“A Love Supreme”: in Sardegna torna il Festival internazionale Time in Jazz diretto da Paolo Fresu
Dall’8 al 16 agosto si rinnova l’appuntamento con Time in Jazz, il festival internazionale creato – nel 1988 – e diretto da Paolo Fresu, che si snoderà, come sempre, tra il suo paese natale, Berchidda (SS), e altri centri e località del nord Sardegna; quindici quelli coinvolti quest’anno: Arzachena, Banari, Bortigiadas, Budoni, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Oschiri, Ozieri, Porto Rotondo, Posada, Puntaldia, San Teodoro, Tempio Pausania, Tula, Viddalba.
Giunto alla sua trentasettesima edizione, Time in Jazz propone un programma al solito fitto di eventi non solo musicali, che stavolta si riconosce sotto il titolo “A Love Supreme“, preso in prestito da quello dello storico disco di John Coltrane: uno dei massimi capolavori della storia del jazz, «un inno all’amore universale e alla pace oltre che un’invocazione al Divino che travalica il sacro e aspira a connettere l’afflato creativo con l’ignoto tramite una preghiera laica fatta di suono e melodia, canto e silenzio», come spiega Paolo Fresu nelle sue note di presentazione, sottolineando come il tema di questa edizione si ponga in continuità ideale con le precedenti: dopo quella di due anni fa all’insegna di “Rainbow”, con un riferimento alla pace e al tema della diversità, e quella scorsa sotto il titolo “Futura”, “non poteva dunque che essere “A Love Supreme” il motivo conduttore della trentasettesima edizione di Time in Jazz. Tema teso tra passato e futuro per sottolineare, soprattutto in questo difficile momento di conflitti e barriere, quanto il cuore dell’uomo debba sempre battere all’unisono, anelando all’amore supremo, capace di renderci tutti uguali”.
Folto, ancora una volta, il cast di musicisti in cartellone, con nomi del jazz di caratura internazionale come il sassofonista Kenny Garrett, il trombettista Theo Crocker, il pianista Omar Sosa atteso in duo con Paolo Fresu; e, tra gli italiani, Roberto Gatto, Francesco Bearzatti, Nicola Stilo, Furio Di Castri, Tino Tracanna, Glauco Venier, Gianrico Manca; tanto jazz ma anche altri suoni e altre voci con Vinicio Capossela, Nicola Conte, Chiara Civello, Francesca Gaza, Olivia Trummer, Frida Bollani Magoni, Mauro Campobasso e Mauro Manzoni; e poi il progetto “Spiritus” di Maurizio Camardi, Sergio Cossu e Mauro Palmas, il “Drops” di Tino Tracanna, Bonnot e Roberto Cecchetto, l’omaggio a Fabrizio De André di Neri Marcorè, Scarlet Rivera e i Borderlobo, e il reading musicale sul Pinocchio di Collodi con Lella Costa, Paolo Fresu e Glauco Venier; fiato agli ottoni, invece, con le parate musicali della Rusty Brass e con la banda “Bernardo De Muro” di Berchidda; sonorità fra tradizione a innovazione con l’organetto di Pierpaolo Vacca e i suoi ospiti nello spazio post-concerto, e ancora musica con i dj set di Renton e con il FestivalBar, la vetrina di formazioni e solisti in scena nei bar berchiddesi.
Tanta musica, dunque, dalla mattina alla notte, ma anche mostre, presentazioni di libri e incontri con gli autori, la proiezione del film “Berchidda Live” tratto dai materiali dell’archivio di Time in Jazz, le attività per i bambini e le bambine del consueto programma di Time to Children, e altro ancora, saranno il prossimo agosto gli ingredienti del ricco e assortito cartellone allestito con il contributo dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna, del Ministero della Cultura, della Comunità Montana Monte Acuto, delle Amministrazioni Comunali di Berchidda e degli altri centri che aderiscono al festival, della Fondazione di Sardegna, del Gruppo Unipol, del Banco di Sardegna, di Corsica Ferries–Sardinia Ferries e di Biorepack. Radio Monte Carlo si conferma radio ufficiale di Time in Jazz e coinvolgerà i propri ascoltatori che attraverso i programmi in onda e i canali digital e social potranno prendere parte ai concerti.
Al via giovedì 8 agosto
Come la precedente, anche questa nuova edizione di Time in Jazz avrà la sua anteprima musicale sul prato del Golf Club Puntaldia, giovedì 8 alle 18, e per protagonista un maestro nell’arte di suonare piatti e tamburi: come Tullio De Piscopo lo scorso anno, stavolta spetterà a Roberto Gatto il compito di aprire la ricca nove giorni del festival. Ed è un omaggio alla musica di un mostro sacro della batteria nel jazz, Tony Williams, quello che proporrà alla testa di un quintetto con Marcello Alulli al sax, Alfonso Santimone al pianoforte, tastiere ed elettronica, Umberto Fiorentino alla chitarra e Pierpaolo Ranieri al basso elettrico. In “Time and Life”, questo il titolo del concerto, Roberto Gatto mette in rilievo il genio di quello che è uno dei suoi punti di riferimento, con la capacità e la sensibilità di batterista, compositore e leader che gli sono proprie e che l’hanno sempre caratterizzato fin dal suo debutto professionale nel 1975 con il Trio di Roma (con Danilo Rea, Enzo Pietropaoli).
In serata si resta ancora sulla costa nordorientale, a Porto Rotondo: il Teatro all’aperto Mario Ceroli accoglie alle 21.30 la cantautrice e polistrumentista romana Chiara Civello col suo concerto “Sempre così”, che prende vita e titolo dall’omonimo brano pubblicato lo scorso ottobre. Composto e scritto con Patrizia Cavalli, una delle voci più acute e amate della poesia italiana del secondo ‘900, e finito nel 2022, poco dopo la scomparsa della poetessa, “Sempre così” rispecchia la profonda amicizia tra le due donne, scavando tra la nostalgia, la commozione e la gratitudine. Accompagnata da pochi strumenti, pianoforte, chitarra e la sua inconfondibile voce, Chiara Civello alternerà canzoni di forma compiuta a momenti di improvvisazione, con componimenti di poeti cari a Patrizia Cavalli come Sandro Penna e Emily Dickinson.
