Preso a calci, colpito con sputi e insultato solo perché ebreo
Una riflessione sull’aggressione antisemita a un bambino di 12 anni in un parco di Venturina, in provincia di Livorno
A pochi giorni dal 27 gennaio, il giorno della Memoria che determina la fine della Shoah, due ragazze quindicenni in un parco di Venturina, cittadina a pochi chilometri da Livorno, hanno aggredito e insultato, colpito con sputi e preso a calci un bambino di 12 anni. Il motivo? È semplice: il bambino è ebreo. “Ebreo di m…, tu devi stare zitto perché sei un ebreo…devi morire nel forno...” sono solo alcune tra le frasi pronunciate dalle ragazze. Sconcertanti a dir poco.
Il resto è cronaca
Il padre del ragazzo, ancora sconvolto ma determinato, non si è fermato ed ha sporto denuncia per insulti e lesioni, perché come ha dichiarato a La Nazione “Non si può scherzare su una cosa così tragica. Forse anche i genitori devono comprendere cosa è stato fatto da queste due ragazzine.”
Il padre ha informato dell’accaduto anche la sindaca di Campiglia Marittima, Alberta Ticciati, la quale con l’Amministrazione Comunale che rappresenta non intende in alcun modo banalizzare l’accaduto che è di una gravità estrema, se si considera il fatto che, come ha riferito il padre, i presenti all’episodio non hanno mosso un dito per difendere il bambino. E questo è un fatto ancora più inconcepibile!
Come riporta “La Nazione”, il padre del ragazzo ha raccontato di un altro episodio, accaduto durante il periodo in cui il figlio frequentava la scuola primaria, un episodio sconcertante a dir poco, che parlava con il linguaggio dei disegni: una svastica e un paio di scarpe con scritto dal 39 al 42. Disegni scambiati tra bambini di 10 anni, forse 11. In quell’occasione il padre aveva contattato gli altri genitori per la gravità del gesto, ma la cosa era morta lì.
I genitori devono comprendere
O forse i genitori, anzi sicuramente, devono educare. E la società, cioè il resto delle persone che gravitano intorno ai giovani, in questo caso alle due quindicenni, deve assolutamente essere partecipe della loro formazione, cominciando a non voltarsi dall’altra parte quando accadono episodi di questo genere. Agire con determinazione per fermare atti di bullismo e razzismo evidenti, e che due ragazze di quindici anni comprendono perfettamente, significa stare dalla parte giusta e non essere complici di atti che disonorano l’essere umano. A qualsiasi età, in qualsiasi momento.
Indagare, andare a fondo alla questione, ma non sottovalutare
Indagare e andare a fondo alla questione è di sostanziale importanza. Serve a scoprire come sia cresciuto nell’animo di queste adolescenti lo sprezzo dell’altro, il desiderio di insultare e aggredire con violenza una persona più piccola e indifesa. Un ragazzino di appena qualche anno più giovane, uno come loro. Ma scoprire e andare a fondo alla questione ha, inoltre, un significato ben più profondo e preciso, un significato che non sottovaluta l’accaduto ma, anzi, lancia un messaggio forte e chiaro: Avete sbagliato e pagherete le conseguenze del vostro errore.
Francesca Lippi, com.unica 26 gennaio 2022