Gli “irascibili” e l’action painting: a Roma Jackson Pollock e la Scuola di New York
Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de Kooning, Franz Kline e altri rappresentanti della Scuola di New York, preziosi elementi del Whitney Museum di New York, sono esposti a Roma, nel Complesso del Vittoriano, Ala Brasini, dal 10 ottobre 2018 al 24 febbraio 2019.
“Pollock e la Scuola di New York”: cinquanta i capolavori esposti, tra i quali la celebre opera di Pollock, “Number 27” del 1950, una grande tela realizzata ad olio, 124 x 269, la cui caratteristica principale è un perfetto equilibrio tra le pennellate e le sgocciolature di colori chiari, e l’intrusione del colore nero.
La mostra è stata realizzata dal Gruppo Arthemisia, in collaborazione con il Whitney Museum of American Art di New York, ed è stata curata da David Breslin, Carrie Springer e Luca Beatrice, sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano, con il patrocinio della Regione Lazio e del Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale.
Il motivo centrale delle opere degli Irascibili è la rottura con gli schemi artistici di derivazione europea, soprattutto con quell’arte in qualche modo asservita alle dittature come il Fascismo e lo Stalinismo. C’era bisogno di un’arte che fosse di matrice americana: basta classicismi, basta con il cavalletto e il pennello, c’era il pavimento a fare da supporto per le tele e il corpo era l’elemento danzante che imprimeva con le torsioni, le spinte, gli impeti rabbiosi dei gesti, i getti di colore, una storia sulla tela. La storia intima ed emotiva di ogni artista di quel movimento che poi sarà conosciuto come Espressionismo Astratto. Quindi insieme all’anticonformismo, l’introspezione psicologica e una coraggiosa sperimentazione, che segnerà uno spartiacque nella storia dell’arte contemporanea, anticipando una dimensione radicalmente diversa, quella della Performance. Uno stile artistico in cui la tela fu reinterpretata e divenne quello spazio assolutamente personale in cui convogliare la libertà di pensiero e di azione. Per l’America del dopoguerra fu un momento storico importante perché poteva vantare, finalmente, una propria originalità rispetto alle tendenze, nelle arti visive, dettate da Parigi, Milano o Vienna.
Accanto a Jackson Pollock – rappresentante dell’Astrattismo a New York e creatore della tecnica del Dripping (sgocciolatura) insieme a Mark Rothko, Willem de Kooning, Franz Kline – artisti meno noti ma comunque rappresentativi della loro epoca, come William Bazotes e Bradley Walker Tomlin, in un arco storico che va dalla fine degli anni Trenta agli anni Sessanta, offrendo in questo modo ai visitatori una panoramica diversificata e articolata di quanto stesse accadendo a New York in quell’ampio periodo. Da non dimenticare che il Whitney Museum con le sue collezioni è stato un importante e precoce sostenitore dell’Espressionismo Astratto.
Il termine “Irascibili” con cui vennero identificati gli artisti della Scuola di New York derivò da un episodio: era il maggio del 1950, quando il Metropolitan Museum di New York organizza una mostra dedicata all’arte americana contemporanea, escludendo dalla partecipazione i pittori che a partire dalla seconda metà degli anni Trenta sperimentano un linguaggio nuovo, esprimendo una rottura con il passato e orientandosi verso l’Espressionismo Astratto. Facevano parte di questo movimento, chiamato Action Painting per l’approccio gestuale e impetuoso nella tecnica pittorica, Jackson Pollock, Willem de Kooning, Mark Rothko, Robert Motherwell, Barnett Newman, Adolf Guttlieb, Wiliam Bazotes, promotori di un codice stilistico innovativo. Gli esclusi si ribellarono ed espressero il loro dissenso contro la politica adottata dal museo, inviando al direttore del Metropolitan Museum una lettera e facendosi poi ritrarre, in una celebre foto di Nina Leen, tutti in divisa da “banchieri”. L’Herald Tribune in un articolo li definì gli Irascibili.
In omaggio a Jackson Pollock e alla Scuola di New York in mostra al Vittoriano di Roma, il pittore italiano Luigi Centra, erede dell’Action Painting, ha realizzato due opere con la tecnica del Dripping: Pollock 1 e Pollock 2, cm 120 x 100, acrilico su tela.
Nadia Loreti, com.unica 22 ottobre 2018