Russia, pugno di ferro del regime: ordinato lo scioglimento della Ong Memorial International
Era una delle più note organizzazioni per la difesa dei diritti umani ed era nata per preservare la memoria delle vittime del comunismo
La Corte Suprema russa ha ordinato ieri, 28 dicembre, lo scioglimento della Ong Memorial International, una delle più note organizzazioni per la difesa dei diritti umani in Russia. L’associazione era stata fondata nel 1989, quando ancora esisteva l’Unione Sovietica, e aveva avuto come suo primo presidente il fisico e attivista russo Andrei Sakharov, premio Nobel per la Pace nel 1975. Era nata con l’obiettivo di preservare la memoria delle vittime delle repressioni comuniste, in particolare quelle dei gulag, i campi di lavoro forzato dove si stima che tra il 1930 e il 1953 furono imprigionati quasi 20 milioni di oppositori politici.
Durante l’ultima udienza, i pubblici ministeri hanno anche affermato che Memorial “crea una falsa immagine dell’Urss come stato terrorista e denigra la memoria della Seconda guerra mondiale”, riabilitando “i criminali nazisti”. “Vergogna, vergogna”, è stato il grido alzatosi tra i sostenitori della Ong in aula, dopo la lettura della sentenza.
Fino alla sentenza di appello, il Memorial intende proseguire il suo lavoro. “Chiudendo l’organizzazione, le autorità russe calpestano la memoria di milioni di vittime perse nel gulag”, ha denunciato Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale. Si tratta di uno “sfacciato e tragico tentativo di reprimere la libertà di espressione e di cancellare la storia”, ha commentato l’ambasciatore Usa a Mosca, John Sullivan. L’Italia, con una nota della Farnesina, ha espresso “profonda preoccupazione” per questa decisione della Corte suprema. La Ong, infatti, secondo il Ministero italiano è “fondamentale per conservare la memoria del passato, in linea con i principi di libertà fondamentali sostenuti dal Consiglio d’Europa”.
La decisione dei giudici supremi arriva al termine di un anno nero per i diritti umani in Russia, iniziato a gennaio con l’arresto dell’oppositore Aleksei Navalny e proseguito con la repressione sistematica delle voci non allineate al Cremlino. Si recente Vladimir Putin aveva accusato Memorial (senza nominarla in maniera esplicita) di promuovere “terrorismo ed estremismo”.
com.unica, 30 dicembre 2021