Sempre in serata, ma a Berchidda, primo appuntamento con il FestivalBar, la vetrina di solisti e gruppi ospitata ogni sera da un diverso bar del paese. Apre la serie, alle 21.30 al Bar K2, il trio dell’armonicista e cantautore blues sardo Williboy Taxi, accompagnato da Maso Spano al contrabbasso e Maurizio Marzo alla chitarra in un set che alternerà momenti intimi ad altri coinvolgenti per il pubblico.
Venerdì 9 agosto
Venerdì 9 si apre con un appuntamento tipico di ogni edizione di Time in Jazz: la traversata marittima in musica dal porto di Livorno (partenza alle 8:30) a quello sardo di Golfo Aranci (arrivo alle 16:30) a bordo di una motonave della Sardinia Ferries; un appuntamento che si rinnova per il diciottesimo anno consecutivo grazie alla collaborazione della compagnia delle navi gialle. Ad accompagnare il viaggio sulle acque del Tirreno, imbarcata sulla Mega Express Two ritorna la Rusty Brass, formazione a base di ottoni che spazia tra ritmi funk e rock, accenni alla tradizione classica, sonorità balcaniche ed esotiche: una proposta che anche il pubblico del festival potrà apprezzare nelle parate musicali in cui la band bresciana si produrrà nelle sere successive per le vie e le piazze di Berchidda.
Intanto, a Berchidda, si inaugurano a mezzogiorno le mostre allestite negli spazi de Sa Casara, la sede di Time in Jazz: in esposizione le fotografie scattate l’anno scorso da Andrea Rotili e Paolo Soriani durante il festival: “Time to Time 2023”, questo il titolo della mostra, è il racconto per immagini della passata edizione del festival, con i suoi volti, le sue emozioni e le sue suggestioni. CasArt si chiama invece l’esposizione permanente della Collezione di Arte contemporanea nata nel 1997 in seno al progetto PAV (Progetto Arti Visive), grazie al generoso contributo degli artisti che negli anni hanno partecipato alle iniziative del festival.
Ad accompagnare l’inaugurazione delle mostre, che resteranno aperte per tutta la durata del festival, un brindisi in collaborazione con la Cantina Sociale Giogantinu.
A tenere banco venerdì 9 agosto sarà un altro evento immancabile e attesissimo del festival: il concerto in omaggio a Fabrizio De André in quella che fu la sua residenza in terra sarda, a L’Agnata, tra le querce e i lecci delle colline intorno a Tempio Pausania. A rendere tributo al grande cantautore genovese – ma in questo caso anche a Bob Dylan, Leonard Cohen e Georges Brassens, artisti da lui particolarmente amati – sarà un cast composto da Scarlet Rivera, violinista americana legata a Dylan da una fondamentale collaborazione, il batterista Rafael Bernardo Gayol, conosciuto in particolare per il suo lavoro con Leonard Cohen, Neri Marcorè, uno dei massimi interpreti di De André, cui ha dedicato diversi spettacoli di successo, il chitarrista Domenico Mariorenzi e i Borderlobo: Andrea Parodi Zabala (chitarra e voce), Alex Kid Gariazzo (voce e chitarra), Riccardo Maccabruni (pianoforte) e Michele Guaglio (basso). Titolo del concerto (produzione originale Time in Jazz in collaborazione con BiBanca e Fondazione De André), con inizio alle 18: “Sailing Faber, dalla Sardegna a Durango”.
Sabato 10 agosto
Prende il via da Viddalba la terza giornata del festival, sabato 10 agosto: alle 11, nella chiesetta di San Leonardo, è di scena il quintetto Transition guidato dal batterista cagliaritano Gianrico Manca con il vibrafonista Jordan Corda, il chitarrista Antonio Floris, il pianista Vittorio Esposito e il contrabbassista Matteo Marongiu. Nato nel 2016, e proiettato verso la ricerca armonica, sonora e poliritmica intese come linguaggio unico, il gruppo ha registrato nel 2018 il suo primo lavoro discografico, “Rizoma”, prodotto da S’Ard Music/Egea e presente in tutte le piattaforme ufficiali in rete.
Nel pomeriggio, alle 18, appuntamento a Posada con il flautista Nicola Stilo, che quest’anno saluta mezzo secolo di una carriera artistica iniziata nel 1974 con il gruppo di Musica folklorica di Dodi Moscati, e via via costellata di esperienze soprattutto in ambito jazzistico, tra progetti da leader o co-leader e collaborazioni importanti, come quella con Chet Baker dal 1980 fino alla scomparsa del trombettista americano nel 1988. Nicola Stilo si presenta per la prima volta al festival Time in Jazz, recuperando così l’appuntamento mancato l’anno scorso proprio all’ultimo momento, e lo farà assieme a due volti noti del jazz in Sardegna: il contrabbassista Nicola Muresu e il batterista Massimo Russino.
In serata Time in Jazz si fa in due. Alle 21.30, nello scenario di Li Conchi ad Arzachena, il sassofonista Francesco Bearzatti presenta il repertorio del suo nuovo album, “Post Atomic Zep”, dove rende un omaggio del tutto originale all’iconica rock band dei Led Zeppelin. Noto per il suo approccio al jazz che è solito spingersi oltre i confini del genere, Bearzatti offre qui una versione fresca ed elettrizzante di alcuni dei più grandi successi dello storico gruppo britannico, affiancato da talentuosi musicisti come Danilo Gallo, al basso e all’elettronica, e Stefano Tamborrino alla batteria.
