4 maggio 1949, la tragedia del Grande Torino
[ACCADDE OGGI]
Alle 17:02 del 4 Maggio 1949, il comandante T.Colonnello Meroni, del volo ALI (le Avio Linee Italiane) alla guida del trimotore Fiat G-202, ricevette la risposta alla richiesta del bollettino metereologico: “Nebulosità intensa, raffiche di pioggia, visibilità scarsa, nubi 500 metri”. Alle ore 17:03 Meroni rispose: “Ricevuto, sta bene, grazie mille…Arriviamo!“. Poi…silenzio. Un tragico maledetto silenzio avvolto nella fitta nebbia che nascondeva l’Abbazia di Superga e che come in una inquietante e spettrale immagine si portò via per sempre l’intera squadra di calcio del Grande Torino con i tecnici, gli accompagnatori, i giornalisti al seguito e, naturalmente, il personale di bordo.
Non si salvò nessuno dei 31 occupanti di quel velivolo che si schiantò contro il pendio e le mura di cinta della storica Abbazia piemontese nel cui interno e nella stessa ora dell’impatto il cappellano Don Tancredi Ricca era intento alla lettura dei vespri. La squadra del Torino, che negli anni immediatamente precedenti alla sciagura aveva fatto incetta di ben cinque scudetti del campionato italiano di calcio italiano, rientrava da Lisbona dove aveva disputato una partita amichevole con il Benfica per aiutare con il ricavato dell’incasso il capitano della squadra portoghese che navigava in cattive acque… altri tempi!
Quel tragico destino di quei generosi calciatori sconvolse le coscienze dell’intera nazione e travalicò i confini di Torino e dell’Italia per portare nel mondo un angosciante sentimento di commozione e di gratitudine verso quei generosi atleti amanti dello sport carico di solidarietà e privo di mercimonio. Il Torino vinse il sesto scudetto deciso a tavolino per la forzata assenza fisica della propria squadra. Nel 2015 la FIFA ha proclamato il 4 maggio “giornata mondiale del gioco calcio”.
Franco Seccia/com.unica 4 maggio 2023