Il recente congelamento di tutti gli aiuti umanitari e per la salute globale da parte degli Stati Uniti, insieme allo smantellamento dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), ha scatenato una grave crisi per le popolazioni che vivono in condizioni di vulnerabilità in tutto il mondo. Questa interruzione improvvisa dei finanziamenti, come spiegato da CESVI Medici del Mondo in un report che misura l’impatto sulle operazioni a livello globale, avrà conseguenze devastanti, privando milioni di persone di servizi essenziali.
Questa interruzione colpisce l’intero settore umanitario, inclusa la rete internazionale di Medici del Mondo che, nonostante il suo impegno a diversificare i finanziamenti per ridurre la dipendenza dai donatori, registra un grave impatto su molti dei suoi programmi a livello mondiale, compresi quelli in Siria, Repubblica Democratica del Congo, Mali, Colombia, Madagascar, Nigeria, Myanmar, Turchia e Stati Uniti.
In Siria, particolarmente colpita dal recente cambiamento di potere, l’aiuto umanitario sarà essenziale per ricostruire il paese e supportare i civili che tornano a casa dopo 13 anni di conflitto. Tuttavia, a causa del congelamento degli aiuti esteri degli Stati Uniti, dodici dei diciassette centri sanitari che MdM gestisce nel nord della Siria, una regione devastata da anni di guerra e dal grande terremoto del 2023, sono stati costretti a cessare le operazioni. Di conseguenza, per ogni mese di blocco dei finanziamenti, 9.000 pazienti saranno privati delle cure essenziali di cui hanno bisogno. L’impatto sul nord della Siria, dove milioni dipendono dagli aiuti medici esterni, potrebbe essere catastrofico. Anche il personale MdM è stato direttamente coinvolto, poiché, a causa della mancanza di fondi, sono stati sospesi i contratti di 300 dipendenti.
La situazione è altrettanto critica nella Repubblica Democratica del Congo, che sta vivendo una delle peggiori crisi umanitarie della sua storia recente: il conflitto armato si è diffuso in tutto il paese, causando migliaia di sfollati e vittime. Decenni di instabilità, aggravati da crisi sovrapposte, hanno lasciato il sistema sanitario fragile e in urgente bisogno di supporto. Medici del Mondo è stata una presenza costante nella regione, impegnata a migliorare l’accesso alle cure sanitarie. Nel Sud Kivu oltre 600.000 persone, tra cui donne e bambini, dipendono dal nostro progetto finanziato dagli Stati Uniti per accedere a servizi sanitari essenziali, tra cui cure materne, nutrizione, accesso all’acqua potabile, igiene e protezione. L’interruzione di questo progetto significa concretamente che: 20.000 persone perderanno l’accesso a farmaci essenziali. Almeno 7.000 bambine e bambini sotto i 5 anni non saranno più monitorati per la malnutrizione acuta. 9.000 persone perderanno l’accesso all’acqua potabile sicura. 90.000 persone rischiano di perdere l’accesso ai servizi igienico-sanitari, aumentando la prevalenza delle malattie trasmesse dall’acqua a causa del collasso dei sistemi di gestione dei rifiuti. Le persone che hanno subito violenza di genere non riceveranno più supporto psicosociale, anche se l’aumento dell’insicurezza probabilmente esacerberà questi atti di violenza.
Il congelamento degli aiuti umanitari è già avvertito in tutto il mondo, con conseguenze gravi. Lavorando insieme ai suoi partner, Medici del Mondo si dice impegnata a fare tutto il possibile per mantenere in funzione i servizi essenziali senza interruzione e per mitigare gli effetti del congelamento, proteggere coloro che hanno bisogno di assistenza e supportare il personale. Questo è particolarmente difficile in un periodo in cui altri importanti governi finanziatori degli aiuti umanitari e per lo sviluppo hanno già ridotto o sono sul punto di ridurre significativamente i loro finanziamenti. La principale richiesta di MdM è di revocare il congelamento degli aiuti esteri degli Stati Uniti o, almeno, ottenere un’esenzione per gli aiuti umanitari. “Stiamo lavorando insieme ai settori degli aiuti umanitari e degli aiuti esteri per ripristinare i flussi di aiuti, che rimangono la nostra massima priorità – spiega MdM -. Chiediamo a tutti i partner finanziatori, pubblici e privati, di mantenere il loro impegno per prevenire ulteriori morti e sofferenze inutili”. 
