Yuval Noah Harari: le ragioni dietro l’attacco di Hamas, il dolore dei due popoli, il ruolo di Netanyahu
Lo storico israeliano a Sky: “chiunque incolpi Israele per questo attacco non solo approva il terribile terrorismo, ma approva anche le persone che hanno fatto di tutto per distruggere ogni possibilità di pace per anni e anni.”
“Vincere questa guerra di anime non significa solo disarmare Hamas. Significa anche preservare l’umanità di Israele”. Lo ha detto in una lunga intervista a Sky TG24, lo scrittore, storico e saggista Yuval Noah Harari, professore di Storia all’Università Ebraica di Gerusalemme e autore di bestseller internazionali come Sapiens, 21 lezioni per il XXI secolo fino al più recente Noi inarrestabili: come ci siam presi il mondo, pubblicati in Italia da Bompiani.
Harari chiarisce subito il significato di “guerra di anime”, un concetto espresso di recente anche in un editoriale sul Times: “Hamas non sta cercando di conquistare un territorio. È ovvio a tutti, compreso Hamas, che non hanno la capacità militare di conquistare un villaggio israeliano e tenerlo. Quello che hanno fatto è stato attaccare soprattutto villaggi civili e massacrare intere popolazioni, non solo uccidendo civili, ma torturando e giustiziando le persone nei modi più raccapriccianti che potessero immaginare e assicurandosi anche che tutto questo venisse pubblicizzato e raggiungesse un vasto pubblico in Israele e fuori. Ora abbiamo sempre più storie di orrore inenarrabile che provengono da quei villaggi. Questo è stato un comportamento intenzionale perché non volevano solo uccidere i civili. Volevano seminare l’odio e la violenza nelle menti e nelle anime di milioni di persone per assicurarsi che non ci sarà mai la pace. Questo è l’obiettivo di Hamas.”
Quanto al fondamento geopolitico dell’attacco lo storico israeliano non ha dubbi: “Dobbiamo ricordare – sottolinea – che Israele era sul punto di firmare lo storico trattato di pace con l’Arabia Saudita, che avrebbe dovuto normalizzare le relazioni tra Israele e la maggior parte del mondo arabo per alleviare le sofferenze di milioni di palestinesi nei territori palestinesi occupati e per riavviare, si spera, il processo di pace. Questo ha spaventato Hamas. Quindi Hamas ha lanciato di nuovo questo attacco, non solo per fermare l’immediato trattato di pace, ma per assicurarsi che non ci sia mai pace, seminando questi semi di odio nell’anima di milioni di persone. […]
“A loro – prosegue – non sembra interessare la sofferenza dei palestinesi, perché si tratta di persone fissate su un altro mondo. Hanno credenze religiose fanatiche che affermano che ciò che conta davvero è solo l’aldilà. Secondo loro, se un palestinese viene ucciso da Israele, è un martire e va immediatamente in paradiso. Nella visione del mondo di Hamas questo è un bene, ed è per questo che sono disposti a bruciare l’intera regione. Sono disposti a bruciare questo mondo affinché le loro anime possano godere di pace e beatitudine eterne in un altro mondo. Pertanto dobbiamo vincere questa guerra di anime, che non significa solo disarmare Hamas. Significa anche preservare l’umanità di Israele. Perché, sapete, quando si assiste a tali orrori, si perde la fiducia nell’umanità, quindi si perde la propria umanità. Questa è una battaglia che noi israeliani non possiamo perdere, altrimenti perdiamo la nostra umanità e scendiamo al livello barbarico di Hamas. Qual è il punto? Diventiamo come loro anche nel bel mezzo di questa terribile guerra. Dobbiamo ricordare che la maggior parte dei palestinesi non è Hamas, che la maggior parte di loro sono civili innocenti e che dobbiamo tenere conto dei loro diritti umani fondamentali e offrire loro un futuro al di là degli orrori della guerra.”
Nel corso dell’intervista Harari ci tiene a mettere in risalto le colpe di Hamas, che devono venire prima di ogni altra considerazione relativa agli errori del governo israeliano
“Chiunque incolpi Israele per questo attacco, beh, io da anni critico il regime di Netanyahu per molte delle sue politiche – afferma. “Anche per aver bloccato il processo di pace con i palestinesi. C’è molto da criticare al riguardo. Ma chiunque incolpi Israele per questo attacco non solo approva il terribile terrorismo, ma approva anche le persone che hanno fatto di tutto per distruggere ogni possibilità di pace per anni e anni. È stato Hamas a far deragliare, in larga misura, il processo di pace di Oslo.”
[…]
Ora l’obiettivo immediato della guerra è disarmare Hamas. Ma la domanda principale è: cosa succederà ora? “La comunità internazionale deve assicurarsi che i civili palestinesi di Gaza siano sovrani – continua Harari. “Hanno un futuro che possono provare a costruire, non solo una vita lì, ma una vita significativa e dignitosa per loro stessi. E questo non può farlo Israele. Spero di vedere più attori internazionali intervenire per garantire che il vuoto lasciato quando Hamas sarà sconfitto e disarmato non si riempia di disperazione e cose ancora più brutte di Hamas.”
L’ultima domanda riguarda il futuro di Israele: “Il futuro del mio paese dipenderà dalle decisioni che prenderemo nei prossimi giorni. Israele deve prendere alcune delle decisioni più importanti della sua storia. Non si tratta solo di come sconfiggere Hamas. Si tratta anche di come preservare la nostra umanità. Si tratta anche di come preservare qualche possibilità di pace con i palestinesi. Si tratta anche di come ricostruire il nostro Paese in democrazia, di liberarsi delle idee populiste e delle fantasie messianiche che hanno eroso la società israeliana negli ultimi anni per tornare agli ideali fondanti del Paese, la democrazia in patria e la pace all’estero. E su questa base costruire un Paese migliore.”
L’intervista completa ad Harari, a cura di Renato Coen, è andata in onda su Sky Tg24 alle 21 di sabato 21 ottobre e sarà riproposta sullo stesso canale domenica 22 ottobre alle ore 17. Qui il link all’intervista integrale.
com.unica, 21 ottobre 2023