14 luglio 1948, l’attentato a Palmiro Togliatti
[ACCADDE OGGI]
Benché novantaseienne è ancora vivo Antonio Pallante, l’allora studente universitario di origine campana e siciliano di adozione che il 14 luglio 1948 sparò quattro colpi di pistola contro Palmiro Togliatti mentre il potente segretario generale del PCI usciva con la compagna Nilde Iotti da un ingresso secondario di Montecitorio.
L’Italia fu scossa da quell’attentato da cui “il migliore” si salvò per miracolo così come per miracolo, un miracolo falsamente attribuito a Gino Bartali, il Paese fu risparmiato da una guerra civile e dalla sollevazione armata dei comunisti che lessero nel criminale gesto di Pallante una volontà superiore per eliminare il loro capo.
Le prime notizie che circolarono nelle redazioni dei giornali non lasciavano presagire nulla di buono sulla salute del segretario del PCI e naturalmente la vulgata popolare fu che Togliatti era morto. Immediatamente molti operai nelle fabbriche abbandonarono i posti di lavoro e la CGIL proclamò lo sciopero generale. Seguirono molte adunate forse anche spontanee nelle piazze e furono non pochi i tentativi di assalto delle Prefetture e delle caserme in molte città soprattutto a Genova, a Milano, a La Spezia, a Roma, a Napoli, a Taranto. De Gasperi riunì il Consiglio dei ministri e elogiando il Ministro dell’interno Scelta informò di un tentativo di sovvertire l’ordine costituzionale e dell’esistenza di un piano volto alla instaurazione della dittatura comunista, da attuare al momento più opportuno.
Alla fine si contarono quasi una trentina di morti in tutto il Paese ma non vi fu rivoluzione perché lo stesso Togliatti scampato alla morte grazie all’intervento chirurgico di Pietro Valdoni ordinò ai suoi di stare calmi ben cosciente che gli accordi di Yalta e la massiccia presenza delle truppe americane in Italia non avrebbero favorito un successo della rivolta.
L’attentatore Antonio Pallante già a metà degli anni Cinquanta era un uomo libero e non si contano le interviste e dichiarazioni sul gesto da lui compiuto in nome di un presunto anticomunismo viscerale anche se c’è chi sospetta che con quei proiettili all’indirizzo di Togliatti volesse vendicare il suo professore di diritto dell’ateneo catanese Antonio Canepa freddato per le sue idee separatiste. Resta inspiegabile come un condannato per l Corpo delle Guardie Forestali, lavoro che gli ha assicurato la pensione che ancora gli permette di vivere.
(Franco Seccia/com.unica 14 luglio 2023)