La scelta di tagliare i fondi non è solo un problema per le organizzazioni umanitarie, spiega il CESVI, ma per l’intera comunità internazionale. La perdita di finanziamenti compromette, infatti, la stabilità di intere regioni, alimentando nuove crisi migratorie, conflitti e disastri ambientali senza possibilità di mitigazione.
Per CESVI lo stop degli aiuti ha completamente bloccato tutte le attività in Pakistan nella regione del Sindh che ancora oggi deve fare i conti con la devastazione provocata dalle alluvioni degli scorsi anni, a supporto di oltre 19.500 persone – circa 3.000 famiglie vulnerabili – che non potranno ricevere sostegno economico e supporto nelle proprie attività agricole in interi villaggi. Questo rischia di danneggiare gravemente la disponibilità di cibo aumentando il numero di persone che soffre la fame, la possibilità di portare avanti le piccole attività commerciali, di sostentamento per interi nuclei familiari, la loro capacità di mitigare l’impatto che gli eventi climatici estremi hanno sulla loro vita, eventi che ormai si abbattono con una violenza e una frequenza sempre maggiori, anno dopo anno. Tutto questo, compromettendo un terzo della capacità operativa nazionale di CESVI, proprio nei mesi che precedono possibili nuove alluvioni e che richiedono attività di prevenzione del rischio che CESVI promuove e sviluppa da anni per preparare le comunità e mitigare il numero delle vittime.
Ad Haiti, il blocco temporaneo dei finanziamenti ha sospeso gli aiuti a 3.000 famiglie sfollate in 10 siti collettivi di Port-au-Prince, interrompendo le attività di supporto psicosociale e di servizi igienico-sanitari che CESVI promuove nelle aree colpite dal colera per migliorare le condizioni di vita degli sfollati interni haitiani, nei campi collettivi e nelle famiglie che li ospitano.
“Quella che stiamo affrontando non è solo una crisi economica, ma anche una crisi di solidarietà. Il rischio è un ritorno a una politica globale di disimpegno, che abbandona intere popolazioni al loro destino” dichiara Stefano Piziali, direttore generale di CESVI.
“Il taglio non riguarda solo i fondi erogati direttamente da USAID ma tutte quelle operazioni che anche solo in parte sono sostenute dai fondi americani, aiuti che raggiungono persone in estremo bisogno che sopravvivono solo grazie alla solidarietà”, specifica Piziali. “Dal nostro punto di osservazione, abbiamo già riscontrato tagli alla distribuzione di cibo, acqua, supporto igienico sanitario in: Afghanistan, Uganda, Palestina”.
CESVI sottolinea l’importanza di un’azione immediata da parte dei governi e delle istituzioni internazionali per colmare il vuoto lasciato da questa sospensione e garantire che i principi fondamentali di solidarietà, rispetto reciproco, sradicamento della povertà e tutela dei diritti umani non vengano sacrificati. Non si tratta solo degli obblighi giuridici internazionali e vincolanti sanciti nella Carta delle Nazioni Unite o nei Trattati dell’Unione Europea, ma di una questione fondamentale per il ruolo politico degli Stati e delle istituzioni europee e internazionali nel mondo.
CESVI ha infine invitato il Governo italiano a rafforzare il proprio impegno di cooperazione internazionale, nella risposta alle crisi umanitarie e nello sviluppo sostenibile, e a sollecitare e a unirsi gli Stati Membri dell’Unione Europea per un’azione congiunta di contrasto a queste misure restrittive e di un rinnovato ruolo di leadership a conferma della solidarietà dell’Europa con le comunità colpite dalle crisi in tutto il mondo.
“È necessario un ripensamento strutturale dell’architettura del finanziamento per gli aiuti umanitari e lo sviluppo, affinché il sistema non dipenda dalle decisioni politiche di singoli governi, ma sia garantito da impegni a lungo termine e da fondi più resilienti alle fluttuazioni geopolitiche”, conclude Piziali.

com.unica, 15 febbraio 2025

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