Vaccino AstraZeneca, attesa per il verdetto dell’Ema
Draghi e Macron d’accordo per riprendere subito le vaccinazioni senza attendere le mosse della Germania
In tutta Europa c’è attesa in queste ore per la risposta ufficiale dell’Ema che dovrà dare il via libera alla ripresa delle somministrazioni del vaccino AstraZeneca, sospese in via precauzionale in quindici paesi europei, tra cui l’Italia. La direttrice esecutiva dell’Agenzia europea per i medicinali, Emer Cooke, ha affermato che gli esperti stanno valutando i possibili eventi avversi legati al vaccino AstraZeneca. Per il momento l’Ema ha già fatto trapelare la convinzione che “i benefici del vaccino nel prevenire il Covid-19, con i rischi associati di ricovero in ospedale e di morte, superino i rischi degli effetti collaterali”. E già nella giornata di lunedì aveva sottolineato che “il numero di eventi tromboembolici complessivi nelle persone vaccinate non sembra superiore a quello osservato nella popolazione generale”: in tutto, al 10 marzo, 30 casi (trenta casi) su un totale di 5 milioni di vaccinati.
Nella giornata di ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron. Entrambi hanno convenuto di riprendere immediatamente con l’utilizzo del vaccino AstraZeneca se domani arriverà il via libera dell’Ema. Stavolta senza aspettare le mosse della Germania: perché è stato il pregiudizio positivo sulla serietà, se non sull’infallibilità dei tedeschi — come ha confermato il ministro Speranza a Luciano Fontana — a spingere mezza Europa ad accodarsi precipitosamente a una scelta di cui anche Berlino appare già pentita, con critiche che, oltre a colpire il ministro Spahn, non risparmiano la cancelliera Angela Merkel (Corriere della Sera).
In queste ore non si sono fatte attendere le critiche di molti esperti e virologi su una decisione politica che sta producendo effetti dannosi soprattutto su un’opinione pubblica già vulnerabile alle teorie negazioniste. “L’effetto domino delle sospensioni poteva essere diversamente valutato, queste decisioni potevano essere evitate, sono timoroso delle conseguenze”, ha affermato il professor Massimo Galli. “Gli eventi trombotici sono assolutamente frequenti nella popolazione generale, a prescindere dalla vaccinazione – sottolinea. La coincidenza tra la vaccinazione e alcuni eventi di questo tipo è da mettere in conto. Ogni giorno in Italia ci sono 100 o 200 eventi di questo tipo”, se dovesse scattare sempre lo stop “non riusciremmo a portare avanti nessun tipo di procedura medica”, dice Galli, intervistato nel programma di Rai 3 Cartabianca. Più sintetica Ilaria Capua, che si è espressa così a “Di Martedì” (La 7), intervistata da Giovanni Floris: “Mia madre mi ha chiesto cosa fare, le ho detto di correre a vaccinarsi: è un vaccino che funziona. Effetti collaterali? Ad oggi ragioniamo di numeri che non ci dicono nulla”. Durissimo anche Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, intervistato questa mattina da Sky Tg24. “Decisioni prese in preda al panico senza nessun supporto scientifico e adesso la scienza deve andare in aiuto di queste stupidaggini. Si tratta di 5 o 6 casi ogni milione, pochissimi, non c’è nessuna correlazione causale se non una relazione temporale che è necessaria ma non sufficiente per stabilire una relazione causale. Fare le autopsie non serve a nulla – aggiunge Crisanti – è solo un problema di analisi statistiche su grandi numeri che per ora non ci supportano sulla base delle conclusioni raggiunte”. Oltretutto nel caso di Astra Zeneca stiamo parlando di un vaccino che nel Regno Unito funziona (lo hanno ricevuto oltre undici milioni di persone) e dove le morti per Covid sono quasi azzerate.
Nel frattempo la Commissione Ue ha annunciato un accordo con Pfizer per ricevere in anticipo, entro giugno, 10 milioni di dosi vaccini, inizialmente previste per la seconda parte dell’anno. “Questa accelerazione porterà le dosi totali di Pfizer-BioNTech nel secondo trimestre a oltre 200 milioni”, ha detto la presidente Ursula Von der Leyen. Oggi la Commissione Ue presenterà la sua proposta per creare un certificato che possa permettere spostamenti sicuri, non solo ai vaccinati, tra gli Stati membri e rilanciare così il turismo.
com.unica, 17 marzo 2021