Sulla scia di Nietzsche e della memoria in un dialogante legame tra un padre e un figlio

Nelle librerie arriva il romanzo di Pierfranco Bruni dal titolo “Quando mio padre leggeva Carolina Invernizio”, edito per i tipi di Tabula Fati. Si parla di Carolina Invernizio e di un padre che venera. Il romanzo di Pierfranco Bruni esce a 160 anni dalla nascita della Invernizio. Un romanzo che racconta di un padre che negli Trenta-Quaranta leggeva i romanzi della “mitica” Carolina Invernizio.

Da qui inizia un raccontare che diventa un intreccio malinconico tra un padre e un figlio che Pierfranco Bruni  traccia lungo 150 pagine fitte di ricordi e la trasformazione di questi in un immaginario metafisico che conduce il lettore in una conoscenza profondamente esistenziale. Con il padre entra in scena il vissuto di una famiglia scritto in prima persona. Pierfranco Bruni continua nella sua letteratura diario, ovvero in una letteratura memoria che incide in un solco che è il Novecento italiano.

Nel romanzo si legge in un incipit: “Fu mio padre che un giorno, di ritorno da Cosenza, mi consegnò un libro incartato. Erano i primi anni del Liceo. Un libro che conservo ancora… Così parlò Zarathustra. “Questo era mio padre. Da Carolina Invernizio a Nietzsche. Gli anni sono passati. Gli anni passano sempre e diventano imprevedibili. Non più catturabili. Quante volte ci siamo guardati e ci siamo giocati un attimo di tempo. Un bacio in più. Una carezza in meno. E poi ho ripreso il viaggio lasciandomi alle spalle il suo saluto con la mano alzata. Guardavo lui e mia madre dallo specchietto retrovisore dell’auto. Osservavo il loro saluto”. Una vera e propria immagine che segna il viaggio del romanzo stesso in simboli. Simboli e archetipi sono riferimenti  de “Quando mio padre leggeva Carolina Invernizio”. Il libro sarà in distribuzione dal  2 gennaio 2021.

com.unica, 29 dicembre 2020

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