A Berchidda, invece, si proietta alle 22, in piazza del Popolo, il film documentario sul festival scritto e diretto a sei mani dai registi Gianfranco Cabiddu, Michele Mellara e Alessandro Rossi, che saranno presenti alla serata: frutto di un accurato lavoro in fase di selezione e poi di montaggio, “Berchidda Live. Viaggio nell’archivio Time in Jazz”, questo il titolo, consegna al pubblico il ritratto del festival attingendo a più di 1500 ore di materiali d’archivio, per la maggior parte inediti. Presentato in anteprima lo scorso dicembre al quarantunesimo Torino Film Festival, e poi nelle sale da metà aprile, il 10 agosto il docufilm sarà dunque a casa sua.
A precedere la proiezione, alle 19, consueto appuntamento col FestivalBar, in questo caso ospite del Museo del Vino: protagonista Menion, ovvero Stefano Ferrari, chitarrista, produttore e compositore sardo di base a Berlino, con la sua musica elettronica, visionaria e descrittiva che unisce influenze ambient, drone, glitch e post-rock.
Domenica 11 agosto
Un suono antico e modernissimo, un incontro di tradizione e sperimentazione, intriso di cultura mediterranea e suggestioni melodiche e sensoriali. Si presenta così “Spiritus”, il progetto che apre la giornata di domenica 11 alla Pineta di Sant’Anna nei pressi di Budoni, e che vede di scena tre musicisti, ognuno con una lunga e importante storia artistica: Maurizio Camardi, sassofonista da tempo impegnato in una ricerca su strumenti a fiato etnici come il duduk armeno e l’hulusi cinese; Sergio Cossu, dal 1984 al 1999 componente dei Matia Bazar, autore, produttore, pianista e “alchimista elettronico”; e Mauro Palmas, uno dei simboli musicali della Sardegna con i suoi strumenti a corda (liuto cantabile, mandoloncello) e la sua inesausta ricerca etno-musicale.
Si resta sulla costa orientale, a Porto Taverna, per il concerto pomeridiano: protagonisti alle 18, Mauro Manzoni (sassofoni, live electronics) e Mauro Campobasso (chitarra, live electronics) all’insegna di “Vanishing Point”, il loro disco di due anni fa nato su ispirazione di un viaggio attraverso l’Europa a bordo delle loro motociclette. Il duo proporrà parte di quelle musiche opportunamente riarrangiate e altri brani derivati dal loro repertorio, nello stile che Campobasso e Manzoni hanno approfondito e curato nel corso dei molti anni di collaborazione insieme: una visione jazz attuale e moderna, che al tempo stesso si nutre di generi e culture differenti, dalla canzone e il progressive rock alla musica contemporanea e concreta, con una grande passione per il suono, esplicitata attraverso l’uso dell’elettronica digitale ed analogica, tutto miscelato con gli strumenti acustici.
In serata, a Berchidda, microfoni e riflettori si accendono per la prima volta in questa edizione sul palco allestito come sempre in piazza del Popolo: a inaugurare la serie di concerti in programma sul palco centrale del festival, alle 21.30, sarà uno dei protagonisti più attesi del trentasettesimo Time in Jazz, Vinicio Capossela. Cantautore, poeta, scrittore, artista poliedrico, sulle scene da più di trentaquattro anni, con dodici album in studio e tre live all’attivo, a Berchidda (unica data in Sardegna) proporrà “Camera a sud 1994 – 2024 And other Personal Standards”: un progetto originale, sulla scia del precedente “Round one thirty five 1990 – 2020. Personal Standards”, che attinge il repertorio soprattutto dai suoi primi tre dischi, quelli in cui è più marcato, nella composizione dei brani musicali, il rapporto con il jazz. Vinicio Capossela sarà accompagnato da storici compagni di viaggio come Giancarlo Bianchetti (chitarra), Enrico Lazzarini (contrabbasso), Zeno De Rossi (batteria) e Antonio Marangolo (sassofono), autore degli arrangiamenti dei suoi primi tre dischi, compreso quello cui si richiama il titolo del concerto, “Camera a sud”, del 1994.
A precedere il concerto, alle 20, appuntamento giornaliero al FestivalBar: protagonista, come la sera prima, Menion, ospite stavolta del Café Rosé.
Dopo il concerto di Capossela, invece, nella piazzetta adiacente il palco centrale in Piazza del Popolo, si inaugura lo spazio Time After Time che quest’anno si affida a Pierpaolo Vacca, talento dell’organetto diatonico nato nel solco della tradizione sarda ma da sempre aperto a ogni altro stimolo e genere musicale, come certifica anche la sua collaborazione con Paolo Fresu nello spettacolo (e poi nel disco) “Tango Macondo” o l’assortimento dei musicisti presenti nel suo primo album da solista, “Travessu”, uscito lo scorso gennaio per la Tuk Music. Ogni sera, da mezzanotte circa in poi, Pierpaolo Vacca suonerà con un artista di volta in volta diverso, in una serie di progetti ospitati da Insulae Lab, il centro di produzione della musica jazz e della creatività artistica delle isole del Mediterraneo ideato e curato da Time in Jazz. Ospite della prima serata di Time After Time il musicista siciliano Michele Piccione, appassionato e studioso di strumenti tradizionali di ogni latitudine e anche lui aperto alle collaborazioni sia in ambito etnico che jazz.
Ma la musica a Time in Jazz non finisce mai: dopo Time After Time, ecco ogni notte entrare in azione Renton con i suoi dj set a base di tecno, house e minimal, reminiscenze funky, disco e bass music.
