% (la scorsa settimana era al 23,9%). Crescono del 41% gli attualmente positivi (590.110 contro i 418.142 dei sette giorni precedenti). Si complica ulteriormente anche la situazione negli ospedali: aumentano i pazienti ricoverati con sintomi (28.633, il +35% in più della settimana precedente) e quelli terapia intensiva arrivati a quota 2.971 (+33%). “L’aumento degli attualmente positivi si riflette sul numero dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, con gli ospedali sempre più vicini alla saturazione, oltre che sul numero di decessi, che nell’ultima settimana hanno superato quota 2.900” spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.

Il ministro della Salute Speranza rivaluterà oggi le aree di rischio regionali. Nella giornata di oggi saranno elaborati i dati regionali e si arriverà a un nuovo report dell’Iss con la definizione aggiornata dei 21 indicatori sul livello di rischio che permetteranno al ministro della Salute Roberto Speranza di firmare una nuova ordinanza con altre chiusure. Tra le candidate alla zona rossa vi sono (secondo quanto anticipato da Repubblica) Puglia e Liguria, oggi sono in fascia arancione. Probabile un aumento delle restrizioni anche quelle regioni dove oggi l’indice Rt è superiore da tempo a 1,5. Tra queste ci sono Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-Romagna, che hanno già messo a punto ordinanze anti-Covid: non sarà possibile passeggiare nei centri storici e nelle aree affollate, nelle prime ore del giorno i negozi favoriranno l’accesso agli anziani e saranno chiusi la domenica. La Regione Lazio si appresta a varare un’ordinanza, allo scopo di prevenzione, che vede la chiusura nei giorni prefestivi e festivi di grandi strutture di 2500 mq, ovvero i maxi store, fatto salvo le rivendite di generi alimentari, le edicole, i tabaccai, le farmacie. 

Intanto il  ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, ha incontrato Regioni, Province e Comuni per discutere di come allentare la pressione sugli ospedali. Il ministro ha proposto di creare in ogni provincia un “Covid hotel”, strutture temporaneamente dedicate ai malati meno gravi. Il piano, che dovrebbe essere affidato al commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, prevede che gli indennizzi ai proprietari delle strutture alberghiere siano a carico dello Stato, mentre il personale dovrebbe essere ‘arruolato’ dalle Regioni. Alla riunione con gli enti locali hanno partecipato, tra gli altri, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, lo stesso Arcuri e il capo della protezione civile Angelo Borrelli.

com.unica, 13 novembre 2020

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