Giovedì alle 9.30 si svolgeranno i funerali in piazza San Pietro. Nel suo ultimo libro-testamento l’invito ai fedeli a rimanere saldi nella fede. “Non lasciatevi confondere!”. Joseph Ratzinger aveva 95 anni

A dare l’annuncio del decesso è stato il Vaticano: “Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano” ha fatto sapere il direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Joseph Ratzinger aveva 95 anni, ed era nato il 16 aprile 1927 a Marktl, in Baviera. La sala stampa del Vaticano ha comunicato inoltre che a partire dalla mattina di lunedì 2 gennaio 2023, la salma del Papa Emerito Benedetto XVI sarà esposta nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli. Giovedì alle 9.30 si svolgeranno i funerali in piazza San Pietro. Il Papa emerito tra le sue volontà ha chiesto che vengano celebrati funerali semplici. Il liturgista: “Potrebbe celebrare Papa Francesco”.

Benedetto XVI è stato il 265º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, 7º sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d’Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice, dal 19 aprile 2005 al 28 febbraio 2013. Settimo pontefice tedesco nella storia della Chiesa cattolica, Benedetto XVI ha tuttavia rinunciato al titolo di patriarca d’Occidente impiegato dai suoi predecessori. Era entrato nel Conclave – in cui fu eletto al quarto scrutinio – come prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, scelto nel 1981 da Giovanni Paolo II, nonché dal 2002 decano del collegio cardinalizio. In precedenza, è stato teologo alle università di Tubinga e poi di Ratisbona, quindi arcivescovo di Monaco di Baviera nel 1977 e subito dopo cardinale, scelto da Paolo VI.

Queste le sue prime parole da Papa: “Cari fratelli e sorelle, dopo il grande Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto – la sua esortazione rivolta ai fedeli raccolti in piazza San Pietro – mi affido alle vostre preghiere”.

Nel nome scelto, Benedetto, vi era quasi certamente il presagio di tempi non facili da affrontare, con il processo di secolarizzazione della società occidentale, le accuse di pedofilia che hanno investito diversi esponenti ecclesiastici, la questione dello Ior con il brusco cambio al vertice e lo scandalo del primo Vatileaks – con la rivelazione di carte segrete vaticane, documenti e lettere private del Papa – che sarebbe scoppiato nell’ultimo periodo del suo pontificato, segnato dalla condanna del suo maggiordomo Paolo Gabriele e dalla successiva concessione della grazia. Lo stesso Joseph Ratzinger, nel motivare la scelta del nome, ha voluto precisare di rifarsi al “periodo travagliato” vissuto da Benedetto XV, il pontefice che guidò i cattolici durante la prima guerra mondiale, descrivendolo come “coraggioso e autentico profeta di pace” e sottolineando il suo “strenuo coraggio”. “Cooperatores Veritatis”, collaboratore della verità. È stato questo il motto ecclesiastico di Joseph Ratzinger, prima scelto da vescovo e poi confermato da Papa. Il suo ruolo di guida della Chiesa universale, nonché di sovrano dello Stato-Città del Vaticano, durerà 7 anni, 10 mesi e 9 giorni, concludendosi il 28 febbraio del 2013, giorno scelto per le sue storiche dimissioni, o meglio per la sua rinuncia al proseguimento del Pontificato; rinuncia clamorosa, ancorché annunciata canonicamente in latino e per di più al termine di un ‘normale’ Concistoro, l’11 febbraio. “Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa – annunciò a sorpresa ai cardinali presenti – Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”.

Uno dei leitmotiv che ha caratterizzato il suo pontificato, così come del resto il suo percorso di finissimo teologo, è stato il netto contrasto alla cosiddetta “dittatura del relativismo” che “non riconosce nulla come definitivo” e che – sono sue parole – “lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”, combattendo quello che descrive come “il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina” e che stigmatizza come “l’unico atteggiamento che pare essere all’altezza dei tempi odierni”. “Un ostacolo particolarmente insidioso all’opera educativa – ha spiegato – è costituito dalla massiccia presenza nella nostra società e cultura di quel relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che sotto l’apparenza della libertà diventa per ciascuno una prigione, perché separa l’uno dall’altro, riducendo ciascuno a ritrovarsi chiuso dentro il proprio io”. Per Ratzinger, questo è un tema centrale per la Chiesa cattolica e per ogni cristiano, assieme ai cosiddetti “valori non negoziabili”. Valori che riguardano anzitutto la difesa della vita, “dall’inizio del suo concepimento alla fine naturale” e quindi il no molto netto e riaffermato in più occasioni all’aborto e all’eutanasia.

«Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita – e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo». Questo è uno dei lasciti spirituali che Benedetto XVI ha affidato ai fedeli nel suo testamento, che viene pubblicato nel libro Nient’altro che la verità, scritto dall’Arcivescovo Georg Gänswein, suo segretario particolare, con Saverio Gaeta, per le edizioni Piemme e in uscita agli inizi di gennaio.

A poche ore dalla sua morte sono arrivate le prime dichiarazioni dei capi di stato da tutto il mondo. “La morte del Papa emerito Benedetto XVI è un lutto per l’Italia – ha affermato il Presidente della Repubblica Mattarella. “La sua dolcezza e la sua sapienza hanno beneficato la nostra comunità e l’intera comunità internazionale – ha proseguito. Con dedizione ha continuato a servire la causa della sua Chiesa nella veste inedita di Papa emerito con umiltà e serenità. La sua figura rimane indimenticabile per il popolo italiano. Intellettuale e teologo ha interpretato con finezza le ragioni del dialogo, della pace, della dignità della persona, come interessi supremi delle religioni. Con gratitudine guardiamo alla sua testimonianza e al suo esempio”. Per il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “Benedetto XVI è stato un gigante della fede e della ragione. Un uomo innamorato del Signore che ha messo la sua vita al servizio della Chiesa universale e ha parlato, e continuerà a parlare, al cuore e alla mente degli uomini con la profondità spirituale, culturale e intellettuale del suo Magistero. Un cristiano, un pastore, un teologo: un grande della storia che la storia non dimenticherà”. Per il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il mondo perde “una figura eccezionale” della Chiesa cattolica. “I miei pensieri sono con i cattolici di Francia e del mondo, in lutto per la partenza di Sua Santità Benedetto XVI, che ha lavorato con anima e intelligenza per un mondo più fraterno”, ha twittato il capo di Stato francese Emmanuel Macron. Rishi Sunak, premier britannico si è detto oggi “addolorato” per la morte del “grande teologo” Benedetto XVI.

com.unica, 31 dicembre 2022

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