Sulle spalle dei Giganti, la Preistoria moderna di Costantino Nivola
Da Orani a New York: come il grande artista ha trasformato il passato della Sardegna in un racconto universale
Il 30 novembre si apre una mostra destinata a riscrivere il rapporto tra arte contemporanea e preistoria sarda. Al Museo Nivola di Orani e al Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras, “Sulle spalle dei giganti: la preistoria moderna di Costantino Nivola” è un tributo al dialogo tra il passato ancestrale e l’arte del Novecento, un viaggio in cui l’artista di Orani si confronta con le antiche tradizioni e i simboli della sua terra natale.
Questa esposizione è frutto della collaborazione tra la Fondazione Mont’e Prama e la Fondazione Nivola, che hanno unito risorse e visioni per esplorare in modo unico l’universo creativo di Costantino Nivola e le sue radici nella preistoria sarda. Anthony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama, sottolinea come questa sinergia tra musei e istituzioni culturali abbia permesso di costruire una narrazione “plurale ed evocativa, capace di collegare idealmente tutta la Sardegna e di favorire una lettura nuova e integrata della nostra storia”. Il titolo della mostra evoca non solo le statue di Mont’e Prama ma anche l’immagine medievale dei “nani sulle spalle dei giganti”, simbolo della possibilità di vedere più lontano grazie alla grandezza del passato.
Nivola e la Sardegna: un legame profondo e primordiale
Costantino Nivola, nato a Orani e divenuto esule negli Stati Uniti negli anni Trenta, ha sempre mantenuto un legame viscerale con la Sardegna. Questo legame ha trovato il suo riflesso più forte nell’arte: sculture e rilievi intrisi di richiami alla cultura e all’estetica nuragica, ai simboli della preistoria, alle memorie di un popolo antico che riecheggiano nella sua opera. Formatasi come grafico, Nivola si avvicinò alla scultura solo nel 1950, a New York, influenzato da artisti della New York School come Pollock e dal totemismo, un filone artistico che evocava i primordi della civiltà umana. Il suo ritorno in Sardegna nel 1947, dopo la Seconda guerra mondiale, segnò un momento cruciale. In un periodo in cui l’umanità si confrontava con la minaccia di una possibile autodistruzione, Nivola trovò nelle origini arcaiche dell’isola la rappresentazione di una forza creativa e vitale. Egli esplorò i monumenti e i simboli della preistoria sarda, come i nuraghi e i bronzetti nuragici, che lo affascinarono per la loro solidità e semplicità. Nivola, sentendosi erede spirituale degli antichi costruttori, decise di incorporare queste immagini nel proprio stile artistico, creandosi un’identità che attingeva alla memoria e al mistero del passato.
La mostra: un viaggio tra scultura e spiritualità arcaica
La mostra, articolata in diverse sezioni, permette ai visitatori di avventurarsi nei temi cari a Nivola: le divinità primordiali, la figura femminile sacra, il culto dell’acqua, la cultura del costruire. La prima sezione, presso il Museo Nivola, introduce il mito dell’origine secondo Nivola, con opere che rimandano a Gea e Urano, simboli di una spiritualità arcaica che l’artista riprende attraverso un trittico in bronzo degli anni Sessanta. Qui emerge l’influenza delle domus de janas, le “case delle fate”, tombe ipogeiche scolpite nella roccia, i cui graffiti continuano a ispirare Nivola negli anni, portandolo a sviluppare una tecnica unica di incisione su intonaco fresco per le decorazioni pubbliche.
Un altro tema affascinante è quello dei menhir, enormi monoliti risalenti al periodo prenuragico, che Nivola interpreta nei suoi famosi sandcast e in sculture come quelle di Piazza Satta a Nuoro. Questi oggetti diventano per l’artista simboli di stabilità e di comunione con la terra, capaci di evocare un’idea di sacralità universale e durevole.
Le Madri e i pozzi sacri: un tributo alla fertilità e alla resilienza
Uno dei cuori pulsanti della mostra è rappresentato dal tema della Grande Madre, figura simbolo della preistoria sarda e fonte di ispirazione per Nivola fin dagli anni Cinquanta. Le sue sculture femminili, dai Totem degli anni Cinquanta alle Madri degli anni Settanta, racchiudono il fascino ambivalente delle antenate preistoriche, unendo in sé forza e delicatezza, creatività e protezione. Queste sculture celebrano la fertilità e la resilienza, due qualità che per Nivola rappresentano l’essenza stessa della Sardegna.
