Telegrammi, Romanzi e Nobel: un viaggio nella diplomazia e nella letteratura
L’organizzazione no-profit Diplofoundation, da sempre impegnata nelle attività di formazione in materia di diplomazia, ha organizzato, il 9 luglio scorso, il primo di una serie di seminari online dedicati ai diplomatici come scrittori.
L’incontro, intitolato “Telegrammi, Romanzi e Nobel: un viaggio nella diplomazia e nella letteratura”, è stato moderato dai due responsabili del progetto internazionale “Diplomats as writers” che si propone di valorizzare gli scritti di diplomatici: l’ambasciatore Amr Aljowaily, attualmente Consigliere del Vice Presidente dell’Unione Africana ad Addis Abeba, e l’ambasciatore Stefano Baldi, Rappresentante permanente d’Italia presso l’OSCE a Vienna.
I protagonisti dell’incontro sono stati l’Amb. Paolo Trichilo e l’Amb. Mohamed Tawfiq, due diplomatici provenienti della sponda sud e nord del Mediterraneo.
L’ambasciatore italiano in Croazia, Paolo Trichilo ha presentato il suo ultimo libro, intitolato “Diplomazia e Letteratura. Gli otto diplomatici che hanno vinto il Premio Nobel per la Letteratura”, mentre l’ex ambasciatore egiziano a Washington, Mohamed Tawfiq, ha parlato dei suoi romanzi pubblicati in arabo e tradotti anche in inglese e svedese.
L’ambasciatore Trichilo ha ripercorso brevemente le storie e le esperienze letterarie degli otto diplomatici che hanno vinto il Premio Nobel per la Letteratura. Si tratta di Gabriela Mistral (1945), Alexis Léger, alias Saint John Perse (1960), Ivo Andrić (1961), Yorgos Seferis (1963), Miguel Angel Asturias (1967), Pablo Neruda (1971), Czesław Miłosz (1980) e Octavio Paz (1990). Nel corso del successivo dibattito è emerso come le biografie di tutti gli otto diplomatici scrittori siano di grande interesse per la ricchezza delle loro esperienze e dei contributi da essi forniti in ambito politico, sociale e culturale.
Nel suo intervento l’ambasciatore Tawfiq ha sottolineato che i suoi romanzi, tra cui “Murder in the Tower of Happiness” e “Candy Girl”, non sono mai stati correlati ad eventi o persone reali, consentendo all’autore di scrivere in modo creativo. Proprio la creatività – ha messo in luce Tawfiq – costituisce la differenza essenziale fra la scrittura diplomatica e quella letteraria. Infatti quando un diplomatico si rivolge alle comunità del paese di accreditamento o riferisce al proprio Ministero, deve descrivere e commentare la realtà esistente; i romanzieri, invece, hanno l’opportunità di spaziare nella loro scrittura e possono creare realtà alternative.
Nel corso degli interventi dei partecipanti al seminario, di particolare interesse è stato il contributo di Jovan Kurbalija, fondatore di Diplofoundation, da sempre all’avanguardia nello studio dei rapporti tra diplomazia e tecnologia. Nel riferirsi all’impatto dell’intelligenza artificiale su scrittori e autori, Kurbalija ha parlato del concetto di libri in continua evoluzione, definito con il termine giapponese “Kaizen”. Questa tecnica permette di pubblicare copie iniziali di libri in un periodo molto breve, dove l’autore “umano” fornisce le idee principali che vengono poi alimentate attraverso l’Intelligenza Artificiale. Il libro ha quindi l’opportunità di ricevere feedback interattivi e di avvalersi di uno sviluppo continuo per adattarsi all’ambiente.
I due co-moderatori hanno colto l’occasione inoltre per presentare lo stato dell’arte delle ricerche condotte a livello nazionale sui diplomatici scrittori. L’Amb. Stefano Baldi, accennando alla ricerca “Penna del diplomatico” che conduce da ormai oltre venti anni, ha fatto riferimento a quasi 1450 libri pubblicati da circa 350 autori diplomatici italiani dal 1946 ad oggi. L’Amb. Amr Aljowaily ha invece informato che finora sono stati censiti circa 1.000 libri di vari generi scritti da circa 150 diplomatici egiziani dal 1952 ad oggi.
Questo primo incontro è stato anche l’occasione per lanciare un portale dedicato ai libri pubblicati da diplomatici di ogni nazionalità che ha l’obiettivo di dare un quadro più ampio di questo fenomeno che caratterizza tutte le diplomazie. Per il momento, gli studi sui diplomatici scrittori che sono stati considerati sono quelli relativi ai diplomatici egiziani, italiani e svizzeri. L’idea è quella di allargare progressivamente le nazionalità che verranno considerate.
Il portale è consultabile su https://www.diplomacy.edu/diplomats-as-writers
Arturo Varè, com.unica 14 luglio 2024