Lunedì 12 agosto
Altra giornata fitta di impegni lunedì 12. Il primo in agenda è alle 11 a Bortigiadas, nella Chiesa della Santa Trinità, con Olivia Trummer, pianista, compositrice e cantante tedesca capace di catturare l’ascoltatore con il suo pianismo lirico, ricco di sfumature, che si intreccia magicamente con la sua voce cristallina, emotiva e sensuale, in una miscela musicale che non può essere vincolata a un genere o a dei confini geografici. Classe 1985, nei suoi concerti in solo Olivia Trummer alterna brani originali ad arrangiamenti di brani di Sting, Ray Charles, John Lennon, Bill Withers, Chick Corea e altri. Attiva come solista e bandleader, ha condiviso il palco con artisti del calibro di Kurt Rosenwinkel, Eric Clapton e Bobby McFerrin, tra gli altri, e si è esibita in molti tra i più importanti festival internazionali. Oltre alle sue capacità pianistiche e vocali, si è affermata anche come compositrice e cantautrice, pubblicando, a oggi, dieci album.
Nel pomeriggio la carovana del festival fa tappa alle 18 a Sa Caminera, nel borgo di Banari, per il concerto del Danilo Blaiotta Planetariat, con Valentina Ramunno (voce e recitazione), Achille Succi (sax alto, clarinetto basso), Stefano Carbonelli (chitarra e voce) e Cesare Mangiocavallo (batteria) ad affiancare il piano e il synth del leader. Classe 1987, pianista, compositore, divulgatore, scrittore e docente, cresciuto come concertista classico, Danilo Blaiotta è tra i più interessanti giovani talenti del jazz italiano. “Planetariat”, il terzo album a suo nome, cita nel titolo un neologismo contenuto nei versi di Jack Hirschman, figura di spicco della controcultura americana, scomparso tre anni fa, che Danilo Blaiotta ha conosciuto personalmente durante gli anni della formazione. I testi di tutti i brani sono infatti contenuti all’interno dei famosi Arcanes hirschmaniani, in particolare quelli scritti negli ultimi due decenni della sua prolifica produzione. Undici i brani composti dal giovane pianista romano d’adozione tutti ispirati da un unico concept: la lotta alla sopraffazione e la difesa dei diritti umani.
Americano come Hirshman è il protagonista del concerto in programma in serata a Berchidda, Kenny Garrett, tra gli artisti più attesi di questa edizione di Time in Jazz. Classe 1960, il sassofonista (soprano e contralto) e compositore nativo di Detroit, salirà alle 21.30 sul palco di piazza del Popolo nel segno di “Sounds from the Ancestors”, come si intitola l’ultimo album a suo nome: pubblicato nell’agosto 2021, è un disco dalle tante sfaccettature, che non si colloca all’interno degli stretti confini dell’idioma jazz. Ad affiancarlo a Berchidda ci saranno Corcoran Holt al contrabbasso, Ronald Bruner alla batteria, Rudy Bird e Melvis Santa alle percussioni e voci, gli stessi musicisti con cui Garrett ha registrato ed è stato in tournée nel recente passato, più Keith Brown al pianoforte nel ruolo che è stato per tanto tempo di Vernell Brown, scomparso due anni fa. Musicista eclettico, nella sua carriera (cominciata nel 1978 nella Duke Ellington Orchestra) Kenny Garrett ha suonato con icone del jazz come Miles Davis, Art Blakey, Donald Byrd, Freddie Hubbard, Woody Shaw ma conta anche esperienze con artisti di altri versanti musicali, come Peter Gabriel, Sting, Bruce Springsteen, il rapper Guru e il musicista e producer Svoy con cui firma il recentissimo album “Who Killed AI”, rilasciato a metà aprile.
A precedere il concerto di Garrett, l’appuntamento giornaliero col FestivalBar vedrà di scena alle 20 al Jazz Pub il cagliaritano Michele Angius con un set di percussioni da strada: bidoni, secchi, pentole, coperchi e altri oggetti di uso comune che se percossi possono produrre dei suoni interessati. Centrale in questo progetto musicale la componente del riciclo e del riutilizzo in maniera differente di vari oggetti rispetto allo scopo per cui sono stati creati.
E al termine del concerto di Garrett, consueto spazio Time After Time con Pierpaolo Vacca e il suo organetto, stavolta in compagnia di Arrogalla, progetto principale dell’artista sonoro Francesco Medda, artefice di una miscela molto creativa e sofisticata di sonorità popolari sarde, tropicali e mediterranee che incontrano l’hip hop astratto e la musica contemporanea, il tutto elaborato attraverso il linguaggio del dub delle origini.
Martedì 13 agosto
Evoca John Coltrane, ispiratore del tema del festival, il concerto che apre la mattina del 13 agosto alle 11 alla Chiesa di Nostra Signora di Coros a Tula: in scena “Io, John Coltrane. Quartetto per cinque elementi”, un progetto in cui si incontrano il Living Coltrane Quartet, composto da Stefano “Cocco” Cantini (sax), Ares Tavolazzi (contrabbasso), Francesco Maccianti (pianoforte) e Piero Borri (batteria) con l’attrice Daniela Morozzi, in un concerto accompagnato da scrittura drammaturgica: una sperimentazione musicale e narrativa che porta in scena, attraverso il racconto in prima persona, la rievocazione della quotidiana poesia della musica e della vita del grande artista afroamericano, e ne ripercorre l’universo espressivo dandone un’interpretazione personale ed originale. Nella realizzazione dello spettacolo, la formazione si è avvalsa dei testi di Valerio Nardoni e Leonardo Ciardi, con una poesia di Fabrizio Dall’Aglio e della collaborazione alla regia di Eugenio Allegri.
