Nelle ultime settimane, nel governo è emerso con sempre maggiore chiarezza, il progetto leghista di rivedere il Piano per la ripresa, per riscrivere la destinazione degli investimenti e così sfidare la Commissione Europea che ha stanziato i miliardi per il nostro Paese.

La Presidente del Consiglio ha fatto molto in questi mesi per indirizzare la nuova fase politica verso il fare, l’agire e l’ottenere ciò che ci spetta, come membro fondatore della Comunità Europea, pur se alla pari con gli atri Paesi.

I vertici della Lega, da sempre euroscettici, in primis il segretario, sostengono che i soldi elargiti, tranne la parte a fondo perduto, non sono regalati, ma solo prestati, vanno restituiti e soprattutto investiti. Si tratta in sostanza di una manovra ad alto rischio che ha lo scopo, neanche tanto recondito, di dirottare i miliardi verso obiettivi che non sono quelli concordati con la Comunità Europea.

A neanche tre settimane dalla scadenza del provvedimento, che va presentato per non perdere i finanziamenti europei che valgono una decina di punti di PIL, la presa di distanza della Lega rischia di destabilizzare il governo sulla questione più strategica per il futuro del nostro Paese che ha bisogno di decisioni, perché non basta elencare i problemi e parlare della loro gravità, bisogna anche trovare le soluzioni.

La Premier ha giustificato il ritardo nella presentazione del PNRR con il fatto che era stato scritto dai governi precedenti e non dal suo. Verissimo, ma ciò non toglie che debba il suo governo utilizzare ogni euro dei fondi elargiti dalla Comunità Europea, perché è il nostro governo quello che abbiamo al momento.

La destra al governo non deve dimostrare la sua identità e ciò che ritiene di essere quotidianamente, ma cosa pensa di fare per migliorare lo standard di un Paese che per due anni di seguito ha fatto registrare una crescita senza precedenti, riducendo le disuguaglianze e accrescendo l’occupazione.

In fin dei conti il governo che la rappresenta verrà giudicato solo per la sua capacità di evitare il ritorno alla crescita zero, alla stagnazione e alla perdita di lavoro e ricchezza.

Sembra, invece, che la vera preoccupazione di chi è andato al governo sia quella di dimostrare che non ha cambiato idea e mai la cambierà, ma chi è chiamato a guidare una nazione è responsabile di essa così com’è non come avrebbe voluto che fosse.

Se dunque la Destra vuole davvero difendere e accrescere la sua credibilità deve dimostrare di impegnarsi a risolvere i tanti problemi che ci assillano, trovando per essi le migliori soluzioni.

Angela Casilli, com.unica 8 aprile 2022

Foto licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT

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