Don’t Look Up, una farsa plausibile
Una nota di un ricercatore del Cnr sul film del momento
Il film del 2021 “Don’t Look Up”, scritto e diretto da Adam McKay, per sviluppare una feroce caricatura di come anche grandi emergenze globali supportate da solide evidenze scientifiche possano essere strumentalizzate, stravolte, ridicolizzate e perfino negate dai meccanismi sociali, mediatici e politici che caratterizzano questo preciso momento storico, almeno in occidente, prende come esempio – probabilmente non a caso – proprio un tipo di catastrofe tra le più incontestabili e accuratamente prevedibili, sia nella tempistica che nelle conseguenze distruttive, cioè l’imminente impatto con la Terra di una cometa di dimensioni tali da provocare un’estinzione di massa tra le specie viventi che popolano il pianeta.
Anche se una simile prospettiva è attualmente molto improbabile, la rappresentazione che se ne dà nel film è sostanzialmente corretta, nel senso che le modalità di scoperta, la determinazione della traiettoria di collisione, il tempo a disposizione prima dell’impatto, circa sei mesi, e le dimensioni del nucleo cometario, dai 5 ai 9 km, tali da renderlo una reale minaccia per la vita superiore della Terra, sono tutti plausibili.
Anche l’unica altra questione puramente tecnico-scientifica affrontata nel film, cioè cosa si potrebbe fare per sventare la minaccia incombente, in termini generali è impostata correttamente, cioè cercare di deviare di poco la traiettoria della cometa in modo che non ci precipiti addosso, lasciando invece perdere l’idea di distruggerla. Ciò è almeno il parere di chi nel film interpreta gli scienziati, anche se poi la vicenda prende una piega diversa, rappresentata volutamente in maniera farsesca.
Per quanto riguarda gli aspetti scientifici generali, che riguardano la definizione della minaccia e il modo migliore per neutralizzarla, il film è dunque credibile. Ciò non significa che, con soli sei mesi di preavviso, sarebbe facile deviare di quel che serve la traiettoria di una cometa di quelle dimensioni. Oggi, probabilmente, non saremmo in grado di farlo, per mancanza di conoscenze e di tempo, ma la comunità scientifica internazionale ci sta comunque lavorando su vari fronti, basti pensare al lancio recente della missione DART (Double Asteroid Redirection Test), per essere pronti in un futuro non troppo lontano.
Altri dettagli, come i lanci multipli di decine di razzi o certi aspetti tecnici particolari, sono poco plausibili, ma si ha l’impressione che rientrino più nella caricatura della gestione dell’emergenza. Sempre ignorando le finalità caricaturali e la rappresentazione tragicomica della vicenda, la cosa tecnicamente meno credibile arriva proprio alla fine. Si tratta della nave interstellare in cui 2000 ricchi e potenti trovano rifugio in extremis per ricominciare la vita altrove, nel nostro angolo di universo, dopo decine di migliaia di anni di animazione sospesa. Per quanto ci riguarda è ancora fantascienza, e lo sarà ancora per molto.
Luciano Anselmo/Cnr-Isti