È dedicato a un’altra figura leggendaria del jazz il concerto del pomeriggio in programma alle 18, nel sagrato della Chiesa di Madonna di Castro, nella campagna di Oschiri: si intitola “Furious Mingus” il tributo al genio di Charles Mingus proposto dal contrabbassista Furio Di Castri alla guida di un esplosivo quintetto con Giovanni Falzone alla tromba, Achille Succi al sax altro e clarinetto basso, Fabio Giachino al piano elettrico e tastiere, e Mattia Barbieri alla batteria, per esplorare i segreti dell’arte compositiva, tra combinazioni matematiche, invenzione melodica e scrittura orchestrale, di uno dei più grandi maestri della musica del Novecento, nel centenario della sua nascita.
Di rientro a Berchidda, alle 19.30, la festosa parata di ottoni della Rusty Brass accoglierà il pubblico per portarlo a un nuovo appuntamento della rassegna Festivalbar al Jolly Cafè (ore 20), con Rocco Del Pozzo e Alessandro Baro, un duo che prende le mosse da comuni radici folk per poi virare verso sperimentazioni strumentali non convenzionali, con un approccio volto all’improvvisazione di stampo jazzistico e l’affiancamento delle chitarre acustiche all’elettronica.
L’apertura della serata sul palco centrale di Piazza del Popolo, alle 21.30, è affidata alle note del pianoforte e della voce di Frida Bollani Magoni: figlia d’arte, da sempre immersa nel mondo dei suoni e della musica, ha cominciato a studiare pianoforte a sette anni, mostrando da subito un talento unico, in continua crescita ed evoluzione, che nelle performance dal vivo si manifesta in tutta la sua potenza. Classe 2004, fin da giovanissima si è spesso esibita come ospite a sorpresa nei concerti dei genitori (la cantante Petra Magoni e il pianista Stefano Bollani) sia in Italia che all’estero. Ha debuttato come solista nel 2020, inaugurando la sua prima tournée nel 2021 e proseguendo la sua attività concertistica con successo, arrivando a calcare palchi prestigiosi. È del 2022 “Primo Tour”, il suo primo album. Sul palco di Berchidda porta in dote sia brani inediti, sia grandi capolavori riarrangiati per l’occasione, per un risultato sempre nuovo, guidata dal suo amore sconfinato per la musica, che la porta, a soli vent’anni, ad avere una grande maturità artistica.
A Frida Bollani Magoni verrà consegnato il premio che Biorepack, il consorzio nazionale per il riciclo delle bioplastiche compostabili, partner del festival, destina all’artista autore dell’opera musicale che più ha saputo trasmettere i valori del rispetto della terra, rinnovando così la collaborazione con Time in Jazz finalizzata a sensibilizzare artisti, pubblico e ospiti sui temi della sostenibilità e dell’economia circolare attraverso iniziative come l’uso di stoviglie compostabili per il consumo dei pasti e il sistema di raccolta del rifiuto umido.
Nel secondo set della serata riflettori puntati su Theo Crocker, una delle figure di spicco della scena musicale contemporanea, famoso per le sue affascinanti melodie di tromba e per il suo approccio musicale innovativo, oltre che per le sue esibizioni dal vivo, dove domina il palco con un’energia contagiosa che affascina il pubblico. Nipote del leggendario trombettista Doc Cheatham, Theo Crocker ha mostrato la sua versatilità esplorando paesaggi jazz, hip hop, pop e R&B, grazie anche alla vasta gamma di collaborazioni, che includono artisti come Dee Dee Bridgewater, Ari Lennox, J. Cole, Jill Scott o Common. Con una nomination ai Grammy, una memorabile performance al Tiny Desk e tre recenti uscite, “BLK2LIFE: A Future Past”, “Love Quantum” (usciti rispettivamente nel 2021 e 2022, entrambi per Sony Music Masterworks) e “Jazz at Berlin Philharmonic XIII: Sketches of Miles” registrato dal vivo con la Berliner Philarmoniker e Magnus Lindgren (ACT, 2022), Theo Crocker continua a trascendere i generi, lasciando sempre un segno indelebile nel panorama in continua evoluzione della musica. Sul palco di Time in Jazz il trombettista approderà in quartetto, con Mike King al pianoforte e tastiere, Eric Wheeler al basso, e Jaylen Petinaud alla batteria.
Subito dopo il concerto, intorno alla mezzanotte, la musica continua nell’adiacente piazzetta con il terzo appuntamento del dopofestival Time after Time: l’organetto di Pierpaolo Vacca ospiterà questa volta Zamua, cantante, chitarrista e songwriter sardo-burundese, che porta in dote il suo personale intreccio di sonorità folk e soul-jazz, per il progetto “Incontri”, con un repertorio che ha come filo conduttore il meticciato musicale, attraverso la condivisione di stili e tradizioni diverse, che qui trovano un terreno di convivenza comune. La notte continuerà poi sulle note del dj set di Renton.
Mercoledì 14 agosto
Si apre all’insegna dei sassofoni la giornata di mercoledì 14 agosto, alle 11, nello scenario offerto dalle rovine del Palazzo di Baldu, nel territorio di Luogosanto: in scena Double Cut, l’insolito quartetto guidato dai sassofoni di Tino Tracanna (sax soprano, tenore e baritono), e di Massimiliano Milesi (sax soprano e tenore), con Giulio Corini al contrabbasso e Filippo Sala alla batteria, più una serie di strumenti inusuali. La formazione rende omaggio all’inventore del sassofono, Adolphe Sax, nell’anniversario della nascita, esplorando le tante possibilità dello strumento, spaziando da rielaborazioni di classici del jazz ad evocazioni popolari ed a brani originali che fanno da sfondo ad improvvisazioni fuori dagli schemi; il confronto generazionale tra Milesi e Tracanna fa da catalizzatore alle differenti visioni, idee ed esperienze musicali dei componenti del gruppo, dando luogo ad un progetto che miscela elementi appartenenti a mondi musicali diversi. Il “Double Cut” è proprio il luogo musicale che viene generato da esperienze diverse, che, incrociandosi e confrontandosi, danno luogo ad uno nuovo spazio creativo.
