La capitale della Repubblica indipendente d’Irlanda ricorda il centenario di quei tragici avvenimenti.

[ACCADDE OGGI]

“…L’Inghilterra può forse tener fede alla parola data, in ogni caso; noi conosciamo i loro sogni; basta sapere se sognarono e son morti; che importa se fu un eccesso d’amore a sconvolgerli fino alla morte? Ecco, lo scrivo in versi – Mac Donagh e Mac Bride con Connolly e Pearse ora e nei tempi che verranno, in ogni luogo in cui si indossi il verde, sono mutati, mutati interamente: una terribile bellezza è nata.” . Sono gli ultimi versi della famosa poesia Pasqua 1916 di William Butler Yeats il poeta e patriota irlandese. Cento anni fa, in una Europa sconvolta dalla tragedia del primo conflitto mondiale, un’altra tragedia si consumò nella cattolicissima Irlanda ed è quella passata alla storia come la Rivolta di Pasqua. Una Pasqua che quell’anno arrivò la domenica del 24 di aprile e che gli irlandesi che lottavano per l’indipendenza dalla odiata Inghilterra scelsero come l’inizio per la rivolta armata e per la resurrezione del loro popolo dal giogo britannico.

La rivolta che vide la partecipazione di giovani operai, di intellettuali, di studenti e di alcune donne coraggiose fu sedata nel sangue dopo un settimana di scontri il 30 aprile 1916 dall’esercito di sua maestà agli ordini di Sir John French appositamente richiamato dal fronte occidentale della guerra all’Austria per riportare l’Union Jack sulla torre di Dublino. Quella stessa torre del Generali Post Office dai cui piedi i martiri Pearse e Connolly si rivolsero agli “Uomini e donne d’Irlanda: In nome di Dio e delle generazioni del passato da cui essa riceve la sua vecchia tradizione nazionale, Irlanda, per mezzo nostro, raccoglie i suoi figli sotto la sua bandiera e si batte per la libertà”.

Oggi, per le celebrazioni del centenario, insieme alla sfilata delle Autorità della Repubblica indipendente d’Irlanda si sono riviste molte delle foto dei morti della Rivolta di Pasqua e soprattutto quelle dei 90 condannati a morte dai tribunali inglesi.

(Franco Seccia/com.unica 30 aprile 2021)

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