Il nuovo volto della guerra: la destabilizzazione globale firmata Vladimir Putin
La strategia di Mosca per minare l’Occidente attraverso sabotaggi, ingerenze e cyber-attacchi è ormai in piena azione
Un recente articolo dell’Economist (Vladimir Putin’s spies are plotting global chaos) ci ricorda come Vladimir Putin e la Russia stiano conducendo una guerra silenziosa ma allo stesso tempo aggressiva in vari angoli del mondo, facendo ricorso a spionaggio, sabotaggi, disinformazione e altri atti di ingerenza. Questa nuova fase della politica estera russa, che ha raggiunto il culmine con l’invasione dell’Ucraina, è caratterizzata da una crescente audacia delle operazioni del GRU, l’agenzia di spionaggio militare russa, e da un ritorno all’uso massiccio di mercenari e criminali come strumenti geopolitici.
“Abbiamo assistito a incendi dolosi, sabotaggi e altro ancora: azioni pericolose condotte con crescente incoscienza”, ha dichiarato al riguardo Ken McCallum, capo dell’MI5, l’agenzia britannica per la sicurezza interna e il controspionaggio. “Il GRU, in particolare, è impegnato in una missione continua per creare scompiglio in Gran Bretagna e in Europa”, ha dichiarato lo scorso 8 ottobre. La strategia russa di disordine globale sembra è confermata anche da Fiona Hill, ex funzionaria del Consiglio di Sicurezza Nazionale americano, che ha affermato che “quello che Putin sta cercando di fare è colpirci dappertutto”.
In Europa, gli atti di sabotaggio e di destabilizzazione sono diventati sempre più frequenti. L’Economist riporta che in Germania, ad aprile, sono stati arrestati due cittadini russo-tedeschi accusati di pianificare attacchi per conto del GRU. In Polonia, un uomo è stato arrestato per aver tentato di passare informazioni sensibili sull’aeroporto di Rzeszow al GRU. Nel Regno Unito, alcuni uomini sono stati incriminati per un attacco incendiario contro una società di logistica ucraina a Londra. Questi episodi fanno parte di una campagna più ampia che include atti di sabotaggio in altre nazioni europee come la Francia e la Svezia. Un altro esempio di queste attività sovversive è il tentativo di destabilizzare l’Occidente attraverso la disinformazione e il cyber-sabotaggio. L’Economist ricorda inoltre come hacker russi legati al GRU abbiano tentato di manipolare sistemi di controllo di impianti idrici in Polonia e negli Stati Uniti. Le operazioni di disinformazione mirano a minare la coesione sociale, fomentare l’opposizione agli aiuti all’Ucraina e ampliare le divisioni interne nei paesi occidentali. Sul fronte africano, la Russia sta utilizzando mercenari per soppiantare l’influenza occidentale in stati come Mali, Burkina Faso e Niger. A conferma di questa strategia, circa 100 consiglieri militari russi sono stati inviati in Niger ad aprile, successivamente ai colpi di stato che hanno destabilizzato la regione. Nel complesso, le operazioni in Africa sembrano mirate a consolidare la presenza russa in aree di importanza strategica, indebolendo le potenze occidentali.
Fiona Hill ha affermato che la Russia vede queste operazioni non solo come un mezzo per influenzare la politica americana ed europea, ma anche per “distruggere gli Stati Uniti come avversario principale”, cercando di promuoversi come grande potenza globale. Nonostante la portata delle operazioni russe, vi sono segni di debolezza e disperazione. Ken McCallum ha osservato come la Russia faccia sempre più affidamento su gruppi criminali e mercenari per condurre operazioni clandestine, il che riduce la professionalità delle missioni e rende più facile per l’intelligence occidentale contrastare queste attività. L’articolo dell’Economist evidenzia anche la crescente collaborazione tra Russia e Cina, con Xi Jinping che ha dichiarato a Putin che “ci sono cambiamenti come non se ne vedevano da 100 anni, e siamo noi a guidare questi cambiamenti insieme”. Questa affermazione rafforza l’idea che Russia e Cina stiano cercando di riscrivere l’ordine internazionale postbellico a loro favore.
Putin aveva già dichiarato alla fine del 2022 che “ci aspetta probabilmente il decennio più pericoloso, imprevedibile e allo stesso tempo più importante dalla fine della Seconda Guerra Mondiale”, una visione che riflette la convinzione che l’ordine mondiale attuale sia destinato a crollare e che la Russia debba giocare un ruolo centrale nella sua ricostruzione. “Per citare un classico”, ha aggiunto, invocando un articolo di Vladimir Lenin del 1913, ‘questa è una situazione rivoluzionaria’. C’è quindi in lui la convinzione che l’ordine del dopoguerra sia marcio e vada riscritto, se necessario con la forza.
Sebastiano Catte, com.unica 14 ottobre 2024