Nel pomeriggio (alle 18) la musica fa tappa a Ozieri per il concerto della compositrice e cantante Francesca Gaza con il suo progetto “Aminth” (in antica lingua etrusca “amare” o “cupido”): un insieme di canzoni ispirate ad antichi testi d’amore medievali, articolate ed emotivamente intense, scritte per il suo ensemble di respiro internazionale, con sede a Basilea: un organico che unisce i suoni inebrianti e misteriosi dei flauti medievali e rinascimentali suonati da Liane Sadler, con le sonorità lucenti dell’elettronica applicata a una spinetta rinascimentale, con la voce di Francesca al pianoforte, così come il timbro arioso e vibrante del sassofono tenore di Fabian Willmann che incontra il virtuosismo del contrabbasso di Nadav Erlich. Il risultato è una combinazione di canzoni coraggiose dal carattere evocativo e contemplativo, impreziosite da orchestrazioni e improvvisazioni variopinte e sorprendenti, a testimoniare l’unità nella diversità di tutti i componenti della formazione.
Alle 19.30, una nuova parata della Rusty Brass per le vie di Berchidda e una tappa al Bar Centrale con il Festivalbar, protagonisti ancora Rocco Del Pozzo e Alessandro Baro, precedono il concerto sul palco centrale di Piazza del Popolo: alle 21.30, il sipario si apre sul rodatissimo e attesissimo duo composto dal “padrone di casa” Paolo Fresu e dal pianista cubano Omar Sosa: compagni di viaggio musicale ormai da tanti anni, sono una delle formazioni più conosciute e amate, sia in Italia che all’estero, capace di creare ponti sonori e concettuali tra due mari e due continenti (la Sardegna con il Mediterraneo, e Cuba col Mar dei Caraibi). In questa occasione i due proporranno la versione dal vivo del loro concept album “Food”, uscito lo scorso anno per Tûk music, sulla scia dei grandi successi di “Alma” (2012) e “Eros”(2016): una particolare indagine sul tema del cibo e sul suo mondo, che viene raccontato in musica e sotto il profilo del gusto, dell’estetica e dell’etica, e delle persone che lo popolano, in una danza che ancora una volta unisce un vincente mix di jazz, musica cubana, Africa e world music.
A seguire, intorno alla mezzanotte, ultimo appuntamento col dopofestival: Time after Time si chiude con “Beat Ballos”, con l’organettista Pierpaolo Vacca che incontra il beat box di Omar Terky, i suoni elettronici di Dj Cris, e la chitarra di Fabio Calzia, per esplorare in modo sperimentale il mondo dei balli tradizionali della Sardegna, portando gli spettatori dentro un vortice di suoni che va a tempo di “ballu tundu”.
Giovedì 15 agosto
Per Ferragosto, come da tradizione, Time in Jazz pianta le tende nella campagna poco fuori Berchidda. La mattina trascorrerà con una serie di appuntamenti sotto gli alberi intorno alla chiesetta di San Michele. Il primo, alle 10, è un appuntamento immancabile e attesissimo del festival e di Time to Children, la sua sezione dedicata ai bambini: “Gufo Rosmarino e Corteccia il Pipistrello”, una nuova storia della serie di racconti scritti e interpretati dall’attore e regista Giancarlo Biffi, con i contributi musicali di Paolo Fresu, della violinista Sonia Peana e della cantante Catia Gori.
Subito dopo, intorno alle 11.30, il testimone passa al pianista e compositore Glauco Venier, con il suo solo intitolato “Scarafaggi e altri insetti musicali”: un omaggio ai Beatles e ai musicisti che sono stati da loro influenzati. Un talento eclettico, quello di Venier, che l’ha portato a spaziare dalla classica al rock, dalla musica folk al jazz, fino ad approdare ai palcoscenici di mezzo mondo al fianco di alcuni esponenti di spicco del jazz mondiale, e alla prestigiosa etichetta ECM, per cui ha inciso diversi album, tra cui “Miniatures” (2016) per piano e percussioni, e “Distances” con Norma Winstone, nominato nel 2008 ai Grammy Awards come miglior album jazz vocale. Sono oltre venti i dischi al suo attivo, e numerosissime le collaborazioni, in varie formazioni e in ambito orchestrale, come “Symphonika”, dedicato alle musiche della tradizione popolare colta del Friuli, la sua regione.
Un breve trasferimento porta il festival nella vicina chiesetta di Santa Caterina, dove, dopo il tradizionale momento conviviale del Pranzo berchiddese, si apre un’altra serie di appuntamenti. Alle 17, la presentazione del libro “L’Amore supremo”, del chitarrista Reno Brandoni (Fingerpicking, 2024), un titolo che richiama il tema portante del Festival.
Alle 18, torna un altro appuntamento consueto di Time in Jazz, quello con la musica tradizionale sarda: si intitola “Tradizioni, confini e sconfini” il progetto musicale impostato da Bruno Camedda, che con la fisarmonica e l’organetto diatonico, insieme alla voce di Giamichele Lai (uno dei più grandi interpreti attuali della musica tradizionale) e il sostegno della chitarra ritmica di Asael Camedda, percorreranno un viaggio musicale spaziando dai canoni della tradizione sarda alle improvvisazioni “etno-jazzistiche”, mantenendo inalterate le metriche e i ritmi della musica da ballo.
L’ultima serata del festival a Berchidda avrà un prologo – alle 19:30, in Piazza Funtana Inzas – affidato a un’autentica istituzione storica del paese, la Banda Musicale “Bernardo De Muro”, nata nel 1913 per volontà del parroco don Pietro Casu, e “palestra” di formazione musicale per tanti giovani talenti, compreso Paolo Fresu che ha mosso tra le sue file i primi passi del suo percorso artistico. La banda, guidata dal Maestro Domenico Del Rio, sarà arricchita dalla presenza di alcuni ospiti, dando forma alla “Banda Suprema”.
