Milano: arrivano i cani anti-Covid in grado di individuare i positivi
Un progetto innovativo nato dalla collaborazione tra il servizio veterinario del comando interregionale carabinieri Pastrengo a Milano con la professoressa Maria Rita Gismondo (Ospedale Luigi Sacco di Milano)
Cani che grazie al loro fiuto eccezionale riescono a intercettare i pazienti affetti da covid: non è la scena di un film di fantascienza ma il risultato di una sperimentazione iniziata ad aprile e ancora in corso tra l’Università degli Studi di Milano e il Centro cinofili dell’Arma dei Carabinieri. L’iniziativa è partita dal servizio veterinario del Comando interregionale carabinieri Pastrengo a Milano in collaborazione con la professoressa Maria Rita Gismondo, Direttore Responsabile del reparto Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano.
Berla e Max, due pastori tedeschi – tre anni e mezzo lei, due anni e mezzo lui – sono stati addestrati fiutando garze impregnate di sudore, prelevato a persone affette da Covid-19 e a soggetti già risultati negativi al tampone molecolare. Contando sulle capacità olfattive degli animali addestrati nel distinguere gli odori, i due cani sono stati indotti a fiutare i pazienti infetti. L’addestramento si è svolto in un’area interna dell’Ospedale L. Sacco, priva di possibili distrazioni e soprattutto esente da potenziali fonti di contaminazione olfattiva.
“Nelle varie fasi dell’addestramento, ad ogni paziente è stato eseguito un doppio prelievo, per consentire la ricerca in parallelo da parte di ciascun cane”, ha spiegato Carlo Alberto Minniti del servizio veterinario dei Carabinieri. “Da aprile a ottobre 2021, sono stati utilizzati 427 campioni di sudore, appartenenti a 127 pazienti, di età compresa tra i 21 e gli 86 anni. Realizzata la fase dell’imprinting olfattivo dei due cani, si è passati alla terza fase, le prove su individui positivi al Covid-19 presso l’Hub tamponi dell’Ospedale L. Sacco. Grazie al loro superfiuto i cani riconoscono il paziente covid ancora prima del test, e lo segnalano sedendosi vicino a loro”.
È la prima volta che si hanno questi risultati in Europa”, ha aggiunto la virologa Maria Rita Gismondo. “È auspicabile immaginare non ovviamente una sostituzione agli strumenti che abbiamo, ma un ottimo aiuto e supporto alla sanità pubblica ovunque vi siano ingressi di masse di persone”, ha proseguito la Gismondo.
I cani anticovid non sostituiranno dunque i test, ma potranno essere impiegati negli aeroporti, nelle manifestazioni, agli ingressi degli stadi e ai concerti, permettendo un riconoscimento immediato di chi è asintomatico a costi limitati e soprattutto in real time, a garanzia della salute e della sicurezza di tutti.
Giorgia Piccolella, com.unica 7 dicembre 2021