16 marzo 1978: la strage di via Fani, il sequestro di Aldo Moro e le nebbie di un fatto incredibile
[ACCADDE OGGI]
Mario Fani un giovanotto viterbese di nobile famiglia, cattolico e papista, con studi presso i benedettini di San Paolo, è ricordato per essere stato l’ideatore dell’Azione Cattolica quando ancora si cantava “Santo Padre che da Roma ci sei meta, luce e guida…”. Morirà a solo 24 anni nel 1869 per le conseguenze di una broncopolmonite contratta per essersi lanciato in mare a Livorno alfine di salvare un poveretto che stava affogando e si risparmierà di assistere alla breccia di Porta Pia e di vedere il suo amatissimo Pio IX prigioniero tra le mura vaticane. A lui è intitolata la strada di Roma adiacente via della Camilluccia, dove risiedeva il politico democristiano pugliese Aldo Moro.
Aldo Moro era stato un docente universitario di diritto penale e da brillante studente di Giurisprudenza aveva partecipato ai Littoriali della cultura e dell’arte pronunciando il famoso giuramento “Combatterò per superare tutte le prove, per conquistare tutti i primati con il vigore sui campi agonali con il sapere negli arenghi scientifici. Combatterò per vincere nel nome di Roma così combatterò come il Duce comanda. Lo giuro!”. Ma egli era un cattolico praticante molto apprezzato dal futuro Papa Montini e perciò, anche a causa degli eventi che non lasciavano presagire niente di buono “per vincere nel nome di Roma”, accettò la carica di presidente della Federazione Universitaria Cattolica Italiana.
Dopo la guerra Moro, che pure nutriva simpatie per l’area socialista democratica, fu richiamato dal suo forte credo religioso e incrociò lo scudo crociato della DC divenendo anche presidente nazionale della sezione laureati dell’Azione Cattolica. Fu l’inizio di una rapida carriera sia professionale che politica: deputato alla Costituente, eletto alla Camera dei Deputati fin dal 1948, varie volte sottosegretario e ministro, segretario nazionale della Democrazia Cristiana, capo del governo, titolare della cattedra di Istituzioni di Diritto e Procedura penale presso la Facoltà di Scienze politiche di Roma. Dove poteva andare ad abitare a Roma Aldo Moro se non in via Mario Fani il promotore dell’Azione Cattolica? Purtroppo, però, la strada del quartiere Trionfale resterà nella memoria della gente unicamente per l’orrenda strage di cinque uomini della scorta del presidente democristiano, uccisi in maniera spietata quel mattino del 16 marzo 1978 quando un gruppo di brigatisti rossi il cui numero rimarrà imprecisato anche nelle infinite udienze processuali, portò a segno il rapimento di Aldo Moro.
L’intero paese rimarrà incredulo e scioccato dalle prime notizie diffuse dalle edizioni straordinarie di radio e televisione “una drammatica notizia che ha dell’incredibile che, anche se non ha trovato finora una conferma ufficiale, sembra sia vera… l’onorevole Moro sarebbe stato rapito a Roma dai terroristi; si tratterebbe di un inaudito, ripetiamo, incredibile episodio. … La scorta composta da cinque agenti e sarebbero tutti morti”. L’incredibile e l’inaudito era vero, e attendibili si rivelarono le prime testimonianze delle persone del posto attratte dagli spari, come quella di Pino Rauti che dal balcone di casa sua in via Stresa, una traversa di via Fani, aveva visto degli uomini armati con la divisa di avieri, o come quelle dei diversi abitanti del luogo che riferirono di un commando che agì con calma e risolutezza militare.
Il resto della storia è nota con la morte di Moro e il suo cadavere fatto ritrovare a pochi passi dal Ministero dell’Interno. Noto è anche il grande dibattito che in conseguenza di quell’evento portò a un profondo mutamento del quadro politico con i socialisti messi all’angolo dall’incredibile fermezza democristiana e comunista nel non accettare nessun tipo di trattativa per salvare la vita di Moro. Via Fani, nonostante i processi, i pentimenti e le condanne dei “compagni che sbagliavano” resterà uno dei grandi misteri italiani avvolto dai carteggi segreti della commissione Mitrokhin, dove si legge “Aldo Moro fu catturato con una vera e propria operazione di commando, l’unica messa in atto dopo la seconda guerra mondiale. Tutta la scorta fu assassinata ed era presente anche un tiratore scelto straniero che non fu mai preso e del quale non si è mai parlato” e dalle nebbie di un tavolo da seduta spiritica a cui partecipò Romano Prodi.
Franco Seccia/com.unica, 16 marzo 2023