Che cos’è il south working e cosa fare affinché funzioni
Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha permesso grandi passi avanti in diversi settori. Lo shopping online, lo streaming di programmi TV e film, i pagamenti veloci e il food delivery, non sembravano cose possibili fino a qualche anno, ma fanno ora parte della nostra quotidianità. Anche ambiti più di nicchia hanno potuto sfruttare questi progressi a livello tecnologico e tra questi non è da meno il settore del gioco a distanza. Tra siti veloci, app con cui giocare ovunque si desideri e qualità HD dei giochi, il settore delle scommesse ha fatto davvero passi da gigante negli ultimi anni.
E con uno sviluppo così repentino, sono aumentati anche i siti su cui poter giocare e scommettere. Certo, non tutti sono affidabili e provvisti di licenza, ecco perché in questo caso è sempre meglio affidarsi a esperti del settore come https://www.vegasslotsonline.com/it/, piattaforma indipendente che recensisce i casinò ADM, mette a disposizione slot gratis e offre consigli e guide utili su bonus, pagamenti e tutto ciò che concerne il mondo dei casinò online. Ma la tecnologia in questi ultimi tempi ha anche aiutato molto il settore del lavoro, grazie all’introduzione dello smart working.
La diffusione dello smart working durante la pandemia è riuscita a sconvolgere positivamente il panorama lavorativo italiano e ci sono i numeri a dimostrarlo. Ben il 77% delle aziende ha adottato questa pratica, mentre il 46% è aperto verso progetti di lavoro da remoto dai 2 ai 5 giorni alla settimana. E dopo due anni consecutivi di lavoro agile, l’attenzione ha iniziato a spostarsi su un’altra opportunità lavorativa, ovvero il south working.
Secondo una ricerca condotta da Randstad e Fondazione per la Sussidiarietà (FPS) intitolata “South working per lo sviluppo responsabile e sostenibile de Paese”, le aziende italiane stanno osservando sempre con maggiore interesse “hub di lavoro” collocate al Sud. Non solo, quindi lavoro agile e da remoto nel comfort di casa propria, ma veri e propri spazi di co-working e uffici dislocati in diverse zone strategiche del Sud Italia, lontani dalle grandi città del Centro-Nord.
E mentre il 61% delle aziende sarebbe disposto ad aprire queste hub per contribuire alla crescita, il 48% lo farebbe, invece, per reperire figure professionali difficili da trovare e il 35,5% per ridurre i costi. In più, il 61% delle imprese reputa che le hub possano essere gestite in modo diretto come una filiale aziendale, anziché da società di servizi esterne. Certo, il lavoro smart e agile trova ancora stereotipi, soprattutto per ciò che concerne la conciliazione tra vita privata e lavoro. Per saperne di più, ecco un nostro approfondimento sull’argomento: https://www.agenziacomunica.net/2022/03/20/il-lavoro-agile-tra-stereotipi-conciliazione-lavoro-e-vita-privata/.
Rilanciare il Sud Italia attraverso il south working
Secondo l’indagine di Randstad, il Sud Italia potrebbe beneficiare moltissimo del south working e subire un rilancio vero e proprio. Questa iniziativa potrebbe altresì fermare la tendenza nazionale del calo della popolazione nel mezzogiorno. Si stima, infatti, che entro il 2030 gli abitanti tra i 20 e i 64 anni si ridurranno all’11%, rispetto al -6,7% atteso a livello nazionale. Un andamento che, secondo la ricerca, non è dovuto solo a fattori demografici, ma a flussi migratori interni strettamente connessi a una ricerca di lavoro qualificato. I ricercatori dell’indagine Randstad hanno studiato le offerte di lavoro tra il 2019 e il 2021 sui maggiori siti di ricerca online, costatando che le offerte di lavoro al Sud costituiscono solo l’8% del totale, mentre i posti di lavoro al Nord e al Centro rispettivamente il 78% e il 14%.
E secondo quest’analisi, che ha censito 112mila annunci di lavoro al Sud, risulta che i lavori con un livello di competenza alti sono circa 50.126. Le figure maggiormente richieste sono agenti di commercio, sviluppatori di software e segretari amministrativi. Il numero di lavori online dove si richiedono abilità e competenze specifiche, cambia drasticamente al nord, dove le posizioni aperte sono oltre 617mila. Per sapere quali siano i lavori più richiesti, ecco un approfondimento di Forbes: https://forbes.it/2022/01/19/lavoro-linkedin-2022-25-professioni-piu-richieste/.
Ed ecco perché il south working potrebbe rivelarsi così importante per la rinascita del Sud Italia. Secondo Marco Ceresa, CEO di Randstad, creare hub di lavoro al Sud permetterebbe alle aziende di reclutare risorse fondamentali e altrimenti non accessibili, garantire un miglior equilibrio tra vita lavorativa e privata e assicurare ricavi locali in grado di smuovere un’economia stagnante. È importante, tuttavia, che ci siano i presupposti per promuovere il south working. La creazione di infrastrutture digitali e di spazi adeguati deve andare di pari passo a uno sforzo univoco tra aziende, agenzie per il lavoro, i Comuni e gli atenei.
com.unica, 13 ottobre 2022
*Immagine in alto: Unsplash