Dalla resistenza ucraina al tema della manipolazione dell’informazione: la visione dello storico americano sulla libertà odierna

Timothy Snyder è uno degli storici contemporanei più influenti, noto per i suoi studi sull’Europa orientale e la sua capacità di collegare eventi storici e dinamiche politiche contemporanee. Professore alla Yale University, ha dedicato la sua carriera a esplorare la storia dell’autoritarismo, della violenza di stato e delle crisi democratiche. Le sue opere più celebri, come Bloodlands (Terre di Sangue) e On Tyranny (Sulla Tirannia), hanno fornito una lucida analisi delle tragedie del XX secolo e delle lezioni da trarne per prevenire il ritorno di quei regimi. In On Freedom, Snyder cambia prospettiva, spostando l’attenzione dalla denuncia della tirannia all’elaborazione di un manifesto positivo per la libertà, con una visione che combina storia, filosofia e un richiamo all’azione collettiva.

On Freedom (Random House 2024, 368 pagine) è un’opera che nasce dall’urgenza del nostro tempo. La disinformazione, il cambiamento climatico, l’erosione della società civile e l’ascesa di figure politiche autoritarie rappresentano sfide enormi per la democrazia e la libertà. Snyder, che negli ultimi mesi ha soggiornato a lungo in Ucraina, descrive con straordinaria chiarezza la brutalità dell’aggressione russa e il ruolo che questo conflitto gioca in una battaglia globale per la libertà. L’invasione russa dell’Ucraina per l’autore non è solo una questione regionale o geopolitica, ma il terreno su cui si scontrano due visioni opposte: una di libertà, l’altra di oppressione.  In altri termini  il simbolo più nitido di una minaccia esistenziale alla democrazia. Profondo conoscitore della storia ucraina, Snyder descrive – avendola conosciuta da vicino – la sofferenza del popolo ucraino e l’importanza della loro resistenza. Non si tratta pertanto di una guerra limitata a un confine specifico, ma di un conflitto che potrebbe definire il futuro della democrazia stessa. Se l’Ucraina dovesse soccombere, argomenta Snyder, ne seguirebbero altre guerre simili, e i tiranni di tutto il mondo ne uscirebbero rafforzati. Questo, per Snyder, è un monito che ricorda le giustificazioni storiche che furono fatte per guerre passate, come la teoria del domino durante la guerra del Vietnam, ma la sua preoccupazione rimane concreta: la vittoria dell’Ucraina è fondamentale per la sopravvivenza di un ordine democratico globale.

L’intensa descrizione che Snyder fa dell’Ucraina, dei villaggi devastati e della resistenza eroica dei suoi abitanti, è centrale nelle pagine del libro: la libertà è fragile e va difesa attivamente. Tornando al villaggio di Posad Pokrovs’ke, completamente distrutto dai bombardamenti russi, Snyder mostra come la vita continui tra le macerie, incarnando la resistenza e la speranza del popolo ucraino. Quella speranza non riguarda solo l’Ucraina, ma anche il destino della libertà in Europa e nel mondo. La solidarietà internazionale, in questo contesto, diventa cruciale: per Snyder, non esiste libertà per pochi, ma una libertà autentica deve essere estesa a tutti.

Questa visione della libertà, tuttavia, non si limita alla scena internazionale. Snyder si sofferma anche sulla minaccia interna che incombe sulla democrazia americana, rappresentata da figure come Donald Trump. Il professore di Yale è sempre stato uno dei critici più accesi della presidenza Trump, e in On Freedom riprende il tema del nichilismo politico che aveva esplorato in On Tyranny. Trump, secondo Snyder, incarna un pericolo concreto per la democrazia, grazie alla sua capacità di manipolare la verità e indebolire le istituzioni democratiche. Snyder non lo definisce un fascista nel senso classico del termine, ma lo accusa di essere un “sadopopulista”, una figura che trae piacere nel distruggere e manipolare, facendo leva su un populismo distruttivo che mina i fondamenti del governo democratico.

Snyder esprime la sua preoccupazione per l’erosione della verità nella società americana, una crisi che considera strettamente legata alla mancanza di fiducia nelle istituzioni e nei media. La diffusione della disinformazione e la polarizzazione politica, alimentate dai social media e dall’ascesa di leader populisti, rappresentano per Snyder un pericolo per la libertà che non va sottovalutato. Senza una presa di coscienza collettiva, sostiene, gli Stati Uniti rischiano di seguire il percorso di regressione autoritaria già visto in altre parti del mondo. Il legame tra disinformazione e autoritarismo è uno dei temi centrali di On Freedom, con Snyder che richiama alla necessità di riscoprire un’etica della verità e dell’impegno civile.

Il libro non è solo un’analisi critica, ma anche una riflessione personale. Snyder intreccia le sue esperienze in Europa dell’Est, le sue riflessioni sui regimi totalitari del passato, e le sue interazioni dirette con le persone che vivono in condizioni di oppressione, come i detenuti nelle carceri di massima sicurezza americane, dove insegna. Queste esperienze lo portano a un’idea di libertà che non è solo teorica, ma profondamente pratica e quotidiana. La libertà, per Snyder, si gioca nelle scelte che compiamo ogni giorno, dalle modalità di votazione (preferibilmente con schede fisiche) alle interazioni umane che dobbiamo cercare di recuperare fuori dai social media e dagli schermi.

Tra i filosofi che ispirano Snyder, ci sono figure come Václav Havel e Simone Weil, che incarnano una visione della libertà come impegno concreto e responsabile. La sovranità individuale, l’imprevedibilità dell’agire umano, la mobilità e la solidarietà sono per lo storico di Yale i pilastri su cui si fonda una società veramente libera. Questa concezione richiede una riforma delle istituzioni e della società, in un impegno che riguarda non solo i leader politici, ma ogni singolo cittadino.

On Freedom non è pertanto solo una riflessione teorica, ma un appello urgente a ripensare il concetto di libertà come qualcosa di dinamico e collettivo. Snyder ci invita a difendere la libertà con azioni concrete, che vanno dalla protezione delle istituzioni democratiche alla resistenza contro le forze che minano la verità. La sua visione è tanto rigorosa quanto ispiratrice, un richiamo a non dare per scontato ciò che è stato conquistato, e a lottare attivamente per ciò che ancora deve essere costruito.

Sebastiano Catte, 20 ottobre 2024

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