Ucraina, tre anni di resistenza e la stanchezza che minaccia l’Occidente
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L’analisi di Anne Applebaum su una guerra che Putin cerca di vincere nella testa dei suoi nemici, se glielo permettiamo
Sono passati tre anni dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, e Vladimir Putin è ancora lontano dalla vittoria. Ma come ha osservato Anne Applebaum nel suo recente incisivo articolo su “The Atlantic” (Putin’s Three Years of Humiliation), l’obiettivo del presidente russo non è tanto vincere sul campo di battaglia quanto sfiancare l’Occidente. Per Putin, l’unica via di successo è convincere gli alleati dell’Ucraina a voltarle le spalle, facendoli “stancare” della guerra.
La strategia della stanchezza
Applebaum parte dalle parole di Donald Trump su Volodymyr Zelensky: “Non ha carte. E tu ti stufi di questo”. In questa frase, Trump ha rivelato una verità cruciale. Nonostante le menzogne sul conflitto – dalle origini della guerra al sostegno occidentale – l’ex presidente americano è stato sincero su un punto: è annoiato dal conflitto, scrive Applebaum. Non ne comprende le ragioni né intravede una fine. Vorrebbe semplicemente cambiare canale. Questo senso di noia e disinteresse è esattamente ciò su cui punta Putin. Non potendo sconfiggere l’Ucraina con le armi, cerca di logorare la resistenza dell’Occidente, manipolando l’opinione pubblica con una propaganda martellante, volta a instillare un senso di inutilità e stanchezza. Il racconto di Applebaum si fa particolarmente vivido quando rievoca la notte del 24 febbraio 2022, l’inizio dell’invasione. “Tutti si aspettavano che la Russia avrebbe sopraffatto il suo vicino molto più piccolo. Ma la capitolazione non è mai arrivata.” La previsione di una rapida sconfitta ucraina si è così scontrata con una resistenza feroce e organizzata. Sei settimane dopo, la giornalista si recò a Kiev e testimoniò il coraggio collettivo di una nazione intera: civili che si univano all’esercito, giornalisti che rischiavano la vita per raccontare la verità, cameriere trasformate in cuoche per i soldati.
Tre anni dopo, l’Ucraina continua a sorprendere il mondo. Con un esercito di un milione di uomini, il più grande d’Europa, e una società civile instancabile nel sostenere lo sforzo bellico, il paese ha trasformato le sue capacità difensive. Applebaum descrive come, dalle officine improvvisate del 2022, siano nate fabbriche capaci di produrre 1,5 milioni di droni nel 2024. Un sistema di software su misura consente ora di colpire migliaia di obiettivi al mese. Nonostante i tentativi offensivi, la Russia ha conquistato territori solo lentamente. Secondo l’Istituto per lo Studio della Guerra, al ritmo attuale ci vorrebbero “83 anni per conquistare l’80% rimanente dell’Ucraina.” Una prospettiva insostenibile, considerato che la produzione militare russa sta “cannibalizzando l’economia civile” e che l’inflazione è alle stelle.
Ma Putin ha un’altra carta da giocare: la disinformazione. Come sottolinea Applebaum, il leader russo spera di vincere “convincendo gli alleati dell’Ucraina ad essere stufi della guerra.” Questo sforzo si riflette nel sostegno a politici e influencer occidentali che diffondono una narrativa di inutilità del conflitto. -Un esempio lampante è il sostegno russo ai partiti di estrema destra in Europa. Secondo Applebaum, la propaganda del Cremlino ha favorito i candidati filo-russi nelle recenti elezioni tedesche e ha alimentato il sentimento anti-ucraino in molte altre nazioni europee. Putin sa di non poter vincere sul campo di battaglia, ma spera di conquistare la mente dei suoi nemici. “Può vincere nella testa dei suoi nemici, se glielo permettiamo”.
La minaccia della disillusione
Applebaum lancia un monito chiaro: l’Occidente deve resistere alla tentazione di cedere alla noia e al cinismo. Deve respingere le menzogne della propaganda russa, anche quando ripetute da leader influenti come Trump. Il rischio è quello di cadere nella trappola di pensare che l’Ucraina non abbia “carte” da giocare, quando invece ha mostrato al mondo un altro tipo di potere: quello della determinazione collettiva e del coraggio civile.
Le ambizioni di Putin vanno ben oltre l’Ucraina. “Vuole annullare le regole e le leggi che hanno mantenuto l’Europa pacifica per otto decenni destabilizzando l’intero continente”, scrive Applebaum, che ci ricorda come, tre anni dopo l’inizio del conflitto, le poste in gioco restano le stesse: la sovranità, la democrazia e la libertà dell’Ucraina e del mondo occidentale. L’articolo si chiude con un avvertimento che risuona come un appello all’azione: “La guerra finirà, finirà veramente, solo quando Putin rinuncerà a questi obiettivi. Non accettate nessun accordo di pace che gli permetta di mantenerli”. In altre parole, cedere ora significherebbe permettere a Putin di riscrivere le regole dell’ordine mondiale. E la storia ha già mostrato cosa accade quando gli aggressori non vengono fermati.
A cura di Sebastiano Catte, com.unica 25 febbraio 2025
Fonte: “Putin’s Three Years of Humiliation” by Anne Applebaum (The Atlantic)
*Anne Applebaum scrive per “The Atlantic”. È anche senior fellow presso l’SNF Agora Institute della Johns Hopkins University e della School of Advanced International Studies. Tra i suoi libri ricordiamo Red Famine: Stalin’s War on Ukraine; Iron Curtain: The Crushing of Eastern Europe 1944-1956; e Gulag: A History, che ha vinto il Premio Pulitzer 2004 per la saggistica generale. Il suo saggio più recente è Autocracy, Inc: The Dictators Who Want to Run the World, pubblicato in italiano da Mondadori (2024). È stata per 15 anni editorialista del Washington Post e membro del comitato editoriale. I suoi scritti sono apparsi, tra l’altro, su The New York Review of Books, The New Republic, The Wall Street Journal, Foreign Affairs e Foreign Policy.
L’immagine in alto è stata creata con il supporto dell’intelligenza artifciale.