19 febbraio 1942: gli americani di origine giapponese rastrellati e internati in campi di concentramento
[ACCADDE OGGI]
Il 19 febbraio 1942, passati esattamente 73 giorni dall’attacco giapponese alla base navale di Pearl Harbor, il presidente americano Franklin D. Roosevelt firmò un ordine esecutivo con il quale si intimava all’esercito di rastrellare tutti gli americani di origine giapponese per internarli in campi di concentramento eufemisticamente chiamati “campi di reinsediamento del periodo di guerra”. In totale più di 120mila persone, intere famiglie composte da bambini, donne e anziani furono arrestati e prelevati dagli agenti della FBI e deportati nei campi di concentramento, circa una decina, installati in zone desertiche del paese. Il 62% degli internati erano cittadini americani nella quasi totalità nati negli States. Uno dei più tremendi campi di prigionia denominato Topaz si trovava nel deserto dello Utaha circa tre ore di macchina dalla città di Salt Lake City. Lì furono internati per oltre tre anni circa 8000 americani con gli occhi a mandorle, rinchiusi e assiepati in gelide baracche con scarsi servizi igienici. In quel campo venne rinchiuso insieme alla sua famiglia anche il timoniere Hikaru Sulu della nave stellare USS Enterprise, al secolo l’attore George Takei nato a Los Angeles di discendenza giapponese.
Alla fine della guerra, invero parecchio dopo l’orrore di Hiroshima e Nagasaki, i campi vennero dismessi e i prigionieri vennero liberati e dovettero ricominciare da zero avendo perso tutto quello che possedevano compreso case, negozi e conti in banca. Nel 1980 l’allora presidente Carter e più tardi il presidente Reagan ammisero che l’ordine di Roosevelt era dovuto a “pregiudizi razziali, isteria della guerra, e mancanza di leadership politica” e i pochi sopravvissuti dai campi furono risarciti con 20000 dollari. Nessun risarcimento è stato dato alle migliaia e migliaia di americani di origine tedesca e italiana che subirono la stessa sorte dei giapponesi considerati potenziali nemici.
Per gli amanti delle curiosità va ricordato che tra gli italiani famosi si salvò dalla deportazione e dalla prigionia la grande Gilda Mignonette, la diva degli italoamericani e una delle più famose cantanti napoletane, a cui, comunque, fu fatto divieto di tenere spettacoli perché ritenuta “sovversiva” dalla FBI.
(Franco Seccia, com.unica 19 febbraio 2021)