Per il 2020 il Fondo monetario internazionale ha previsto una recessione globale “senza precedenti” che porterà il Pil a scendere del 3%, con un rimbalzo del 5,8% nel 2021. L’Italia per la quale si stima un crollo del 9,1% quest’anno, è in fondo a questa classifica. Male anche Francia e Germania, con una previsione del -7%, mentre per gli Usa si parla di un -5,9%. Tra i pochi a salvarsi Cina e India che però cresceranno poco sopra l’1%.

La priorità immediata è contenere la pandemia, soprattutto aumentando la spesa a sostegno dei sistemi sanitari – sostiene il Fmi. Durante il periodo di lockdown i Governi devono mettere le persone nelle condizioni di provvedere ai loro bisogni e garantire che le imprese possano ripartire rapidamente appena sarà terminata la fase acuta della crisi. Per questo servono politiche di bilancio, monetarie e finanziarie consistenti e mirate. La scorsa settimana, il numero uno del Fondo aveva ricordato che le misure di sostegno messe in atto dai Governi alle prese con la pandemia ammontano nel complesso a circa 8mila miliardi di dollari (Il Sole 24Ore).

L’FMI offre tre scenari alternativi che fanno riflettere, fa notare oggi Martin Wolf sul Financial Times. Nel primo, i blocchi durano più del 50% in più rispetto alla linea di base. Nel secondo, si prevede una seconda ondata del virus nel 2021. Nel terzo, questi elementi sono combinati. Con blocchi più lunghi quest’anno, nel 2020 la produzione globale sarà inferiore del 3% rispetto a quella prevista senza la pandemia. Con una seconda ondata di infezioni, la produzione globale sarebbe del 5% al di sotto della previsione nel 2021. Con entrambe le disgrazie, la produzione globale sarebbe quasi dell’8% al di sotto di quella prevista per 2021. Se quest’ultima possibilità si verificasse, la spesa pubblica nelle economie avanzate dovrà crescere di 10 punti percentuali in più rispetto. Non si ha idea quale si rivelerà più corretta. Ma potrebbe anche andare peggio: il virus potrebbe mutare; l’immunità per le persone che sono state infettate dal virus potrebbe non durare; e un vaccino potrebbe non essere imminente. 

Dobbiamo tenere la malattia sotto controllo, sottolinea ancora Wolf. “Dobbiamo investire massicciamente in sistemi per gestirlo dopo la fine degli attuali blocchi. Dobbiamo spendere tutto il necessario per proteggere le nostre persone e il nostro potenziale economico dalle conseguenze. Dobbiamo aiutare i miliardi di persone che vivono in paesi che non sono in grado di farcela da soli. Dobbiamo ricordare soprattutto che in una pandemia, nessun paese è un’isola. Non conosciamo il futuro. Ma sappiamo come dovremmo provare a modellarlo. Lo faremo? Questa è la domanda. Temo fortemente la nostra risposta.”

com.unica, 15 aprile 2020

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