Sir Alex Younger spiega come la Casa Bianca stia aprendo la strada a una “nuova era” delle relazioni internazionali
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L’ex-capo dei servizi d’intelligence del Regno Unito sottolinea, in un dibattito trasmesso dalla Bbc, i rischi per il futuro dell’Europa
Alex Younger, capo dell’intelligence del Regno Unito (MI6) dal 2004 al 2020, analizza in un dibattito con l’ex corrispondente a Mosca del Financial Times Catherine Belton trasmesso dalla Bbc, le dinamiche delle relazioni internazionali in una nuova era caratterizzata da un ordine mondiale in cui figure di spicco e accordi bilaterali prevalgono sulle regole e le istituzioni multilaterali. Questa transizione è attribuita a un declino dell’egemonia americana, che in precedenza esercitava un ruolo dominante nella globalizzazione e nella sicurezza internazionale.
Questi i punti chiave elencati da Younger:
Il nuovo ordine mondiale: si prevede che le relazioni internazionali saranno sempre più influenzate da leader autoritari e accordi diretti, simili al Trattato di Yalta del 1945. Questo cambiamento è attribuito all’ascesa di potenze come Russia e Cina e alla diminuzione della volontà degli Stati Uniti di imporre il proprio potere a livello globale.
Il declino dell’influenza americana: gli Stati Uniti rimangono una potenza significativa, ma la loro capacità di dettare legge a livello globale è diminuita. Si assiste a un ritorno a sfere di influenza e a una competizione tra potenze, in cui la forza militare (“hard power”) è un fattore determinante.
La posizione dell’Europa: l’Europa sembra essere in ritardo nel riconoscere questa nuova realtà e deve sviluppare una propria capacità di “hard power” per partecipare attivamente alle dinamiche internazionali. Viene sottolineata la necessità per l’Europa di assumere un ruolo più assertivo e di investire nella propria difesa.
La guerra in Ucraina: il conflitto in Ucraina è visto come un punto di svolta che evidenzia la fragilità dell’ordine internazionale e la determinazione della Russia a minare la sovranità ucraina. Si teme che un accordo negoziato da Donald Trump possa portare a una “abietta umiliazione” per l’Ucraina, cedendo territorio alla Russia in cambio della pace.
Gli obiettivi di Putin: si afferma che l’obiettivo di Putin non sia solo la conquista di territori, ma la negazione dell’esistenza di un’Ucraina sovrana e indipendente, considerata una minaccia alla sicurezza russa. Si discute anche delle richieste russe di limitare la presenza della NATO in Europa orientale e di tornare alle frontiere del 1997, considerate irrealistiche.
Le implicazioni per l’Europa: la guerra in Ucraina rappresenta un “campanello d’allarme” per l’Europa, che dovrà assumersi maggiori responsabilità per la propria sicurezza. Pur non essendoci un rischio immediato di invasione russa, è fondamentale che l’Europa rafforzi le proprie capacità militari per contrastare l’aggressività russa. Si sottolinea che l’Europa ha le risorse economiche per farlo, essendo dieci volte più ricca della Russia.
Il ruolo di Donald Trump: si esprime preoccupazione per la possibilità che Donald Trump adotti un approccio negoziale che sacrifichi la sovranità ucraina, incoraggiando altri leader autoritari come Xi Jinping. Si suggerisce che il Primo Ministro britannico dovrebbe spiegare a Trump le conseguenze negative di un simile accordo, sottolineando l’importanza di preservare un’Ucraina libera come “merce di scambio” per ottenere concessioni dalla Russia.
La fragilità della Russia: nonostante l’apparente forza, si sottolinea che l’economia russa è in difficoltà e che le perdite umane subite in Ucraina stanno avendo un impatto significativo. Si ritiene che Putin abbia riposto grandi aspettative nell’elezione di Trump e che un fallimento nel raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina rappresenterebbe un duro colpo psicologico.
La possibilità di una soluzione: si intravede la possibilità di una soluzione negoziata, ma si sottolinea l’importanza di non cedere a un accordo a qualsiasi costo che sacrifichi gli interessi dell’Ucraina e dell’Europa. Si ribadisce la necessità di un “campanello d’allarme” e di una risposta europea coordinata per fronteggiare la sfida russa.
Younger dipinge in sintesi un quadro complesso e preoccupante delle relazioni internazionali, caratterizzato da un declino dell’ordine liberale e da un aumento della competizione tra potenze. Si teme che un accordo negoziato da Donald Trump possa peggiorare la situazione, incoraggiando l’aggressività russa e minando la sovranità ucraina. Tuttavia, si intravede anche la possibilità di una soluzione negoziata, a condizione che l’Europa agisca con determinazione e che gli interessi dell’Ucraina siano salvaguardati. L’analista inglese mette in guardia contro il compiacimento e invita a un risveglio europeo, sottolineando la necessità di investire nella difesa, di rafforzare la coesione interna e di elaborare una strategia efficace per affrontare le sfide del nuovo ordine mondiale. In gioco c’è il futuro dell’Europa e la stabilità del sistema internazionale.
(a cura di Sebastiano Catte, com.unica 22 febbraio 2025)