Cooperazione internazionale, dalla UE un nuovo strumento con una dotazione di 79,5 miliardi di euro
Accordo politico raggiunto oggi, 21 dicembre, dal Parlamento europeo e dagli Stati membri dell’UE in sede di Consiglio riguardo allo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI) per il prossimo quadro finanziario pluriennale (2021-2027). Soddisfatta la Commissione europea che, ora che i negoziati si sono conclusi e in attesa dell’approvazione finale dei testi giuridici da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, plaude al nuovo strumento che, con una dotazione complessiva di 79,5 miliardi di euro, finanzierà la cooperazione dell’UE con tutti i paesi terzi.
“L’accordo odierno invia ai nostri partner un segnale deciso sul ruolo di primo piano che l’Europa ricopre sulla scena internazionale e sulla nostra intenzione di continuare a essere un partner affidabile”, ha commentato l’Alto rappresentante e Vicepresidente Josep Borrell. “Il nuovo strumento segna un punto di svolta epocale per la nostra azione esterna. Ci consentirà di allineare meglio la cooperazione internazionale alle priorità politiche e strategiche dell’Unione e di essere più flessibili e reattivi di fronte a priorità e sfide nuove ed emergenti in un mondo in rapido cambiamento. Restiamo strenui sostenitori del multilateralismo e di priorità mondiali come la pace e la stabilità, la buona governance, il commercio e la crescita inclusiva e sostenibile, nell’interesse dell’UE e del resto del mondo”.
Anche la Commissaria per i Partenariati internazionali Jutta Urpilainen, che ha guidato i negoziati a nome della Commissione europea, si è detta “molto soddisfatta dell’accordo su quello che diventerà il principale strumento di cooperazione esterna dell’UE. In questo momento così difficile, segnato dalla pandemia di COVID-19, – ha osservato – l’Unione europea avrà i mezzi per dare impulso allo sviluppo sostenibile in tutto il mondo: lo farà perseguendo l’obiettivo della duplice transizione verde e digitale, promuovendo i diritti umani e la democrazia, investendo nello sviluppo umano – in particolare salute ed istruzione – e contribuendo all’eliminazione della povertà. Attraverso questo nuovo strumento finanziario, l’Unione sosterrà partenariati globali in stretta collaborazione con i paesi partner, gli Stati membri e le sue agenzie, ma anche con organizzazioni della società civile e altri portatori di interessi, sempre prestando la debita attenzione a questioni trasversali come la parità di genere e le esigenze dei giovani”.
Olivér Várhelyi, Commissario responsabile per la Politica di vicinato e l’allargamento, ha spiegato che “con questo strumento chiave per il finanziamento dell’azione esterna dell’UE potremo sostenere concretamente i paesi del vicinato orientale e meridionale impegnati ad affrontare le sfide del nostro tempo, a cominciare dalla costruzione di economie resilienti e da una ripresa economica che favorisca la crescita e l’occupazione. La connettività sarà un’altra delle grandi priorità di interesse reciproco nell’ambito dei partenariati rinnovati che stiamo instaurando con i nostri vicini”. La dotazione complessiva sarà, come detto, di 79,5 miliardi di euro a prezzi correnti, che serviranno a finanziare la cooperazione europea con tutti i paesi terzi.
LE RISORSE SARANNO COSÌ RIPARTITE
60,38 miliardi ai programmi geografici (almeno 19,32 miliardi per la regione del vicinato, almeno 29,18 miliardi per l’Africa subsahariana, 8,48 miliardi per l’Asia e il Pacifico e 3,39 miliardi per le Americhe e i Caraibi);
6,36 miliardi ai programmi tematici (democrazia e diritti umani; organizzazioni della società civile; pace, stabilità e prevenzione dei conflitti; sfide globali);
3,18 miliardi alle azioni di risposta rapida.
È inoltre prevista una riserva di 9,53 miliardi di euro senza destinazione specifica, che potrebbero integrare i programmi citati o il meccanismo di risposta rapida qualora si profilassero circostanze impreviste, nuove esigenze o sfide emergenti o fosse necessario promuovere nuove priorità. I paesi candidati e i potenziali candidati beneficeranno anche di uno strumento di assistenza dedicato (IPA III), sul quale ci si aspetta un accordo in tempi brevi al prossimo trilogo.
NDICI aiuterà in particolare i paesi più bisognosi a superare le sfide a lungo termine sul fronte dello sviluppo e contribuirà a realizzare gli impegni e gli obiettivi internazionali dell’Unione, nello specifico gli obiettivi di sviluppo sostenibile, l’Agenda 2030 e l’accordo di Parigi. Riunirà inoltre vari strumenti di finanziamento esterno contemplati dall’attuale bilancio dell’UE.
NDICI
Con NDICI cessa di esistere il Fondo europeo di sviluppo, che per decenni ha sostenuto la cooperazione dell’Unione con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico: essendo finanziato direttamente dagli Stati membri e non dal bilancio dell’UE, non era soggetto al controllo del Parlamento europeo. NDICI permetterà inoltre all’Unione di rafforzare il sostegno offerto agli investimenti sostenibili a livello mondiale nel quadro del Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile Plus (EFSD+), mobilitando capitali privati a integrazione delle sovvenzioni dirette per la cooperazione esterna. L’EFSD+ potrà contare su una garanzia per le azioni esterne del valore di 53,4 miliardi, che varrà anche per i Balcani occidentali.
L’accordo politico raggiunto questa settimana riguarda gli ultimi aspetti dei negoziati relativi a NDICI, che sono probabilmente anche i più delicati: nello specifico la dotazione indicativa per alcune regioni e aree tematiche, la migrazione, la governance del nuovo strumento e gli obiettivi di spesa per questioni come i cambiamenti climatici, obiettivi che saranno rivisti al rialzo portandoli al 30%. Nei prossimi giorni il testo normativo sarà modificato alla luce dell’accordo politico; in seguito le due istituzioni adotteranno formalmente l’atto che istituisce NDICI.
PROSSIME TAPPE
NDICI sarà adottato all’inizio del prossimo anno e troverà attuazione con l’approvazione, nel 2021, dei programmi pluriennali indicativi per il periodo 2021-2027 per ciascuna regione, paese partner e area tematica, che saranno elaborati dai servizi della Commissione e dal servizio europeo per l’azione esterna e orienteranno la successiva realizzazione degli interventi.
Il 10 novembre 2020 il Parlamento europeo, gli Stati membri dell’UE in sede di Consiglio e la Commissione hanno trovato un accordo politico sul prossimo bilancio a lungo termine dell’UE e su NextGenerationEU. Adesso bisogna adottare con urgenza il pacchetto relativo al quadro finanziario pluriennale e ratificare la decisione sulle risorse proprie.
Una volta adottato, il bilancio a lungo termine dell’UE, insieme all’iniziativa NextGenerationEU (uno strumento temporaneo concepito per stimolare la ripresa europea), costituirà il più grande pacchetto di incentivi mai finanziato dal bilancio dell’UE. Un totale di 1800 miliardi di euro (a prezzi 2018) contribuirà alla ricostruzione di un’Europa post-COVID-19: più verde, più digitale e più resiliente.
com.unica, 22 dicembre 2020