La Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, il rapporto dell’Unicef
Oggi, 12 giugno, in occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, l’UNICEF Italia presenta il 1° rapporto statistico “Lavoro minorile in Italia: rischi, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro”: nel 2022 sono 69.601 i lavoratori minorenni 15-17 anni, in aumento rispetto ai 51.845 del 2021 e ai 35.505 del 2020; la posizione di “dipendente” raccoglie la maggiore percentuale di lavoratori, seguita da “operai agricoli” e “voucher”; se invece osserviamo la fascia di età entro i 19 anni nel 2021 i lavoratori erano 310.258, in aumento rispetto ai 243.856 del 2020.
Nel periodo compreso tra il 2017 e il 2021 le denunce di infortunio di minorenni sotto i 19 anni presentate all’Inail a livello nazionale ammontano a 352.140 di cui: 223.262 per i minorenni fino a 14 anni (erano 31.857 nel 2021 e 18.534 nel 2020) e 128.878 nella fascia di età 15-19 anni (erano 18.923 nel 2021 e 11.707 nel 2020). Il rapporto esamina i dati sul lavoro minorile e gli infortuni da lavoro in Italia nel quinquennio 2017-2021, distribuiti per età, regione e genere ed è stato realizzato sulla base di dati elaborati a partire da report e database presenti su portali nazionali dell’Inail e dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS).
Il rapporto, realizzato nell’ambito delle attività dell’Osservatorio UNICEF per la prevenzione dei danni alla salute da lavoro minorile e coordinato da Domenico Della Porta, è stato curato dal “Laboratorio di Sanità Pubblica per l’analisi dei bisogni di Salute delle Comunità” del Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria “Scuola Medica Salernitana” dell’Università degli Studi di Salerno. Responsabile scientifico è Francesco De Caro, affiancato dalle funzionarie psicologhe Francesca Malatesta e Nadia Pecoraro, con il contributo scientifico di Giuseppina Cersosimo. Il report è stato presentano oggi, nell’ambito delle “OFFICINE UNICEF”, durante l’incontro on line “Tutelare i diritti dei minorenni che lavorano”, alla presenza della presidente dell’UNICEF Italia, Carmela Pace, del coordinatore dell’Osservatorio UNICEF per la prevenzione dei danni alla salute da lavoro minorile, Domenico Della Porta, del responsabile scientifico Francesco De Caro e della docente in Sociologia della Salute dell’Università degli Studi di Salerno Giuseppina Cersosimo.
“Proponiamo oggi una riflessione pubblica sui dati, grazie alla collaborazione avviata con l’Università di Salerno nell’ambito dell’Osservatorio UNICEF per la prevenzione dei danni alla salute da lavoro minorile”, sottolinea Carmela Pace. “Al fine di garantire un’attenzione particolare ai minorenni che lavorano, favorendo la diffusione di una cultura della prevenzione, nello scorso mese di febbraio abbiamo firmato un Protocollo con il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali per unire le forze nel perseguimento di questo importante obiettivo. Già nel giugno 2022 avevamo dato vita all’Osservatorio UNICEF per la prevenzione dei danni alla salute da lavoro minorile, proprio allo scopo di contrastare lo sfruttamento degli adolescenti e tutelare la legalità, a partire dalla realizzazione di studi, analisi e proposte da rivolgere alle Istituzioni competenti”.
ALTRI DATI DEL RAPPORTO
LAVORO MINORILE – Le cinque regioni con il maggior numero di ragazzi fino a 19 anni occupati complessivamente nell’arco dei cinque anni presi in esame sono rispettivamente: Lombardia (240.252), Veneto (155.987), Emilia Romagna (134.694), Lazio (119.256) e Puglia (108.867).
LAVORO MINORILE E GENERE – Dei 310.287 minorenni fino a 19 anni coinvolti nel lavoro nel 2021, 193.138 sono maschi e 117.149 sono femmine – in aumento rispetto ai 154.194 maschi e le 89.674 femmine nel 2020. Il maggiore impiego di lavoratori di sesso maschile entro i 19 anni rispetto a lavoratrici di sesso femminile, mostra la tendenza delle donne a essere più istruite degli uomini; il 65,3% delle donne ha almeno un diploma (rispetto al 60,1% degli uomini); le laureate arrivano al 23,1% (rispetto al 16,8% degli uomini) (ISTAT, 2022). Si può osservare che il divario di genere nel tasso di occupazione (55,7% contro 75,8%) si riduce al crescere del livello di istruzione (31,7 punti per i titoli bassi, 20,3 per i medi e 7,3 punti per gli alti) (ISTAT, 2022). Inoltre, per le giovani donne che decidono di abbandonare gli studi, ottenendo al più un titolo secondario inferiore, le possibilità di occupazione rispetto ai loro coetanei maschi sono di gran lunga minori (20,8% rispetto a 41,9%) (ISTAT, 2022).
DENUNCE DI INFORTUNIO – Le regioni con le percentuali più elevate di denunce totali di infortunio nel quinquennio (2017-2021) dei lavoratori sotto i 19 anni sono: Lombardia (76.942), Emilia Romagna (40.000), Veneto (39.810) e Piemonte (31.997) che da sole ricoprono più del 50% delle denunce di infortunio nazionali.
INFORTUNI CON ESITO MORTALE – Tra il 2017 e il 2021 sono state 7 gli infortuni con esito mortale per i minorenni sotto i 14 anni e 67 per la fascia di età 15-19 anni. Sebbene il numero di denunce di infortunio sia stato maggiore nella fascia di età sotto i 14 anni, gli infortuni con esito mortale sono fortemente sbilanciati verso la fascia di età 15-19 anni.
La Regione Veneto rappresenta la prima Regione per infortuni con esito mortale. Abruzzo, Basilicata, Sardegna, la Provincia autonoma di Trento e la Valle d’Aosta non registrano nessun infortunio con esito mortale nel quinquennio preso in esame.
com.unica, 12 giugno 2023