Legislative francesi, il trionfo di Macron
Emmanuel Macron trionfa nel primo turno delle elezioni legislative, che gli servono per avere una stabile maggioranza parlamentare. Il suo partito La République en marche e l’alleato Mouvement démocrate hanno ottenuto il 32,32% dei voti. La destra ha raggiunto il 21,56%. Crollo storico per i socialisti, che arrivano con gli alleati il 9,51%. Battuta d’arresto per il Front National, fermo al 13,20%. Astensione record al 51,3%.
“La Francia è tornata”, ha affermato il primo ministro Edouard Philippe, sottolineando i meriti di un presidente che “ha saputo incarnare in Francia come sulla scena internazionale la fiducia, la volontà e l’audacia”. I risultati definitivi pubblicati nella notte dal ministero dell’Interno parlano chiaro: il nuovo partito di Macron e i suoi alleati centristi arrivano largamente in testa con il 32,32 per cento dei voti espressi e, secondo le proiezioni potrebbe raggiungere tra i 400 e i 455 dei 577 seggi dell’assemblea nazionale (L’Express).
A sinistra, il Partito socialista dell’ex presidente Francois Hollande, che controllava la metà dell’Assemblea nazionale, ha subito una debacle senza precedenti ottenendo meno di 40 seggi. Pesante sconfitta anche per l’estrema destra del Front National, la cui leader Marine Le Pen era pure arrivata al ballottaggio alle presidenziali un mese fa: le proiezioni danno al partito fino a 10 seggi nella nuova Assemblea nazionale. Sebbene in quella precedente ne avesse solo due, tuttavia per il partito è una “delusione”, ha ammesso il suo vicepresidente Florian Philippont. Le Pen, che verrà eletta, ha fatto un appello agli elettori “patrioti” per una “forte mobilitazione”. C’è forte delusione anche nel campo dell’estrema sinistra: il movimento di Melenchon dovrebbe ottenere infatti tra 10 e 23 seggi.
Queste elezioni legislative non sono riuscite a mobilitare i francesi, con un’astensione record che ha superato il 50 per cento, non era mai successo nel dopoguerra. Questo, secondo gli esperti, riflette una sorta di fatalismo rispetto all’”onda” Macron.
(com.unica, 12 giugno 2017)