Il report finale e la serie inedita con le interviste del primo Forum Intelligenza Artificiale del Festival della Comunicazione organizzato a Camogli

Dal primo Forum Intelligenza Artificiale, organizzato a Camogli da Frame – Festival della Comunicazione il 2 e 3 dicembre scorsi, è scaturito un report finale. Ma non solo: dalla necessità di raccogliere e condividere le suggestioni, i pensieri e i commenti dei relatori sull’intelligenza artificiale e sulle relazioni con il mondo di oggi e di domani è nata “AI: Prospettive”, una serie che parte da una preziosa eterogeneità delle esperienze e dei punti di vista dei protagonisti del Forum e restituisce un’immagine del mondo dell’intelligenza artificiale complessa, arricchente e originale.

Le riprese e le interviste, in occasione del Forum, sono state raccolte proprio nei giorni conclusivi della lunga trattativa internazionale che ha portato all’approvazione del regolamento europeo AI Act. Punto di partenza della costruzione di “AI: Prospettive” è la presa di coscienza che l’intelligenza artificiale si prospetta, ora e nel futuro, come uno strumento che abbia la capacità di permeare ogni settore della nostra società. Da qui la volontà condividere le prospettive, ciascuna e ciascuno riguardo il proprio campo di lavoro o di indagine.

La serie “AI: Prospettive” è liberamente fruibile dal sito dell’evento (framecultura.it/forum-ai-interviste-prospettive) e dai canali social del Festival della Comunicazione, con interviste inedite e originali ai partecipanti del Forum, che sono accademici, giornalisti, tecnici, filosofi, economisti e manager, tutte personalità esperte in ambiti diversi e operativamente impegnate – chi in board istituzionali, chi nella ricerca, chi nell’area produttiva – nella gestione degli impatti che l’intelligenza artificiale ha in quello specifico contesto di applicazione in cui opera.

Tra i volti ci sono Brando Benifei, eurodeputato e relatore del regolamento europeo sull’intelligenza artificiale votato dal Parlamento europeo lo scorso 9 dicembre, che ha anche commentato il traguardo raggiunto e il valore del provvedimento, Nello Cristianini, professore di Intelligenza artificiale all’Università di Bath, e Paolo Benanti, membro del nuovissimo consiglio ONU sull’Intelligenza Artificiale e del Comitato di Coordinamento italiano per l’aggiornamento delle strategie sull’utilizzo dell’AI. Poi il direttore per il Lavoro, l’Occupazione e le Politiche sociali dell’OCSE Stefano Scarpetta, Paolo Granata che è professore di Book and Media Studies all’Università di Toronto, il componente del Collegio del Garante della protezione dei dati personali Guido Scorza e la coordinatrice del board per l’innovazione tecnologica e trasformazione digitale del Comune di Milano Layla Pavone. Ancora, Marco Bentivogli, esperto di politiche di Innovazione dell’Industria e del Lavoro, Viola Schiaffonati, professoressa di Logica e Filosofia al Politecnico di Milano, il professore di Filosofia teoretica Maurizio FerrarisMila Valsecchi, esperta di strategie d’apprendimento e AD di Framevision, il direttore di Wired Italia Federico Ferrazza e Carola Frediani, giornalista di temi digitali. E ancora, il direttore del team Nanoscopy dell’Istituto Italiano di Tencologia Alberto Diaspro, Yoram Gutgeld, che è Ceo di Europe Khealth, il vicedirettore del Corriere della Sera Federico Fubini, l’amministratore delegato di Retex Fausto Caprini, il prof. di Neuroscienze all’Università di Trento Giorgio Vallortigara e Marco Formento, direttore Global Innovation & ESG di Dolce&Gabbana.

A coordinare il Forum, organizzato da Frame – Festival della Comunicazione in collaborazione con il Comune di Camogli e patrocinato da Rai Liguria, è Danco Singer, direttore del Festival della Comunicazione e amministratore unico di Frame, insieme alla project manager Veronica Scazzosi. Oltre all’Hotel Cenobio dei Dogi che lo ha ospitato, il Forum e la serie sono stati possibili anche grazie al supporto di Ferrovie dello Stato, MyEdu, Dolce&Gabbana e Retex.


