Torino, al via il Festival delle Migrazioni
È pronto a prendere il via per la sua terza edizione il Festival delle Migrazioni. Da domani 21 settembre, al prossimo 26 di settembre, torna a Torino con ventuno incontri, tra spettacoli, proiezioni e workshop, per un totale di oltre 100 ospiti nelle sedi di San Pietro in Vincoli, Scuola Holden, Ufficio Pastorale Migranti e Polo del ‘900.
Il Festival delle Migrazioni è ideato e organizzato dalle compagnie A.C.T.I. Teatri Indipendenti, AlmaTeatro e Tedacà, e come ogni anno il teatro è uno degli elementi caratterizzanti della rassegna, con proposte che indagano il tema dell’altro da diversi punti di vista. Con Radio International il pubblico si ritrova negli studi di un’emittente radiofonica, in una commedia tragica che mette in evidenza il peso e le contraddizioni dell’informazione in rapporto all’opinione pubblica. Kanu (amore in lingua bambarà) è una narrazione con musica dal vivo in una trasposizione teatrale di un racconto africano, in Arle-Chino, traduttore – traditore di due padroni l’attore di origine cinese Shi Yang Shi narra la complessità di un’identità plurima in Italia, mentre Non abbiate paura è dedicato al trentennale dello sbarco della nave Vlora carica di migranti provenienti dall’Albania. In occasione di quest’ultimo appuntamento, verrà presentato il podcast Vlora. La nave che sfondò il Muro del giornalista Filippo Femia.
Non mancano in programma i momenti dedicati all’attualità, con un appuntamento sulla drammatica situazione degli sbarchi (sabato 25, ore 16, Scuola Holden; tra i relatori Luciano Scalettari, presidente ResQ People e la giornalista Sabika Shah Povia) e uno sull’analisi sociopolitica delle cause e delle evoluzioni che hanno portato al conflitto in Afghanistan (domenica 26, ore 18, Scuola Holden; con l’autore Farhad Bitani, Claudio Bertolotti, direttore di START InSight e ricercatore ISPI, Mauro Berruto, già Ct della nazionale di pallavolo e a moderare il giornalista Gian Mario Gillio).
Due sono gli incontri dedicati al lavoro: il primo a partire dal tema dell’inclusione, raccogliendo punti di vista diversi sul mondo del lavoro per guardare insieme la sua capacità di essere accogliente e inclusivo nei confronti dei lavoratori stranieri (giovedì 23, Ufficio Pastorale Migranti, ore 17) e il secondo sulle condizioni, le modalità di paga e assunzione e su quale tipo di accoglienza ricevono i migranti nelle cittadine del Saluzzese con Guebrila Gamen, che porterà la sua testimonianza di bracciante a Saluzzo e Rosarno, lo storico Marco Buttino e il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni (domenica 26, ore 16, Scuola Holden).
L’ambiente è protagonista dell’incontro Non siamo tutti sulla stessa barca (venerdì 24, ore 17, Scuola Holden), tratto dall’omonimo libro di Giorgio Brizio pubblicato da Slow Food Editore, che mette in rilievo lo stretto legame fra migrazioni e crisi climatica. Tra i relatori, Cecilia Strada e Alessandro Rocca di ResQ People e Ines Gobetti di Fridays for Future. Migrazioni, sovranità alimentare e decolonizzazione sono al centro dell’evento di mercoledì 22 alle ore 21,30 (Polo del ‘900) con la proiezione di Couscous: seeds of dignity e l’incontro con il regista Habib Ayeb in dialogo con Gabriele Proglio (Università del Gusto). Rimanendo in tema cibo, nell’appuntamento che si svilupperà a partire dal libro Generi alimentari – Cibo, donne e nuovi immaginari (a cura del gruppo di studio del Concorso Lingua Madre) le storie individuali si mescolano e si completano, dando forma a una riflessione corale inedita e sfaccettata. Con le autrici e vincitrici del concorso Marcela Luque e Luisa Zhou, la responsabile Daniela Finocchi e la professoressa Luisa Ricaldone.
Sabato 25 settembre torna poi la Cena delle cittadinanze, appuntamento segnante della manifestazione: una lunga tavolata imbandita nel cortile di San Pietro in Vincoli all’insegna della convivialità e delle cucine del mondo.
Spazio anche alla musica: sabato Awa, giovane cantautrice afrodiscendente, darà voce a culture, storie, identità e parole delle nuove generazioni in un talk in cui il pubblico potrà interagire attraverso la costruzione di una playlist musicale, mentre il concerto di chiusura di domenica 26 (Scuola Holden, ore 22) è affidato alla soprano Fé Avouglan: un percorso di migrazione narrato attraverso lirica, canzoni tradizionali, jazz e pop.
Per tutta la durata del festival, sarà possibile partecipare alla realizzazione di Face the Wall di Fabio Saccomani, un’opera collettiva e diffusa per la memoria di chi è morto sotto le mura d’Europa. Nel chiostro di San Pietro in Vincoli l’artista allestirà un’installazione con le maschere di gesso create durante i giorni di festival, con i volti di chi ha aderito al progetto.
Le serate di apertura del festival, martedì 21 e mercoledì 22, sono dedicate poi al cinema, con la proiezione, al Polo del ‘900, del film Shelter – Farewell to Eden di Enrico Masi in collaborazione con Lovers Film Festival e nell’ambito dell’incontro con il Coordinamento Torino Pride, Associazione Quore e Pink Refugees Verona (ore 21). Entrambe le serate sono anticipate dalla proiezione dei cortometraggi vincitori della call Sguardi, a partire dal documentario Siamo qui da vent’anni, di Sandro Bozzolo.
Il Festival delle Migrazioni è ideato dalle Compagnie torinesi A.C.T.I. Teatri Indipendenti, AlmaTeatro e Tedacà, con Fondazione Compagnia di San Paolo come maggior sostenitore, il sostegno di TAP – Torino Arti Performative e con il patrocinio della Città di Torino, Città Metropolitana, Circoscrizione 7, Ordine Assistenti Sociali.
Collaborano con il Festival delle Migrazioni 20! di Talk, ARTatSEA, Articolo 21, Associazione Stampa Subalpina, Balon Mundial, Coldiretti, Emergency, Fertili Terreni Teatro, Fondazione Nocentini, Il Mutamento Zona Castalia, La Riforma, LabPerm, Libreria Il Ponte sulla Dora, Lingua Madre, Lovers Film Festival, Polo del ‘900, Polski kot, Quore, Radio Beckwith Evangelica, Salvacibo di Eco dalle Città, San Pietro in Vincoli Zona Teatro, Scuola Holden, Sovietniko, Torino Pride, Torino Spiritualità, Ufficio Pastorale Migranti e molte altre realtà che si occupano di migrazione sul territorio.