Protezionismo, nuove alleanze e criptovalute: l’agenda del 47° presidente degli Stati Uniti nel discorso di insediamento

In una giornata gelida ma illuminata da un sole invernale, Donald Trump ha giurato come 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America presso la Rotonda del Capitol di Washington. Il suo discorso di insediamento, della durata di venti minuti, ha delineato un’agenda ambiziosa, ricca di promesse e punteggiata da applausi fragorosi. Con toni perentori e una retorica da leader di rottura, Trump ha dipinto il suo secondo mandato come un “nuovo capitolo della grandezza americana”.

Il cuore del discorso: l’America al centro

Trump ha promesso un cambiamento radicale, sottolineando che “il giorno del riscatto è finalmente arrivato”. Ha ribadito l’impegno a “deportare milioni di clandestini”, proclamando l’emergenza al confine con il Messico, e ha annunciato la fine dello ius soli. Ha inoltre promesso una politica economica protezionista con nuovi dazi sulle importazioni, accompagnata dall’avvio di quella che ha definito “l’era cripto”, in cui il dollaro digitale guiderà l’economia globale.

Tra i punti più controversi c’è il ritorno a una politica climatica negazionista, con l’abolizione delle norme volute dall’amministrazione Biden. Al tempo stesso, Trump ha rilanciato l’idea di una missione su Marte, presentata come simbolo della supremazia tecnologica americana.

La politica estera: ambizioni e tensioni

Se l’agenda domestica di Trump appare dirompente, altrettanto lo è la sua visione per il ruolo internazionale degli Stati Uniti. Ha dichiarato di voler “comprare la Groenlandia”, una provocazione che non manca di risvegliare memorie colonialiste. Ha poi promesso di porre fine alla guerra in Ucraina, senza però specificare come intenda ottenere questo obiettivo.

Un elemento centrale è la riconsiderazione dei rapporti con la NATO. Trump ha suggerito un’ulteriore riduzione del coinvolgimento americano nell’alleanza, accusando i partner europei di non fare abbastanza per la propria difesa. Questo atteggiamento, che negli anni precedenti aveva già sollevato dubbi sulla solidità dell’alleanza transatlantica, rischia di ampliare il divario tra Stati Uniti ed Europa.

Europa e USA: un rapporto in bilico

Il discorso non ha riservato parole particolarmente concilianti per l’Europa. Al contrario, Trump ha sottolineato come le sue politiche protezionistiche e isolazioniste siano necessarie per difendere gli interessi americani da un“Europa che ci sfrutta”. Questo atteggiamento rischia di compromettere ulteriormente i rapporti con Bruxelles, già messi a dura prova durante il primo mandato.

L’ambiguità rispetto alla guerra in Ucraina desta particolare preoccupazione. L’Europa, che ha sostenuto fermamente Kiev, teme un possibile ammorbidimento della posizione americana sotto la pressione di Trump. La sua promessa di “concludere il conflitto” potrebbe tradursi in concessioni a Mosca, modificando drasticamente l’equilibrio geopolitico nella regione.

La sfida tecnologica: il caso TikTok

Un capitolo interessante del discorso riguarda la tecnologia e la sovranità digitale. Trump ha annunciato di voler posticipare le restrizioni su TikTok a condizione che almeno il 50% della società venga acquisito da investitori americani. Questa decisione, accolta con favore dagli influencer conservatori, riflette il suo approccio transazionale e il tentativo di conciliare la sua base populista con gli interessi aziendali.

Il discorso inaugurale di Trump ha evidenziato le sue ambizioni di lasciare un’impronta indelebile sulla storia americana. Tuttavia, i toni polarizzanti e la mancanza di dettagli su come intenda realizzare molte delle sue promesse sollevano dubbi. L’Europa e il mondo intero guardano con apprensione a questo secondo mandato, preparandosi a navigare tra tensioni e incertezze.

In definitiva non si tratta solo di un un manifesto politico, ma una dichiarazione di intenti che pone l’America al centro del palcoscenico globale, a costo di mettere in discussione equilibri consolidati e alleanze storiche. Gli Stati Uniti di Trump, più che mai, si presentano come una grossa incognita per il futuro del mondo.

com.unica, 21 gennaio 2025

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