IL REPORT FINALE

Il primo passo per trovare soluzioni è porsi le domande giuste. L’aspirazione del Forum è che le sollecitazioni prodotte da questo momento di confronto arricchiscano e rendano più incisive le attività dei diversi ambiti di azione in cui ciascuno dei partecipanti opera.
Si sono riuniti attorno a uno stesso tavolo personalità esperte in ambiti diversi, operativamente impegnate (chi in board istituzionali, chi nella ricerca, chi nell’area produttiva) nella gestione degli impatti che l’IA ha in quello specifico contesto di applicazione in cui opera. Unico scopo dell’incontro è stato mettere a confronto le esperienze delle realtà che ciascuno porta con sé, per allargare lo sguardo sulla complessità del fenomeno, arricchendo la propria posizione con il portato degli altri punti di osservazione. In questo confronto, a porte chiuse, si è sviluppato un dibattito libero e spontaneo, che, tra convergenze e divergenze, evidenze e percezioni, analisi e proiezioni, nell’ottica di ascolto e apertura, fuori dai riflettori mediatici, ha fatto emergere alcune questioni nodali.
Il momento: l’Intelligenza Artificiale si è aperta alle applicazioni generative, dando prova di grandi capacità inedite e offrendo grandi opportunità. L’IA pervade ogni aspetto della nostra vita privata, sociale, produttiva ed evolve con un ritmo crescente.
Si pone dunque il tema di come convivere oggi con le macchine intelligenti e come vivere nel futuro. Convivere significa comprendere.
L’esigenza di definire con approccio scientifico, tecnologico e umanistico cosa sia esattamente l’IA, cosa può fare, quali sono i modelli che adotta e quali sono le implicazioni etiche, economiche e legali che ne derivano.
In particolare si è discusso di:
– intelligenza, allargando lo spettro a tutte le forme di intelligenza, tanto nell’intelligenza naturale quanto in quelle artificiali
– rapporto tra essere umano e macchina, dove la tecnologia è intesa come potenziamento delle capacità umane. Il tema deve essere accompagnato da un’analisi critica di ciò per cui non è necessario l’uso dell’IA e di ciò che, invece, ne ha bisogno.
– libertà. La nuova macchina ha in potenza la capacità di condizionare le decisioni umane. Quali attività dovremmo/potremmo delegare alla macchina? E con quali implicazioni
– attenzione ai diritti delle persone
– conoscenza. L’IA si può interpretare come una nuova interfaccia della conoscenza. Ogni nuova tecnologia fa parte di un ambiente nuovo dal quale trae significati, un ecosistema nel quale ci troviamo ad agire. La paura verso il nuovo può essere combattuta solo con una maggiore consapevolezza. In tal senso la consapevolezza dell’avanzamento delle (nano)tecnologie e della conoscenza dei meccanismi neuronali ha un ruolo cardine nello studio dell’evoluzione dell’IA.
– lavoro, ambito che sta attraversando una fase di radicale trasformazione: dal rapporto spazio-tempo, alla sostituibilità dell’essere umano in alcune mansioni, dall’aumento dell’ingaggio cognitivo alla redistribuzione della ricchezza.
La necessità di una regolamentazione condivisa, tenendo conto di diversi aspetti tra cui:
– la questione della titolarità dei diritti sui dataset e sugli esiti
– la sicurezza dei dati e delle infrastrutture informatiche
– la qualità dei dati e dei dataset che istruiscono l’algoritmo
– la distinzione tra rischio e pericolo. Le buone intenzioni non bastano, occorre immaginare anche le conseguenze inattese
– la necessità di rimettere al centro del dibattito il rischio della manipolazione digitale, approfondendo la distinzione tra persuasione e manipolazione, tra dispositivi normativi e dispositivi di nudging.
– quale grado di fiducia riporre nei risultati delle elaborazioni dell’IA. Definire chiare responsabilità può rappresentare un passo necessario.
– chi e come deve applicare la funzione di filtro e con quali criteri
– il rapporto tra il diritto a innovare e il diritto alla privacy
– la regolamentazione e la responsabilità. La differenza tra le leggi e le tecnologie nella capacità di condizionare i comportamenti umani
– la difficoltà nell’implementare qualsiasi regola in un contesto in continua evoluzione.
Condizione necessaria per affrontare tutti gli aspetti legati all’applicazione dell’IA è una consapevolezza diffusa; l’investimento sulla conoscenza dovrebbe andare di pari passo con la regolamentazione. Ad oggi tendiamo ad investire di più nell’addestrare gli algoritmi a conoscere le persone che nell’educare le persone a conoscere gli algoritmi. Si pongono così anche i temi correlati del deskilling-reskilling e della formazione a tutti i livelli e in tutte le fasi evolutive, con un reale lifelong learning, personalizzato sul singolo anche in funzione dei contesti in cui agisce, ripensando e aggiornando i modelli educativi.
Si ripropongono molte domande aperte:
quali sono i contorni del concetto di intelligenza e di esperienza consapevole? È possibile elaborare una legge “flessibile”, dinamica, capace di essere tempestiva nel presente e nello stesso tempo essere efficace nei confronti degli sviluppi che l’IA avrà nel futuro? Può essere questa l’occasione per alzare il livello delle competenze? Come possiamo favorire una implementazione sostenibile dell’IA nel mondo delle imprese?

com.unica, 15 dicembre 2023

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