Giulio Sapelli: «Perché Mario Draghi non ha nulla a che fare con Mario Monti»
Lo studioso, docente di Storia Economica, spiega al Giornale le enormi differenze tra due figure che in comune hanno solo lo stesso nome
In un’intervista rilasciata al Giornale l’economista Giulio Sapelli, professore ordinario di Storia Economica all’Università degli Studi di Milano, spiega perché il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi non può essere paragonato a Mario Monti. Un accostamento a cui in molti non hanno saputo resistere in questi giorni di consultazioni, non ultimo Alessandro Di Battista e alcuni esponenti dell’estrema sinistra, che forse ignorano il percorso accademico e professionale dell’ex governatore della Bce.
“Non scherziamo. Sono due figure totalmente diverse a partire dalla formazione economica”, sottolinea Sapelli. “Monti appartiene alla scuola neoclassica tedesca per la quale il debito pubblico è il nemico numero uno. La scuola che ha prodotto una politica di massacro sociale basata sull’austerità, bassi salari e zero investimenti”. E l’attuale premier incaricato? “Draghi invece è stato alunno di Federico Caffè e ha studiato alla scuola post keynesiana. Alla guida della Bce ha sposato la tesi del debito buono e oggi rappresenta l’espressione più pura del capitalismo americano”.
Monti dunque filotedesco, mentre Draghi filoamericano. Motivo per cui, secondo l’economista, dalle parti di Berlino il malumore è alto: “Angela Merkel al di là delle frasi di circostanza, ha preso malissimo la scelta di Mattarella. Ed è ancora più infuriato Jen Weidmann, il capo della Bundesbank, che in questi anni ha provato a contrastare le mosse della Bce”. Uno scacchiere geopolitico che non si ferma all’Europa. “Gli Stati Uniti sono preoccupati per i rapporti che l’Ue ha intrapreso con la Cina e così Draghi per loro è l’argine che può mettere fine a questa deriva”.
Poi c’è il rapporto con la politica e anche qui le differenze per Sapelli sono notevoli. “Monti non ha mai avuto una visione strategica e ha sempre disprezzato le parti sociali. Draghi al contrario le ha subito citate, ha capacità politiche di lungo corso e ha mediato tutta la vita perché in fondo è un vero democristiano. Viene della scuola andreottiana ed è stato vicino a Paolo Cirino Pomicino…”. Insomma anche in questo tra i due sembra esserci un abisso: “Sarà molto attento al consenso sociale e penso che possa riuscire a mettere insieme un governo parlamentare con tutti dentro, tranne Fratelli d’Italia”.
Il professore è convinto che intorno alla figura di Mario Draghi sia possibile arrivare a un’alleanza trasversale tra le forze politiche. “Questa è una grande occasione per la Lega. Salvini ha la possibilità di tornare al governo e di entrare nel partito Popolare Europeo. Secondo me non deve farsela scappare anche perché Draghi non è Monti…”.