Oggi riprende l’anno scolastico in 12 Regioni e a Trento. Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Istruzione, sono oltre 8,3 milioni le studentesse e gli studenti che rientrano quest’anno: 7.507.484 negli istituti statali, ai quali si aggiungono i circa 860 mila delle paritarie. Si tratta dei primi dati elaborati sul nuovo anno scolastico, il 2020/2021.

La riapertura non riguarda però tutte le Regioni. Alcune di queste (in autonomia e secondo legge) hanno deciso di anticipare o posticipare l’inizio. Ad esempio hanno già riaperto il 7 in Alto Adige e a Vo’ in Veneto. Friuli Venezia Giulia il 16 settembre, in Sardegna il 22 settembre, altre apriranno dopo le elezioni regionali e il referendum del 20 e 21 settembre, ad esempio: Puglia, Calabria, Abruzzo, Basilicata e Campania il 24 settembre. In Sicilia le scuole riapriranno il 14 settembre, ma si dà la possibilità ai singoli istituto di posticipare al 24 settembre in virtù della autonomia scolastica.

Gli studenti delle scuole statali saranno distribuiti quest’anno in 369.048 classi. Di questi, 876.232 sono iscritti alla Scuola dell’infanzia, 2.384.026 alla Primaria, 1.612.116 alla Secondaria di primo grado, 2.635.110 alla Secondaria di secondo grado. Si registra un leggero calo degli alunni: lo scorso anno erano 7.599.259. Sempre nella scuola statale, studentesse e studenti con disabilità aumentano dai 259.757 di un anno fa ai 268.671 di quest’anno. Di questi, 19.907 frequenteranno la Scuola dell’infanzia, 100.434 la Primaria, 70.431 la Secondaria di primo grado, 77.899 la Secondaria di secondo grado. Nelle Secondarie di II grado statali, 1.327.443 ragazze e ragazzi frequenteranno un indirizzo liceale, 830.860 un Istituto tecnico, 476.807 un Istituto professionale (Adnkronos).

Non sono pochi i problemi che gravano sull’apertura dell’anno scolastico. A cominciare dagli organici non ancora completi: sono 60mila le cattedre rimaste vuote, dopo immissioni in ruolo (ne erano state utilizzate quasi 85mila) e call veloce (si stanno lavorando le 2.500 istanze inviate). Un altro aspetto particolarmente critico è quello legato agli alunni con disabilità: sono 170 mila (il 59% del totale) quelli che all’apertura della scuola non avranno più il docente di sostegno che li seguiva l’anno scorso. In molti casi ne cambieranno nei prossimi mesi anche più di uno. Secondo la Flc Cgil, i ragazzi con disabilità che non troveranno lo stesso insegnante di sostegno saranno all’incirca due su tre.

Altra materia delicata: la misurazione della febbre. Il Ministero ha stabilito che le scuole non misurano la temperatura di personale e alunni, ma che la rilevazione si deve fare a casa. Su questo tema il governo è impegnato in una contesa con la regione Piemonte dove il governatore Alberto Cirio ha emanato un provvedimento che invece impone alle scuole di provvedere (Corriere). Anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha comprato termoscanner per le scuole che lo hanno richiesto al fine di consentire una doppia rilevazione della temperatura. Anche i Comuni di Milano e Roma hanno previsto la misurazione della febbre all’ingresso di nidi e scuole materne che sono di loro competenza. Va aggiunto che molte scuole, autonomamente, hanno deciso di controllare i propri alunni all’ingresso e hanno comprato termometri e apparecchiature per provvedere allo scopo.

com.unica, 14 settembre 2020

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