Pubblicata la biografia dello storico Mario Toscano, “ebreo per tre quarti”
È da poco stato pubblicato, per i tipi dell’Editoriale Scientifica di Napoli, un libro dedicato alla figura dello storico Mario Toscano, intitolato Mario Toscano storico e intellettuale nell’Italia fascista. Un piemontese “ebreo per tre quarti”. Il libro in questione è di Luciano Monzali, professore ordinario di Storia delle relazioni internazionali presso l’Università di Bari “Aldo Moro”, e fa parte della collana “Memorie e studi diplomatici” diretta da Stefano Baldi.
L’opera rappresenta la continuazione di un lavoro di ricerca pluridecennale svolto da Luciano Monzali, dedicato alla ricostruzione della figura di Mario Toscano, tra i principali storici delle relazioni internazionali del Novecento, che aveva già portato, nel 2011, ad un primo rilevante risultato storiografico con la pubblicazione di Mario Toscano e la politica estera italiana nell’era atomica (Le Lettere, Firenze 2011). Ma mentre quest’ultimo volume concentrava l’analisi sullo storico novarese soprattutto sul secondo dopoguerra, sulla sua “seconda vita” potremmo dire accostandoci a quanto Monzali ci suggerisce in questa ricostruzione biografica, il libro testé pubblicato è un approfondito e originale resoconto del percorso iniziale della vita e della carriera di Toscano, che si svolse nel contesto politico e culturale del “Ventennio” fascista.
Due sono i grandi temi del libro, che si presenta come qualcosa di più di una normale “biografia”. Da una parte, certamente, questo volume è la ricostruzione della vita di un giovane intellettuale ebreo italiano negli anni della dittatura di Mussolini. Nato nel 1908, Toscano vive, infatti, la sua gioventù e matura come individuo all’interno di uno Stato autoritario di cui lui condivide e sposa con entusiasmo l’ideologia politica, il fascismo, con ad esso connessi il nazionalismo, il sogno di una grande Italia potenza imperiale, l’idea della costruzione di una società omogenea dominata dallo Stato che superasse ogni lotta di classe. All’interno di questa Italia, Toscano muove i primi passi come intellettuale, come accademico ed anche come militante del PNF, attivo soprattutto a Novara e in Piemonte. Ma la simbiosi di Mario Toscano con lo Stato fascista si rompe drammaticamente con le leggi razziali del 1938, che lo spingono ad un difficile ripensamento ideologico e ad una drammatica lotta per la sopravvivenza, che Toscano conduce con i mezzi che ha a disposizione e che gli paiono più efficaci: la ricerca del riconoscimento dello status di ariano.
Attraverso la ricostruzione dei tentativi di Toscano e della sua famiglia di ottenere lo status di ariani questo libro fa conoscere l’effetto distruttivo e corruttivo che la legislazione razziale antisemita ebbe in settori importanti della società italiana, paradossalmente proprio in quei gruppi che aderivano con forza e convinzione al regime mussoliniano, offrendoci la conferma che l’antisemitismo di Stato fu un fattore importante di indebolimento del consenso al fascismo in settori rilevanti della classe dirigente italiana: infatti con le leggi razziali il regime mussoliniano da costruttore e difensore della società si trasformava in dissolvitore e distruttore dell’ordine sociale e degli equilibri esistenti in quella borghesia italiana che era elemento cruciale della struttura di potere su cui si reggeva la dittatura fascista.
Dall’altra, questo volume si pone l’obiettivo di raccontare lo sviluppo della storiografia italiana delle relazioni internazionali nella prima metà del Novecento e il ruolo di Mario Toscano in essa analizzandone in maniera dettagliata gli scritti e l’attività come storico e intellettuale. L’Autore, in particolare, si sforza di collocare la storiografia di Mario Toscano nel contesto più ampio degli studi storici italiani e internazionali negli anni fra le due guerre mondiali. Sotto questo aspetto, il libro offre pagine molto belle di “storia della storiografia”, ricordando il contributo che molti studiosi di diedero, nella prima metà del Novecento, nel fare evolvere il settore degli studi storici.
Analizzando l’opera di Mario Toscano, Monzali coglie quelli che sono gli elementi di forza della sua storiografia: lo sviluppo di una metodologia di ricerca storica precisa ed efficace grazie all’attento uso della documentazione diplomatica e della memorialistica, la felice coesistenza fra talento di storico e sensibilità di giurista, la grande apertura internazionale, l’incredibile capacità di lavoro e l’inesauribile produttività. Era però la sua una storiografia che si nutriva e traeva ispirazione dagli eventi e dagli sviluppi drammatici della politica internazionale nel mondo che Toscano viveva. La ricostruzione precisa della sua produzione intellettuale ci indicano che in fondo la sua grande ambizione era cercare d’interpretare gli eventi politici mondiali, analizzare la contemporaneità, con gli strumenti e lo sguardo dello storico. L’altro suo grande obiettivo era la volontà di essere collegato con il potere dello Stato italiano, di sostenerne, ispirarne e condizionarne gli orientamenti e l’azione diplomatica attraverso la propria attività di riflessione storiografica e intellettuale: obiettivo che egli riuscì poi a raggiungere nell’Italia del secondo dopoguerra divenendo capo dell’Ufficio studi del Ministero degli Affari Esteri italiano.
Un ultimo aspetto da rilevare, e che dà particolare valore a questa opera di Luciano Monzali, è che questo libro offre anche una ricostruzione molto interessante ed approfondita della politica internazionale degli anni tra le due guerre. Attraverso l’analisi degli scritti di Mario Toscano, infatti, Monzali ci fa rivivere la tragica parabola della politica estera dell’Italia fascista e tutte le tappe del drammatico processo di ri-avvitamento delle potenze europee verso il secondo conflitto mondiale e la nuova autodistruzione collettiva. Il che offre molti spunti di riflessione ed ovvi richiami alla tragica situazione mondiale presente.
Il libro può essere acquistato in libreria in versione cartacea. La versione digitale è liberamente scaricabile online sulla pagina dedicata alla collana.
Giuseppe Spagnulo, com.unica 14 ottobre 2024
*Nella foto in alto: 24 settembre 1957, New York, Nazioni Unite, Membri della delegazione italiana alla 12a sessione UNGA