Poi, alle 21.30, si accenderanno per l’ultima volta in questa edizione i riflettori sul palco allestito in piazza del Popolo. L’apertura della serata è affidata al talento di uno dei musicisti, produttori e compositori più versatili nel panorama del jazz italiano e internazionale: Nicola Conte, chitarrista, bandleader, DJ ed esperto ricercatore di vinili, il cui percorso musicale riflette una gamma di ispirazioni che spaziano dalla bossa nova ai film degli anni ’60, dallo spiritual jazz alla musica latinoamericana e africana. Sul palco di Berchidda porta in dote le sonorità di “Umoja”, il suo decimo album, pubblicato lo scorso anno dall’etichetta londinese Far Out Recordings: esprimendo in lingua swahili l’unità, l’unicità e l’armonia, “Umoja” riunisce sentimenti universali attraverso la multiforme musica globale cui Conte ha dedicato la vita a studiare e ricercare; l’album attinge alle profonde sonorità spiritual e free jazz degli anni ’70, ai dischi soul stampati da privati e ai ritmi africani e afro-caraibici presenti nella sua collezione, ma riconosce anche il suo debito nei confronti di molte delle più celebri icone musicali del decennio, come i maestri del jazz cosmico Lonnie Liston Smith e Gary Bartz, e i creatori dell’afrobeat Fela Kuti e Tony Allen. Con Nicola Conte (chitarra) sul palco, una formazione internazionale che vede Bridgette Amofah alla voce (UK), Timo Lassy al sax (Finlandia), Pietro Lussu al piano e tastiere (Italia), Ameen Saleem al contrabbasso (USA), Enrico Morello alla batteria (Italia), e Abdissa “Mamba” Assefa alle percussioni (Finlandia).
A chiudere la serie di concerti in Piazza del Popolo, ancora un incontro tra “sostanze” musicali diverse nel secondo set, con il progetto “Drops”, che vede protagonisti il sassofonista Tino Tracanna insieme all’eclettico chitarrista Roberto Cecchetto e a Bonnot (al secolo Walter Buonanno), DJ, compositore, produttore, polistrumentista, tra i più talentuosi producer in ambito hip hop della scena nazionale. I tre musicisti, mettendo in discussione il proprio background, mettono sul piatto sonorità e linguaggi lontani attraverso un dialogo incrociato intorno al problematico, babelico ed insieme entusiasmante caos del mondo di oggi. Così voci, frammenti d’Africa, ectoplasmi classici, monumentali hip hop, morbide melodie e spasimi elettronici si intrecciano in un ipotetico viaggio rasoterra, intorno al mondo, basato e impostato sull’improvvisazione. A rendere ancora più interessante e ricco questo scambio tra mondi, si unisce al trio (già attivo dal 2012) il rapper e produttore discografico Tormento (nome d’arte di Massimiliano Cellamaro, MC), considerato tra i pionieri dell’hip-hop in Italia, fondatore e innovatore del genere insieme ai Sottotono.
Venerdì 16 agosto
Ultimi impegni a Berchidda, la mattina del 16 agosto, come da tradizione al Museo del Vino dove alle 11.30 è in programma la presentazione e degustazione delle bottiglie da collezione delle cantine del vermentino locali che riportano nell’etichetta l’immagine grafica di questa edizione. A seguire, la presentazione di “Time in Jazz Diary 2023”, il progetto editoriale che ripercorre la passata edizione del festival attraverso l’obiettivo del fotografo Andrea Rotili (Postcard 2024).
Poi, nel tardo pomeriggio, trasferimento sulla costa, in quello che è ormai da diverse edizioni il “teatro” dell’ultimo atto del festival: la Peschiera di San Teodoro. Qui, alle 18, a salutare questa edizione, saranno Paolo Fresu (tromba, flicorno, effetti), il pianista e compositore Glauco Venier (reduce dal concerto di ferragosto a San Michele), e Lella Costa, attrice, comica, cabarettista, drammaturga, che daranno vita a “Pinocchio Confidential”, una riproposizione in concerto dello spettacolo teatrale “Cuore di Burattino” (prodotto da Teatro Carcano di Milano e distribuito da Mismaonda), basato sul reading di Lella Costa e Gabriele Vacis su musiche Paolo Fresu, e tratto dal romanzo “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” di Carlo Collodi: considerato uno dei capolavori della letteratura italiana, è uscito nella sua versione completa, nel 1883; lo scorso anno si sono dunque festeggiati i 140 anni dalla nascita di questo romanzo che ha incantato generazioni di bambini e adulti, travalicando la superficie della fiaba, e facendosi portatore di significati antropologici e sociali più profondi, che rendono questa storia universale e paradigmatica, offrendo così numerose chiavi di lettura del nostro quotidiano, che saranno svelate e interpretate nello spettacolo.
Infine a Berchidda chiudono la serie di ospiti del FestivalBar, come ultimissimo atto del trentasettesimo Time in Jazz, le sonorità R&B e dance del Valucre Special Trio, con Valentina Luiu alla voce e tastiere, Alberto Virdis al basso, synth, tastiere e batteria, e Lorenzo Pischedda alle tastiere e alla batteria, di scena alle 22 al Bar della Piazza.
