Esplorare: rigorosa ricognizione, in special modo geografica
Laura Tenuta antropologa, scrittrice-reporter romana, accompagnata da un gruppo di esploratori moderni, Esploratori veientani, ne vive le esperienze e ne raccoglie le riflessioni
Esplorare è cercare qualcosa di nuovo, del passato o del presente o inerpicarsi verso ciò che è futuro, in ambito geografico, storico-archeologico, scientifico, interiore.
L’Italia rinascimentale vanta un gran numero di esploratori-navigatori: Amerigo Vespucci, Cristoforo Colombo che si avventurarono verso terre esotiche.
Ma perlustrare non è solo per mari o per terre, perlustrare è anche verso i cieli, possiamo chiamare in gioco Galileo Galilei che arrivò fino al firmamento, sondare con le nuove tecnologie è anche indagare sugli abissi e lo spazio tutto.
Sminuzzando l’ecumene, senza limiti tendenti all’infinito, analizziamo un territorio che ha molto da raccontare,riflettori puntati su un’aerea a nord di Roma, l’eliso in cui si muove il gruppo Esploratori veientani.
A sei miglia dal Campidoglio, l’Ager Romanus Antiquus comprendere territori che circondavano la città eterna, all’interno nella parte settentrionale l’Ager Veientanus, il cui centro principale Veio, patria degli Etruschi.
Di origine vulcanica, apparato sabatino, per questo motivo gli è un suolo che favorisce l’agricoltura. Economia dominante fino alla conquista romana, momento in cui venne inserita la pastorizia, arrivando di seguito all’era cristiana in un cui gli agglomerati agro-pastorali ammontavano a circa 300.
Con la caduta dell’Impero e le invasioni barbariche, la cifra scese in maniera esponenziale, nei secoli successivi il Papato iniziò a costruire le domuscultae anche per difesa rispetto dalle irruzioni saraceniche.
Questo tipo di costruzioni erette a baluardo, a nulla valsero quindi i terreni vennero dati in enfiteusi, affinché le famiglie nobili romane erigessero fortificazioni più funzionali allo scopo.
Diacronicamente: Etruria, territoria caput mundi, proprietà della Santa Sede, passaggio a note famiglie aristocratiche, attualmente area eletta proprio per la presenza di siti etrusco-romani, medievali e di secoli a venire, ponti, cunicoli idraulici, rocche e feudi, nel nome di un area dalle molteplici potenzialità.
Ma cosa è oggi un esploratore che non ha lo scopo di conquista per scopi economico-politici, quali sono le sue motivazioni?
Gustav Jung, allievo per antonomasia di Freud dando una continuazione alla psicoanalisi,così descrive l’esploratore ed il suo inconscio “Questo archetipo di personalità corrisponde all’audace viaggiatore, colui che intraprende un cammino senza una direzione definita, sempre aperto alla novità e all’avventura”.
Parola a Francesco Braghetta (Vice Sovra-intendente Polizia Locale della Città Metropolitana di Roma Capitale), sentinella del territorio, grazia ai quali tante le location ripulite da sterpaglie, che ne rendevano difficile la vista.
Location visitate, vissute nel sacrosanto nome della salvaguardia di una storia che ha eco nell’ampio raggio di quello che fu l’Impero romano (6 milioni di km quadrati).
“Scriveva il Dennis, esploratore inglese dell’Ottocento nel lungo viaggio in Etruria dopo le sue scoperte: “Sono brandelli che il suolo ha conservato ma che conservano la memoria di cose scomparse da moltissimo tempo. Monumenti che ci sono stati sottratti dall’incolpevole usura del tempo o dalla colpevole incuria degli uomini”.
Da anni siamo alla ricerca di luoghi abbandonati che appartengono ad un’epoca andata. Un’epoca falla di gloria e di bellezza. Ci piace spesso immergerci nella Natura perché essa nasconde, cela, avviluppa tesori che sono andati persi. L’Avventura ha sempre spinto l’uomo a cercare, esplorare, studiare per poi riempire corpo ed anima di soddisfazione e Bellezza”.
Il dialogo continua con Pietro Macrì (Sottufficiale Ministero della Difesa) al quale, questa peculiare comitiva deve anche il ricco archivio iconografico “Quando ho bisogno di libertà nelle sue forme più estreme, se senti la necessità di provare sensazioni uniche, unitamente a misurare il tuo coraggio, non c’è cosa migliore che dedicarsi alla natura che ti circonda. Se a questo aggiungi il percorrere antiche vie, opere idrauliche e siti di notevole interesse, l’Agro Veientano ne è il luogo ideale. Storia, natura, e avventura s’intrecciano lungo fossi percorsi, a dimostrazione che tutto è a portata di mano. Ricerca, studio ed intraprendenza fanno si che vengono riportati alla luce, luoghi che,altrimenti andrebbero perduti, ciò non fa che invogliare il nostro gruppo a continuare a dedicarsi con passione. Non c’è emozione più grande che ritrovarsi davanti a ciò che i nostri avi ci hanno lasciato e sapere che, anche noi, abbiamo contribuito a far conoscere codeste bellezze”.
In un questo Simposio segue Gianni Gualerni (Istruttore Polizia Locale di Sacrofano): “Il mio motto il territorio lo ama chi lo vive… veramente. Bando alle chiacchiere, la nostro area è vasta, bella con alcuni luoghi nascosti, fascino e ricchezza dietro ogni angolo. Purtroppo la frenesia della vita ci fa allontanare, quando a cinque minuti da casa abbiamo un Paradiso”.
Sacrofanese da generazioni, favorevole al passeggiare, scoprire, raccogliere rifiuti per rendere la sua terra Eden con la E maiuscola ringrazia Luigi Perini e Pietro Macrì che gli hanno dato la possibilità di farne tesoro.
Social, smartphone, noia esiliano verso frustrazioni figlie del nostro presente, filo conduttore degli interventi, visti dalla parte di ciò che tali escursioni hanno da rendere.
Luigi Perini: ”Se pensi che l’esplorazione all’aria aperta siano pericolose… prova a stare sul divano per un giorno intero, quello si che è letale, sia per la mente che per il corpo”.
Mente /corpo questo intervento slitta in automatico verso un richiamo a Siddartha di Herman Hesse, con il suo viaggio fisico-spirituale alla ricerca di sé e, forse anche l’esploratore moderno che non ha terre da svelare ma luoghi dimenticati da portare alla luce è ciò che cerca, attraverso la sua, la nostra, la di tutti memoria.
(…) E tutte insiemi le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era ilo mondo, tutto insieme era il fiume del divenire (…).
Laura Tenuta, com.unica 27 febbraio 2022
*Nella foto in alto: Cascata presso Isola Farnese – XV Municipio Roma
Foto di Pietro Macri www.agerveientanus.com