Più ambizione da parte degli Stati membri per il programma Europa Creativa, potenziamento dell’accessibilità e riconoscimento della Cultura non solo come difesa del patrimonio, ma anche come vettore attivo di sviluppo economico e sociale, di innovazione e di cittadinanza. 
“Il mercato unico è una cosa straordinaria, ma non crea identità, la cultura e la sua molteplicità sono un collante per l’Europa e per i suoi cittadini”. La cultura come risorsa simbolica, ma anche economica e sociale, è stata al centro della conferenza stampa conclusiva della visita di tre giorni a Roma della delegazione della Commissione Cultura del Parlamento europeo, guidata dalla socialdemocratica tedesca Petra Kammerevert. 
La capo delegazione ha sottolineato l’importanza di avere un ambizioso finanziamento dei programmi culturali europei nel prossimo bilancio pluriennale in discussione a Bruxelles e del tema dell’accessibilità, un aspetto affrontato in particolare con il vicesindaco di Roma Luca Bergamo, il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti e con Antonio Lampis, Direttore Generale Musei presso il Ministero della Cultura. In conferenza stampa, Kammerevert ha espresso il suo interesse per la sperimentazione di “nuovi canali con cui rendere fruibile il patrimonio italiano, impressionante per quantità e diversità”, citando al riguardo l’iniziativa che ha portato 5 mila musei on line, dando “visibilità in particolare ai centri minori ed ai musei più piccoli”. 
Altro aspetto, quello legato alla cultura e l’innovazione nel settore culturale come volano economico e sociale, toccato con la visita a Cinecittà, al Goethe-Institut, che promuove il progetto StartNet per formare i giovani contrastando l’elevatissimo livello di disoccupazione giovanile in Italia, e all’acceleratori di Start up del LVenture Group. Una cultura da difendere e promuovere anche a livello legislativo, “proteggendo – ha sottolineato ancora la capodelegazione – le coproduzioni di opere europee nelle nuove piattaforme come Netflix”, e studiando l’allargamento dei programmi culturali a nuovi settori, come la produzione di giochi.
Sul tema dell’industria culturale, l’eurodeputata Silvia Costa ha affermato che “l’attenzione al patrimonio culturale restituisce il senso di cittadinanza europea, una storia di unità nella diversità culturale, ma non parliamo solo di conservazione: la promozione della cultura è anche un investimento in innovazione, cittadinanza e inclusione sociale”. Per questo Costa, che è relatrice per il Parlamento europeo del programma Europa Creativa, ha chiesto più ambizione al Consiglio dei ministri, perché portino la proposta della Commissione europea su questo dossier “da 1,8 a 2,8 miliardi” per il bilancio pluriennale 2021-2028, come già richiesto dalla Commissione Cultura e da quella Bilancio dell’Eurocamera. 
Una richiesta ribadita dall’eurodeputata maltese Marlene Mizzi, che ha sottolineato come “l’industria creativa vada sostenuta con un finanziamento appropriato, assicurando in particolare un accesso facilitato ai fondi ai piccoli produttori”, promuovendo, per esempio, anche le co-produzioni in ambito cinematografico alle piccole società di produzione. Sulla stessa linea Stefano Maullu. “Dobbiamo continuare a lavorare sulla cultura – ha affermato – per rafforzare programmi come Europa creativa a sostegno dell’industria culturale”. 
Il maltese Francis Zammit Dimech ha sottolineato l’importanza di questa visita a Roma per “l’interscambio di best practices”. “Una visita ispiratrice – ha concluso – per la definizione della prossima Agenda culturale europea”, dossier di cui è relatore ombra per il gruppo PPE. 

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