“Dona acqua, salva una vita”, la nuova campagna di Oxfam
Lavarsi le mani in tempo di pandemia è un gesto imprescindibile e vitale per chiunque: eppure ben 2,2 miliardi di bambini, donne, uomini non possono farlo, perché nell’oggi del mondo, 1 su 3 non ha accesso all’acqua pulita, e più di 1 su 2 (ovvero circa 4,2 miliardi di persone) è costretto a vivere senza servizi igienico-sanitari adeguati. Per assicurare acqua pulita e servizi igienico-sanitari adeguati a quante più persone possibile, prevenendo un’ulteriore diffusione della pandemia in paesi del tutto impreparati, Oxfam Italia – organizzazione che si batte contro l’ingiustizia di povertà e disuguaglianza – lancia la campagna di raccolta fondi “dona acqua, salva una vita”. Fino al 28 marzo, mese in cui si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, si potrà offrire un piccolo, ma prezioso contributo con un SMS solidale o chiamata da telefono fisso al 45584.
Già prima del Covid-19, la carenza di acqua uccideva ogni anno circa 830 mila persone, costrette a bere e lavarsi con acqua sporca o contaminata, con 297 mila bambini sotto i 5 anni – 800 al giorno – colpiti da malattie ed epidemie. Basti pensare che il 50% della malnutrizione infantile era dovuta all’uso di acqua non sicura e servizi igienici inadeguati: 818 milioni di bambini, soprattutto nei paesi più poveri, non avevano neanche la possibilità di lavarsi le mani nella propria scuola. Solo in Yemen e Siria 35 milioni di persone non hanno accesso a fonti d’acqua sicure, ma anche Iraq, Palestina, Libano e paesi subsahariani sono particolarmente colpiti, perché il virus è andato ad aggiungersi a guerre, siccità e altre crisi climatiche. Luoghi senza ospedali, infrastrutture o reti idriche, vaccini anti-Covid, dove un bambino sotto i 5 anni ha una probabilità 20 volte maggiore di morire per l’uso di acqua contaminata, che a causa di conflitti e violenza.
In Yemen la guerra, iniziata il 26 marzo di sei anni fa, ha distrutto la metà delle strutture sanitarie, lasciando la popolazione – che per oltre l’80% dipende dagli aiuti umanitari – senza mezzi per affrontare la diffusione incontrollata del Covid e la più grave epidemia di colera di sempre (con centinaia di migliaia di nuovi contagi nel 2020). Il risultato è che quasi 18 milioni di persone non hanno accesso a cure di base, medicine o dispositivi per proteggersi dal contagio; più di 20 milioni non possono contare su fonti d’acqua pulita per bere, cucinare e lavarsi; 4 milioni non hanno più una casa e vivono in condizioni di totale promiscuità nei campi profughi.
La Siria e il suo popolo affrontano una situazione non meno drammatica. A dieci anni esatti (il prossimo 15 marzo) dall’inizio di un conflitto che ha prodotto la più grave emergenza profughi al mondo e ucciso centinaia di migliaia di persone, più di 11 milioni di persone dipendono dagli aiuti per i bisogni essenziali, e oltre 15 milioni non hanno accesso ad acqua pulita corrente. Mancano scuole, ospedali (anche qui il conflitto ne ha distrutti la metà) e infrastrutture idriche essenziali per prevenire la diffusione di malattie come tifo, colera, dissenteria e ora il Covid-19. Qui la pandemia potrebbe aggravare enormemente la condizione di un paese dove già un anno fa l’80% della popolazione viveva al di sotto della soglia di povertà, segnato da un’inflazione che ha fatto schizzare alle stelle i prezzi di qualsiasi bene essenziale, come cibo e medicinali.
