Usa, lo shutdown continuerà fino a febbraio?
Il parziale blocco delle attività federali che ha colpito l’amministrazione americana potrebbe continuare fino al 3 gennaio, quando i Democratici riprenderanno il controllo della Camera. “È estremamente probabile che lo shutdown prosegua oltre il 28 di dicembre”, ha fatto sapere Mick Mulvaney, direttore dell’Ufficio per la gestione e il bilancio.
Il blocco è legato principalmente alle negoziazioni sui fondi richiesti da Trump per il muro con il Messico che, al momento, non sembrano progredire (Washington Post). Anche se l’Associated Press riferisce che, secondo fondi della Casa Bianca, il presidente Donald Trump sarebbe pronto ad accettare meno soldi di quelli richiesti.
Il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, ha contattato telefonicamente gli amministratori delegati delle principali banche americane. I colloqui nascono dalla necessità di rassicurare gli investitori dopo una settimana particolarmente tumultuosa a Wall Street, la peggiore dalla crisi del 2008, e l’avvio dello shutdown. “Mi hanno assicurato – ha spiegato Mnuchin – di non avere problemi di liquidità” (Reuters). Oggi il segretario dovrebbe convocare una riunione del Gruppo di lavoro sui mercati finanziari del presidente.
Mnuchin ha anche negato che Trump abbia mai voluto licenziare il numero uno della Fed Jerome Powell. Tuttavia, ha ribadito la totale contrarietà del presidente verso la politica di rialzo dei tassi instaurata dalla banca centrale. L’eventuale licenziamento di Jerome Powell innescherebbe per il 2019 grande instabilità sui mercati (Bloomberg).
Infastidito dalla lettera di dimissioni di Jim Mattis – nella quale il segretario alla Difesa criticava le scelte di politica estera di Trump, in particolare riguardo al ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria – il presidente ne ha anticipato la sostituzione. Mattis lascerà il suo incarico il 1° gennaio e non il 28 febbraio. Al suo posto l’attuale vice Patrick Shanahan (Nyt).
Emmanuel Macron ha fortemente criticato il ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria. “Un alleato deve essere affidabile”, ha detto il presidente francese (Bbc). Intanto la Turchia sta radunando truppe nel nord della Siria vicino a una città difesa dai curdi (Guardian).
com.unica, 24 dicembre 2018