“Tina Modotti. Here and Now”: a Tel Aviv una mostra dedicata alla grande fotografa italiana
Sino al 29 luglio, la galleria Artspace di Tel Aviv ospita la mostra “Tina Modotti. Here and Now” che, organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura, rende omaggio alla fotografa e rivoluzionaria italiana del Novecento. Riconosciuta e sempre più raccontata dalla storia dell’arte e dalla critica contemporanea, Tina Modotti (Italia, 1896 – Messico, 1942) è considerata oggi, a tutti gli effetti, un’icona culturale alla stregua di artiste a lei coeve come Frida Kahlo, Georgia O’Keeffe e Diane Arbus.
La mostra di Tel Aviv si compone di 37 fotografie che documentano il percorso biografico e creativo dell’artista e provengono dalla mostra “Tina Modotti. La genesi di uno sguardo moderno”, tenutasi presso il Centro Saint-Bénin di Aosta, a cura di Dominique Lora e Héctor Manuel Orozco Velázquez.
Il percorso espositivo si apre con una sequenza di scatti che sintetizzano la visione del mondo di Tina Modotti e della fotografia come strumento di indagine e denuncia sociale. Attraverso i simboli del lavoro, del popolo e del suo riscatto, viene presentato un excursus che ricostruisce i momenti essenziali della storia personale e creativa dell’artista, breve ma intensa e ricca di opere.
Successivamente, l’attenzione si concentra sul primo periodo messicano della fotografa (1924-1926), in cui l’artista viene a contatto con il mondo messicano e ne fotografa la flora locale, i dettagli architettonici, le maschere di cartapesta e oggetti disparati. Questi scatti, caratterizzati dal close-up, guidano lo sguardo verso le forme straordinarie degli oggetti del mondo quotidiano rivelandone una bellezza enigmatica e svelando la complessità del mondo. La cura per il dettaglio è il segno distintivo di Tina ed è presente anche nel periodo successivo, più impegnato politicamente, consentendole di rappresentare proletariato messicano attraverso un codice di comunicazione intima e familiare.
Assunta Adelaide Luigia Modotti, chiamata Tina per brevità, nasce a Udine nel 1896. Iniziata fin dal primo periodo italiano alla tecnica fotografica, all’età di diciassette anni decide di raggiungere il padre a San Francisco. Negli Stati Uniti intraprende molto presto la carriera di attrice e modella, ma è grazie all’incontro con Edward Weston, che sviluppa un importante senso dell’arte fotografica e documentaristica. Nel 1923 Modotti e Weston, ormai compagni di vita, si trasferiscono a Città del Messico, dove la fotografa diventa militante politica e si specializza nella rappresentazione della diversità e della povertà. Nel 1930, costretta all’esilio, lascia il continente americano per l’Europa, spostandosi tra Mosca, Berlino e la Spagna devastata dalla guerra civile. Nel 1939 sotto falso nome riesce a far ritorno in Messico, dove però nel giro di pochi anni morirà in circostanze ancora controverse. Il talento straordinario della Modotti consisteva nell’osservare la realtà e immortalare le condizioni e le emozioni delle classi lavoratrici e della rivoluzione socialista, raccontando geografie umane e territoriali con un linguaggio inedito e contemporaneo. Soprattutto, la fotografa traccia e sviluppa una nuova sensibilità artistica, basata sulla moderna etica e tecnica fotografica, fino a quel momento unicamente riservata ad un universo prettamente maschile.
L’inaugurazione della mostra il 6 luglio scorso è stata preceduta da una conversazione dei curatori della mostra Dominique Lora e Yair Barak nello spazio di Ta Tarbut (che in italiano si tradurrebbe come “cellula di cultura”) del quartiere Kiryat HaMelacha, spazio di incontro per gli artisti e perno turistico del distretto. L’area, infatti, è diventata protagonista del rinnovamento urbano della città: da luogo di criminalità ed esempio di brutalismo architettonico, a cittadella delle arti e dell’artigianato.
La mostra è promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Tel Aviv e realizzata in collaborazione con l’Ambasciata del Messico in Israele e Glocal Project Consulting Srl. “Tina Modotti. Here and now” presenta 37 scatti originali della fotografa italiana, grazie alla gentile concessione di prestiti da parte dell’Instituto Nacional de Antropología e Historia y Fototeca Nacional de Messico (INAH), dell’Archivio Ricardo B. Salinas Pliego (Messico) e dall’Archivio e Fondazione Manuel Álvarez Bravo Televisa (Messico).
com.unica, 20 luglio 2023