Intorno alle 13 di oggi a Susa, città della Tunisia che si trova sul Golfo di Hammamet, a circa 150 chilometri dalla capitale Tunisi, un uomo armato ha attaccato la spiaggia del resort Imperial Marhaba (inizialmente le autorità tunisine avevano parlato di due attentatori), molto frequentato dai turisti. Il ministro degli Interni tunisino ha parlato inizialmente di 19 morti, diventati poi 28 e saliti al momento a 37, per lo più turisti, e di 36 persone ferite.  L’attentatore è stato ucciso.

Il ministro della Salute tunisino ha detto che tra le persone uccise c’erano turisti di nazionalità tedesca, britannica e belga. Il portavoce del ministro degli Interni, Mohammed Ali Aroui, ha detto che il numero di morti e feriti potrebbe aumentare. “Pensavamo fossero dei petardi, ma abbiamo capito velocemente quello che stava accadendo”, h a raccontato a Sky news un turista inglese, Gary Pine, che si trovava sulla spiaggia di Sousse. Una signora irlandese  ha raccontato alla radio pubblica irlandese Rte di aver appena fatto in tempo a raccogliere i suoi figli dall’acqua, una volta sentiti i primi spari, per poi rifugiarsi in hotel:

“Era circa mezzogiorno e ho visto a circa 500 metri da me una piccola mongolfiera venire giù e poi subito una sparatoria. Poi ho visto alcune persone correre verso di me, io pensavo fossero fuochi d’artificio”. Poi, appunto, la presa di coscienza. “Ho pensato, “oh mio Dio, sembrano colpi d’arma da fuoco”, così sono corsa in mare, ho acchiappato i miei figli e le nostre cose e mentre correvo verso l’hotel i camerieri e il personale gridavano “correte! correte”! Così siamo corsi verso il nostro bungalow”.  

(Nathan Steiner/com.unica, 26 giugno 2015)

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