“Dallo scoppio della pandemia lo scorso marzo abbiamo agito per prevenire il contagio nelle più gravi emergenze umanitarie del mondo, con l’obiettivo di salvare vite e restituire dignità. – ha detto Sabina Siniscalchi, presidente di Oxfam Italia – Se in Europa, in paesi come l’Italia, il Covid rischia di mandare in tilt il nostro sistema sanitario, immaginate l’impatto che ha in paesi in conflitto, dove le poche strutture sanitarie funzionanti, già prima della pandemia, non riuscivano a rispondere ai bisogni della popolazione. In contesti dove mancano vaccini, strumenti di protezione e possibilità di distanziamento, posti negli ospedali e capacità di tracciare i contagi, l’unico strumento per difendersi dal coronavirus, oltre che da malattie come il colera, è aver accesso ad acqua pulita e servizi igienico-sanitari essenziali. La nostra Campagna vuole raggiungere quante più persone possibile, a partire dai bambini, che soffrono più di tutti gli altri, e dalle donne, le prime a provvedere al fabbisogno della famiglia, spesso costrette a lunghi tragitti quotidiani per procurare quel minimo di acqua pulita necessaria”.
In Italia
La pandemia ha aggravato le condizioni di vita di chi già si trovava in stato di grande difficoltà nel nostro paese: lavoro assente, perduto o congelato, vecchie povertà e nuovo impoverimento, disagio abitativo, vulnerabilità educative confermavano l’istantanea di una società in forte sofferenza e già segnata da profonde disuguaglianze. Nei primi 6 mesi del 2020, il reddito medio delle famiglie è calato di oltre l’8%, rispetto al primo semestre del 2019, mentre ad un anno dallo scoppio della pandemia sono andati perduti centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Oxfam è da subito intervenuta – e continuerà a farlo – rafforzando la rete di Community Center, gestiti in collaborazione con a Diaconia Valdese e altri partner, per sostenere e aiutare i più fragili nelle periferie di molte città italiane: disoccupati, precari, madri sole e famiglie monoreddito, immigrati e studenti.
In particolare, si adopererà per potenziare la formazione dei Community facilitator, persone in grado di aiutare e orientare verso i servizi di cui possono avere bisogno e beneficiare cittadini italiani e stranieri particolarmente colpiti dalla pandemia. A fronte dell’aumento del numero di minori in povertà assoluta o relativa – già oltre 3,3 milioni prima dello scoppio dell’emergenza Covid – un’azione particolare sosterrà inoltre gli studenti stranieri e le loro famiglie, facilitandone il rapporto con la scuola, laddove questo sia carente o addirittura inesistente specialmente per problemi linguistici e culturali. Per molte famiglie con bambini piccoli, o per gli studenti più grandi che non padroneggiano gli strumenti informatici e la lingua, infatti risulta assai difficile seguire la didattica nelle piattaforme per l’apprendimento a distanza.
“Grazie ai fondi raccolti con la Campagna Oxfam potrà soccorrere oltre 85 mila persone – conclude Siniscalchi -. Potremo continuare a portare acqua pulita in Siria, nei Governatorati di Aleppo e Deir-ez-Zor; kit igienico sanitari e materiali utili alla prevenzione del Covid-19 in Malawi, nei distretti di Nsanje, Chikwawa, Phalombe e Lilongwe. In Yemen, nei Territori Occupati Palestinesi, e in Iraq affiancheremo i nostri interventi per garantire acqua e servizi igienico-sanitari alle comunità più vulnerabili, con progetti in sostegno dei diritti delle donne. In Sri Lanka, miglioreremo l’accesso alla salute e all’igiene nelle comunità rurali nelle province di Uva e Centrale, installando e costruendo pozzi con pompe manuali alimentate a energia solare. In Italia saremo inoltre al fianco di famiglie italiane e straniere che, oggi più che mai, per effetto della crisi economica innescata dalla pandemia, rischiano di restare ai margini”.
Come donare
Fino al 28 marzo sarà quindi possibile donare 2 euro con sms al 45584, 5 e 10 euro con una chiamata dal telefono fisso, sempre allo stesso numero.
Con un contributo di: 2 euro sarà possibile purificare 200 litri di acqua, sufficienti al fabbisogno settimanale di una famiglia “in emergenza”, per bere, lavarsi e cucinare; 5 euro sarà possibile fornire un recipiente (bucket) per trasportare e conservare in modo pratico e sicuro l’acqua purificata, a riparo da germi e batteri; 10 euro sarà possibile fornire un kit di emergenza completo ad una famiglia, che oltre a bustine purificanti e ad un recipiente sterile, contiene sapone disinfettante e detergenti, asciugamani e oggetti per la pulizia personale. È inoltre possibile, specificando la causale “Acqua sicura”, donare tramite carta di credito su www.oxfam.it.
com.unica 10 marzo 2021