Il 13 dicembre scorso le Gallerie Nazionali di Arte Antica a Roma hanno riaperto al pubblico 10 sale situate nell’Ala nord del piano nobile di Palazzo Barberini, completamente restaurate e con un nuovo percorso espositivo, organizzato secondo un ordine cronologico e geografico, dal tardo Cinquecento al Seicento.
Tale riallestimento, come ha spiegato Flaminia Gennari Santori, “rappresenta il necessario proseguimento del lavoro di rinnovo iniziato lo scorso gennaio nell’ala sud del Palazzo, inaugurata ad aprile; il prossimo ottobre interesserà le sale dedicate al Cinquecento e si concluderà poi nel 2021, quando verrà riallestito anche il piano terra. Si tratta del frutto di nuovo impianto concettuale del Museo a cui penso dal mio insediamento, nel dicembre 2016, e che focalizza a Palazzo Barberini una struttura espositiva narrativa dal Medioevo al Settecento, cercando di valorizzare anche la storia del palazzo e dei Barberini, lasciando integra la quadreria settecentesca a Galleria Corsini”.
Il restauro ha interessato le strutture architettoniche, l’impianto di illuminazione, la grafica e gli apparati didattici, con nuovi pannelli esplicativi e didascalie ragionate, nell’ottica di adeguare le sale al recente rinnovo dell’Ala sud.
Le Gallerie Nazionali di Palazzo Barberini riacquistano 550 mq di spazio espositivo per il prezioso nucleo dei propri capolavori seicenteschi, offrendo un punto di vista unico sulla portata rivoluzionaria della pittura di Caravaggio e della sua influenza in Italia e in Europa.
80 le opere selezionate in un suggestivo percorso che permette, per la prima volta, di ammirare un’affascinante infilata di sale da un’ala all’altra del palazzo, attraverso il Salone Pietro da Cortona e la Sala Ovale. Dalle finestre, riaperte per l’occasione, si potranno ammirare i giardini del museo con inedite visuali.
Un percorso espositivo circolare, che enfatizza il palazzo stesso, con un nuovo respiro e con un rinnovato equilibrio, in cui i visitatori potranno finalmente apprezzare le opere e gli spazi in tutta la loro ampiezza, valorizzando gli assi visivi da un capo all’altro del piano nobile, dallo scalone di Bernini a quello di Borromini.
Si inizia con la sala dedicata al tardo manierismo romano e internazionale, con opere di Siciolante da Sermoneta, Pietro Francavilla, Girolamo Muziano, Marcello Venusti, Jacopo Zucchi, e Jacob de Backer, Joseph Heintz, Jan Metsys.
A seguire la sala dedicata ai veneti di fine Cinquecento con opere di Tintoretto, Palma il Giovane e un interessantissimo dipinto Venere e Adone di Scuola di Tiziano, qui esposto dopo un accuratissimo restauro. In questa sala trovano spazio anche due opere di El Greco.
Nella Galleria, completamente ripulita e illuminata per esaltare gli affreschi della volta, saranno esposti alcuni dipinti dedicati alla pittura di genere, fra cui due quadri di Bartolomeo Passerotti, il Diluvio universale di Scuola di Jacopo Bassano, raramente visibile, alcune tele mai prima esposte di Frans Francken il Giovane.
A seguire una piccola sala, aperta alla visita del pubblico per la prima volta, è dedicata esclusivamente all’Altarolo portatile di Annibale Carracci.
Anche la sala successiva, con affreschi di fine Cinquecento, viene inserita per la prima volta nel percorso espositivo e contiene tre paesaggi di Paul Bril dedicati ai Feudi Mattei.
Le tre sale successive sono dedicate a Caravaggio e al caravaggismo. La prima, che offrirà una nuova veduta sul giardino, accoglie la Giuditta e Oloferne di Caravaggio, in dialogo con opere di Giovanni Baglione, Orazio Borgianni, Bartolomeo Manfredi e Carlo Saraceni.
Nella seconda, caratterizzata da un sentire più meditativo, sarà esposto (da giugno 2020) il Narciso, attribuito a Caravaggio, e opere del Candlelight Master, di Ribera, di Simon Vouet.
La terza viene dedicata ad altri temi caravaggeschi: sono qui riuniti il San Francesco di Caravaggio e opere di Orazio Gentileschi, Bartolomeo Manfredi, Astolfo Petrazzi, Bernardo Strozzi.
Il nuovo percorso espositivo si conclude nelle ultime due sale molto ampie: la prima accoglie le opere dei caravaggeschi europei, quali Trophime Bigot, Angelo Caroselli, Valentin de Boulogne, Giovanni Serodine, Lionello Spada, Matthias Stom, Michael Sweerts, Hendrick Terbruggen e Simon Vouet.
L’ultima è dedicata alla pittura bolognese con opere di Domenichino, Guercino, Giovanni Lanfranco, Pier Francesco Mola, Guido Reni e Simon Vouet.

com.unica, 17 dicembre 2019 

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