Time to Children
Oltre alla musica dal vivo, come sempre a Time in Jazz, tanti altri appuntamenti e attività caratterizzeranno anche questa edizione. Il tema “A love supreme” si avvicina al mondo dell’infanzia nella maniera più naturale esaltando la purezza e la bellezza insita nell’essere bambini: ecco dunque che si rinnova l’impegno che Time in Jazz porta avanti da alcuni anni con l’ormai affermata formula di Time to Children, un progetto dedicato all’educazione musicale delle bambine e dei bambini, curato dalla violinista e didatta Sonia Peana, in collaborazione con Catia Gori e l’associazione Nazionale Il Jazz va a Scuola.
Dal 10 al 15 agosto, dunque, negli spazi di “Sa colte ‘e s’ Oltijiu”, il giardino accanto a Sa Casara (l’ex caseificio oggi sede dell’associazione Time in Jazz), bambini, ragazzi e adulti saranno accompagnati, attraverso spettacoli, laboratori e mostre, nell’esplorazione del tema di questa edizione del festival, l'”Amore supremo”: gli incontri, guidati da educatori, come Franco Lorenzoni, attori e maestri dell’espressione corporea come André Casaca, musicisti e poeti, come Piermario Giovannone e la musicista e didatta esperta di “body percussion” Eliana Danzì, saranno legati all’educazione relazionale, ambientale, alla sensibilizzazione verso le tematiche sulla parità di genere e alla pace, con la musica che farà da filo conduttore e da linguaggio universale e portatore di creatività e espressività.
Libri e mostre
Torna anche in questa edizione Time to Read, la sezione del festival dedicata agli incontri con i libri e i loro autori, in programma tra l’11 e il 14 agosto, negli spazi di Sa Casara a Berchidda (sempre alle 19). Tra i protagonisti (l’11 agosto) lo scrittore, giornalista e produttore musicale Ashley Kahn, che torna a presentare “A Love Supreme”, il libro (ripubblicato da Il Saggiatore nel 2019 con testi inediti e bozze autografe dell’opera) in cui racconta la genesi dell’omonimo capolavoro di John Coltrane, ispirazione anche per il tema del festival.
La musica come accompagnamento delle grandi trasformazioni del nostro paese è invece il tema del libro del sociologo e politico Luigi Manconi “La musica è leggera – Racconto su mezzo secolo di canzoni” (Il Saggiatore, 2012), in programma il 12 agosto.
Ma la musica è anche strumento di resistenza culturale, capace di favorire un cambiamento sociale, come si evidenzia nel racconto biografico “Abbey Lincoln. Una voce ribelle tra jazz e lotta politica” (L’Asino d’oro, 2023), in cui il giornalista Luigi Onori (il 13 agosto) traccia un ritratto della cantante e compositrice afroamericana nelle sue vicende musicali intrecciate all’impegno contro la segregazione razziale e per il riconoscimento dei diritti civili.
Il 14 agosto, uno speciale appuntamento sarà dedicato a “Pinocchio”, uno dei più celebri capolavori della letteratura, di cui Giunti ha pubblicato nel 2023 (nel centoquarantesimo anniversario dalla prima stampa) uno speciale cofanetto da collezione, in cui, a un’edizione in stampa rara e speciale, si unisce un audiolibro letto da Lella Costa con musiche di Paolo Fresu e Glauco Venier, attesi per portare dal vivo questa originale lettura il 16 agosto a San Teodoro.
Il 15 agosto, la rassegna fa tappa alla chiesetta di Santa Caterina, con la presentazione del libro inedito “L’Amore supremo”, del chitarrista Reno Brandoni (Fingerpicking, 2024), un titolo che richiama il tema portante del Festival (ore 17).
L’indomani sarà presentato invece al Museo del vino – Enoteca regionale di Berchidda (alle 12) “Time in Jazz Diary 2023”, il progetto editoriale che ripercorre la passata edizione del festival attraverso l’obiettivo del Fotografo Andrea Rotili (Postcard 2024). Una selezione di scatti dello stesso Rotili sarà anche esposta negli spazi di Sa Casara, insieme a quelli del collega fotografo Paolo Soriani nella mostra fotografica “Time to Time 2023”, il racconto per immagini della passata edizione del festival, con i suoi volti, le sue emozioni e le sue suggestioni.
Sa Casara, sede dell’Associazione, resterà aperta per tutta la durata del festival, diventando come sempre il punto di riferimento per le arti visive, che troveranno il consueto spazio in questa edizione del festival con le opere della Collezione di Arte contemporanea CasArt, nata nel 1997 in seno al progetto PAV (Progetto Arti Visive) grazie al generoso contributo degli artisti che negli anni hanno partecipato alle iniziative del Festival. CasArt documenta gli esiti della ricerca e della sperimentazione artistica e creativa in Sardegna comprendendo anche opere di artisti nazionali e internazionali.
Green Jazz
A completare e arricchire il programma contribuiranno infine percorsi guidati nella natura e nei siti archeologici, vari incontri e degustazioni di prodotti dell’enogastronomia locale e le consuete iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale raccolte sotto l’insegna Green Jazz. Dal 2020 Time in Jazz fa parte di Jazz Takes The Green, la rete dei festival jazz ecosostenibili, prima esperienza italiana di aggregazione di eventi culturali che hanno a cuore la causa Green.
Già dalla scorsa edizione, Time in Jazz propone un’iniziativa che intende valorizzare e promuovere i territori che ospitano il festival: si tratta di “Un’Ora in più”, una proposta nata per dare la possibilità al pubblico itinerante del festival di conoscere e scoprire i luoghi che fanno da cornice ai concerti, scelti per il loro particolare interesse storico, artistico, religioso o ambientale, attraverso apposite visite guidate, degustazioni di prodotti locali, o punti di informazione, con il supporto delle amministrazioni locali e delle associazioni che aderiranno. Un’ iniziativa che rende l’esperienza culturale di Time in Jazz più ricca e profonda, lontana dalle logiche del turismo di massa, e più vicina a un’esperienza genuina di incontro nel nome dell’arte e della bellezza.
com.unica, 23 luglio 2024