Il vaccino Johnson & Johnson sospeso negli Usa, frenata anche in Italia
Ha destato scalpore la decisione della Food and Drug Administration degli Stati Uniti di chiedere la sospensione (con effetto immediato)del vaccino Johnson & Johnson, presa in via precauzionale dopo che sei donne sono state colpite da “rari” fenomeni di coaguli di sangue. Non c’è alcuna prova di un legame causale, ma si potrebbe arrivar a una limitazione del farmaco per alcune fasce di età. La casa farmaceutica americana ha di conseguenza deciso di rimandare le consegne dei suoi vaccini in Europa. Ieri sera nella trasmissione “Porta a Porta”, il ministro per la Salute Roberto Speranza ha così dichiarato: «abbiamo fatto una riunione con i nostri scienziati, con l’Agenzia italiana del farmaco, chiaramente siamo in collegamento con l’agenzia europea e valuteremo nei prossimi giorni appena Ema e gli americani ci daranno notizie più formali e definitive quale sarò la strada migliore. Ma io penso che anche questo vaccino dovrà essere utilizzato perché è un vaccino importante».
In Europa erano attesi 200 milioni di dosi di questo vaccino entro il 2021. Dopo lo stop negli Usa, Johnson & Johnson ha deciso di rimandare la distribuzione nel Vecchio Continente: «Abbiamo esaminato questi casi (quelli americani, ndr) con le autorità sanitarie europee e abbiamo deciso di ritardare in modo proattivo il lancio del nostro vaccino in Europa. Abbiamo lavorato a stretto contatto con esperti medici e autorità sanitarie e sosteniamo fortemente la comunicazione in modo aperto di queste informazioni agli operatori sanitari e al pubblico» si legge nella nota diffusa dalla società (Corriere della Sera).
In Italia sono arrivate nella giornata di ieri in Italia 184mila dosi del vaccino, e rimarranno stoccate in attesa delle verifiche. Il nostro paese dovrebbe destinare il Johnson & Johnson soltanto agli over 60, secondo quanto si apprende da Repubblica. Gli esperti del ministero concordano sull’ipotesi che il problema potrebbe essere rappresentato dal vettore virale: l’adenovirus. Nel caso del vaccino di Oxford, è di scimpanzè, mentre in J&J umano. Le reazioni avverse sembrano simili. Anche Sputnik funziona con lo stesso sistema, e lo stesso vale per l’italiana Reithera. Da qui, l’orientamento di autorizzare J&J solo per gli over 60, al pari del composto anglosvedese.
com.unica, 14 aprile 2021