Il percorso prosegue con un parallelo inedito tra i pozzi sacri nuragici, che riflettono il culto delle acque nella cultura sarda antica, e le fontane realizzate da Nivola negli Stati Uniti, in cui l’acqua diventa elemento simbolico e architettonico. Carl Stein, collaboratore di Nivola, osserva come l’artista amasse “contrapporre l’abbondanza dell’acqua negli Stati Uniti con la sua scarsità in Sardegna, che la rende preziosa e ne alimenta il desiderio”. Le fontane di Nivola, come quelle per i college Morse e Stiles all’Università di Yale, non sono semplici decorazioni, ma omaggi alla sacralità dell’acqua, un richiamo alla Sardegna, dove ogni goccia è carica di valore.
L’arte del costruire: un’eredità millenaria
La sezione finale della mostra a Orani, dedicata al “Costruttore”, introduce il tema dell’arte del costruire, una passione che Nivola eredita dalle strutture nuragiche. Questa figura mitica del “muratore” è una metafora dell’intero percorso artistico di Nivola, che ritrova nei muri dei nuraghi una rappresentazione simbolica dell’identità sarda, fatta di forza, persistenza e comunità. La serie dei Building Blocks, concepita nei primi anni Cinquanta, esplora questo legame tra arte e architettura, e lo rende protagonista di molte opere monumentali concepite da Nivola come spazi abitabili, “spazi da abitare” dove l’arte si fonde con la vita quotidiana.
Il viaggio si conclude al Museo Giovanni Marongiu di Cabras, sede dei celebri Giganti di Mont’e Prama, dove le sculture nuragiche si confrontano con quelle di Nivola in un dialogo che attraversa i millenni. I pastori, i guerrieri e gli artigiani dei bronzetti nuragici sono per Nivola figure mitiche che, come lui stesso affermava, “continuano ad aggirarsi sulla terra”, lasciando la loro impronta nelle sue sculture e nelle sue figure maschili, esili e potenti.
Un invito alla riscoperta delle radici
La mostra “Sulle spalle dei giganti” invita a un viaggio tra passato e presente, tra storia e leggenda, un percorso che permette di guardare con occhi nuovi alla Sardegna e al suo patrimonio culturale. Il pubblico avrà l’opportunità di scoprire come Nivola, tra i protagonisti dell’arte del Novecento, sia riuscito a fondere la modernità con le radici più profonde dell’isola, celebrando una spiritualità e una visione del mondo che appartiene a tutti noi. “Nivola ha preso la Sardegna per mano, riportando alla luce le sue origini e trasformandole in arte” ha scritto Giuliana Altea, una delle curatrici della mostra. Il suo lavoro non è solo una testimonianza estetica, ma un invito a riconoscere e custodire le radici di una cultura che risale ai primordi della civiltà.
Sebastiano Catte, com.unica 8 novembre 2024
Sulle spalle dei Giganti. La Preistoria moderna di Costantino Nivola
a cura di
Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri, Anna Depalmas, Carl Stein
Museo Civico Giovanni Marongiu – Sala Polifunzionale, Cabras
Museo Nivola, Orani
30 novembre 2024 – 23 marzo 2025
Partner istituzionali
Ministero della Cultura, Regione Autonoma della Sardegna, Fondazione di Sardegna, Comune di Cabras, Comune di Orani, Direzione Regionale Musei Sardegna, Museo Archeologico Nazionale “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari, Museo Archeologico Nazionale “Giorgio Asproni” di Nuoro, Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, Menhir Museum di Laconi, CRS4
Informazioni
Fondazione Mont’e Prama – Museo Civico Marongiu, Cabras
Via Tharros s.n.c., 09072 Cabras (Or)
+ 39 0783/290636 | fondazione@monteprama.it
Fondazione Nivola – Museo Nivola, Orani
Via Gonare 2, 08026 Orani (Nu)
+ 39 0784 730063 | info@museonivola.it