I “future-ready worker” sono i talenti del futuro: ma solo il 5% degli italiani è formato per sostenere le sfide del 2025
I risultati dell’indagine “Global Workforce of the Future” di The Adecco Group
Milano, 14 gennaio 2025 – In un mondo del lavoro caratterizzato da continue trasformazioni, nel 2025 le aziende italiane dovranno affrontare con maggiore reattività le evoluzioni del mercato, adattandosi a dinamiche e processi sempre più complessi. Secondo l’indagine “Global Workforce of the Future” di The Adecco Group, in questo contesto i “future-ready workers” sono destinati a diventare la forza lavoro del futuro. Questo gruppo, composto da lavoratori che possiedono le competenze, la mentalità e la flessibilità necessarie per fronteggiare le sfide dei prossimi anni, rappresentano tuttavia ad oggi un segmento di piccole dimensioni: basti pensare che, rispetto ad una media globale dell’11%, in Italia, solo il 5% dei lavoratori possiede le abilità per rispondere ai rapidi cambiamenti tecnologici e alle richieste del mercato del lavoro. Un numero ancora molto basso se rapportato a Paesi come India (35%) e Cina (25%) che dominano la classifica dei Paesi più preparati ad affrontare le sfide di domani.
I “future-ready workers” rappresentano il motore del cambiamento e della crescita nelle organizzazioni moderne. In particolare, questi professionisti mostrano tre qualità fondamentali: adattabilità, cioè la capacità di adattarsi rapidamente a nuovi strumenti, processi e responsabilità; competenza tecnologica, caratterizzata da un approccio proattivo nell’utilizzo di strumenti digitali e dell’intelligenza artificiale (IA) per massimizzare la produttività; proattività, ossia quella naturale propensione a perseguire la crescita professionale attraverso l’acquisizione di nuove competenze e verso il costante aggiornamento sulle tendenze del settore.
Per garantire la crescita di questi talenti del futuro, le aziende sono chiamate ad investire nello sviluppo delle competenze dei propri dipendenti, attraverso l’implementazione di percorsi di formazione costantemente aggiornati. Secondo la ricerca di The Adecco Group, infatti, il 91% dei “future-ready workers” dichiara di avere ricevuto dalla propria azienda un piano di sviluppo professionale personalizzato, rispetto ad una media globale del 51% dei lavoratori che non rientrano in questa categoria. Inoltre, il 99% dichiara di partecipare regolarmente a corsi di formazione sulla leadership, rispetto al 57% della media globale tra coloro che non rientrano in questa categoria.
La chiave di volta per favorire una crescita professionale risiede, a tutti gli effetti, nell’integrazione di strategie di upskilling e reskilling, oltre alla pianificazione di opportunità di crescita e attività che siano in grado di rispondere alle esigenze individuali, con una particolare attenzione alla trasformazione digitale e all’etica nell’uso dell’IA.
“Con il giusto supporto e investimenti mirati, le aziende possono coltivare un ecosistema di talenti resilienti e preparati all’evoluzione” ha commentato Angelo Lo Vecchio, Amministratore Delegato di Adecco e Presidente di The Adecco Group in Italia. “In un momento in cui due terzi dei leader aziendali a livello globale pianificano di reclutare talenti per competenze legate all’IA, piuttosto che formare i team esistenti per fornire loro le giuste competenze, è sempre più necessario un approccio proattivo da parte delle aziende. Sostenere la crescita delle competenze internamente, non solo permette di migliorare la competitività aziendale, ma contribuisce a colmare il divario di competenze, riducendo i costi e aumentando la fedeltà dei dipendenti”.
com.unica, 16 gennaio 2025