Le discriminazioni e i crimini d’odio a sfondo religioso, la conferenza Osce alla Farnesina
Il tema delle discriminazioni, dei crimini d’odio ed in particolare quelli a sfondo religioso sono stati al centro conferenza “Combating intolerance and discrimination with a focus on discrimination based on religion or belief: toward a comprehensive response in the Osce region”, organizzata alla Farnesina nell’ambito della presidenza in esercizio dell’Italia dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.
“L’Italia crede nella possibilità di un’agenda positiva della dimensione umana dell’Osce nel contrastare l’intolleranza e la discriminazione, e per la tutela della libertà religiosa”, ha detto il Sottosegretario agli esteri Guglielmo Picchi aprendo i lavori. “Per l’Italia – ha aggiunto – questa agenda ha chiaramente una forte accezione mediterranea perché da questo bacino originano molte delle situazioni in cui la libertà di religione e di credo è stata messa a dura prova dalla strumentalizzazione politica, etnica, ideologica che ha trasformato un’occasione di incontro e di mutuo riconoscimento in drammatici scontri di alta disumanità, che nulla hanno di spirituale e trascendente”.
A seguire il direttore dell’ufficio dell’Osce che si occupa di diritti umani (Odihr), Ingibjorg Solrun Gisladottir, hai insistito sul lavoro fatto dall’Osce per raccogliere dati e fornire linee guida ai paesi per favorire la tutela dei diritti e sconfiggere le discriminazioni di religione, di genere, di razza. Molto resta da fare ha detto ed ha messo in guardia dal cedere sul rispetto dei diritti. Una volta eroso il principio contro una minoranza, nessun gruppo può considerarsi immune dalla discriminazione.
Il cardinal Angelo Bagnasco, intervenuto in qualità di presidente del Consiglio delle Conferenza dei vescovi d’Europa, ha parlato di oltre 3.000 aggressioni fisiche e verbali a persone o a luoghi sacri negli ultimi tempi in Europa e, richiamando le parole di Papa Francesco, ha citato sottili forme di discriminazione fino a mettere in guardia rispetto ad “una persecuzione cortese”. Oltre alle leggi per difendere i diritti, il cardinale ha insistito sull’importanza della cultura e dell’educazione appresa in famiglia.
Presenti alla Conferenza anche i tre rappresentanti della presidenza che si occupano della lotta all’antisemitismo, della lotta alla discriminazione contro i cristiani e contro i musulmani rispettivamente Andrew Baker, Salvatore Martinez e Bulent Senay. Se il primo si è soffermato sulle polemiche che in alcuni paesi riguardano la circoncisione e le norme kosher sulla macellazione degli animali, Martinez ha invece evidenziato la necessità di non minimizzare gli attacchi contro sacerdoti o chiese riducendoli a espressioni di disagio sociale. La “sindrome islamofobica del Cavallo di Troia” è stata al centro dell’intervento di Senay: secondo i suoi dati tra metà 2010 e metà 2017 sono giunti in Europa, tra rifugiati e migranti regolari, circa 3,7 milioni di musulmani a fronte a 3,3 milioni di non musulmani. Gli islamici sarebbero quindi un 53%, ma il dibattito politico e mediatico, è in gran parte puntato proprio sulla fede musulmana, vista come potenzialmente pericolosa.