Quirinale, situazione ancora in stallo. Tra Pd e 5s non c’è accordo sul ruolo di Draghi
Ancora nulla di fatto: nel secondo giorno di votazioni per il nuovo presidente della Repubblica, tutti i principali partiti hanno indicazione di votare scheda bianca. Con 976 votanti su un totale di 1.009 aventi diritto, le schede bianche sono state 527, quelle nulle 38, oltre 150 i voti dispersi. Il magistrato Paolo Maddalena si è confermato il più votato, con 39 preferenze, al pari di Sergio Mattarella. Oggi il quorum resta invariato e si comincerà a votare alle 11. Da domani si passerà a maggioranza assoluta (505 schede).
Al termine della riunione di coalizione il centrodestra ha presentato questa rosa di tre nomi per il Quirinale: Letizia Moratti, Marcello Pera e Carlo Nordio. La proposta è stata respinta dallo schieramento Pd, M5S e Leu: su quei nomi non si può sviluppare una “larga condivisione”, affermano . Per questo il centrosinistra chiede già domani un incontro tra delegazioni ristrette dei due schieramenti. Il segretario del Pd Letta si spinge oltre e chiede una sorta di conclave: “la proposta che facciamo è quella di chiuderci dentro una stanza e buttiamo via le chiavi, pane e acqua, fino a quando arriviamo a una soluzione, domani è il giorno chiave”.
Molti però nel centrosinistra hanno avanzato il timore che il leader dei 5 stelle Conte stia giocando anche un’altra partita, dal momento che insieme al leader della Lega, Matteo Salvini sta spingendo affinché il premier Mario Draghi resti a Palazzo Chigi. Dall’incontro tra l’ex presidente del consiglio e Salvini è spuntato il profilo di Franco Frattini, ex ministro degli Esteri e oggi presidente del Consiglio di Stato. Un nome particolarmente gradito a Conte: subito dopo aver visto Salvini, infatti, l’avvocato del popolo ha inserito Frattini nell’elenco di possibili candidati sottoposti al coordinatore forzista Antonio Tajani. Enrico Letta si è subito affrettato a spedire al mittente la proposta nel Pd, mostrando di condividere le forti perplessità avanzate subito dai renziani per le posizioni filo-russe di Frattini: “Non il nome più adatto – si fa notare – nei giorni della crisi russo-ucraina”. Frattini infatti si era schierato a suo tempo a difesa dell’allora premier gialloverde contro le sanzioni Ue a Mosca. L’ex ministro del governo Berlusconi parlò in questi termini di Conte al ministro degli esteri del Cremlino Sergey Lavrov in un incontro che si tenne nell’estate del 2018 a Mosca: “È un uomo del compromesso, per lui il vostro è un Paese amico”.
Sull’elezione del nuovo Presidente della Repubblica si è espresso anche Massimo Cacciari in un’intervista rilasciata ad Affari Italiani: “La soluzione ideale sarebbe quella del bis di Mattarella con Draghi che resta a Palazzo Chigi. La soluzione più ragionevole, ma anche irrealizzabile visto che la situazione si è ormai incancrenita. Ormai si è quasi ufficialmente espressa la volontà del premier di trasferirsi al Quirinale per diventare presidente della Repubblica. E a questo punto anche le forze politiche che lo voterebbero per il Colle iniziano a mettersi di traverso. Presto Draghi si farà da parte nella partita del Capo dello Stato e andrà avanti con il suo governo con chiunque andrà al Quirinale. Ovviamente, purtroppo, avremo un Presidente di serie B o di serie C. È impensabile che questi partiti siano in grado di eleggere un Giuliano Amato o una personalità di grande spicco”.
com.unica, 26 gennaio 2022