“I miei cento passi nelle Terre dei Fuochi” di Antonio Marfella
Un libro dedicato al tema dei rapporti fra aumento di certe malattie e inquinamento ambientale. La recensione
Il libro “I miei cento passi nelle Terre dei Fuochi” raccoglie articoli scritti dal luglio 2014 al marzo 2020 dal Dott. Antonio Marfella, scienziato e filosofo. I cento passi sono un percorso di ricerca nel campo sanitario e ambientale principalmente nelle provincie di Napoli, Caserta e Salerno. Iniziò nel 2006, quando il magistrato Federico Bisceglia, che indagava su problemi dell’ambiente, morì per un misterioso incidente automobilistico. La lettura del libro illumina la relazione esistente fra borse, scarpe e vestiti venduti a 20 euro o anche meno e il numero sempre crescente di malati con malattie cronico degenerative, cancri e tumori più o meno trattabili.
Riporto per cenni il contenuto degli articoli, tutti complessi e documentati da numeri e grafici. La frase “Terre dei fuochi” indica: “smaltimento illegale tramite roghi di manufatti del settore pelletterie, scarpe e borse prodotte in regime di evasione fiscale” (genn.2016). Nel maggio 2018 il significato è ampliato “… presa di coscienza civile del fenomeno di smaltimento scorretto non dei rifiuti urbani ma dei rifiuti speciali, industriali e tossici…” 27 agosto 2018: “E’ Terra dei rifiuti speciali senza impianti, senza controllo e con licenza di uccidere” gli uomini, non le “pummarole”, da circa trent’anni.
Ho trovato una parola per me nuova (16 febbraio 2015): il verbo tombare e il sostantivo tombamento profondo. Indicano la tecnica di seppellimento di scorie tossiche, tombate in gran profondità e coperte da uno strato di terra tanto spesso da non contaminare i terreni agricoli. Insomma, il lavoro è fatto con scaltrezza, la “pummarola” e le bufale sono pulite e sane, la pizza è salva e tutelata, molto meno le persone.
Citato spesso il maxi-inceneritore di Acerra, un mostro gigantesco, grande otto volte più degli altri costruiti in Italia, che “…incenerisce non meno di 700mila tonnellate di “munnezza” …e produce 150mila tonnellate di ceneri tossiche da smaltire senza tracciabilità certa” (13-11.2019). Serve a coprire, incenerendo ogni prova, anche gli scarti tossici delle attività manifatturiere in nero. A ciò si accompagna la totale mancanza in Campania di impianti specifici a norma per il trattamento di rifiuti industriali tossici, sebbene ci siano state ripetute richieste nelle sedi istituzionali, Parlamento compreso. Richieste finora non ascoltate, sottostimate e anche denigrate (19-2-2018).
L’articolo del 14 apr. 2017 dà la dimensione degli affari delle ecomafie, in costante aumento per le vendite online: “…dobbiamo stimare a non meno di 6mila tonnellate al giorno i rifiuti speciali prodotti in regime di evasione fiscale da smaltire obbligatoriamente in modo illegale con danno certo alla salute pubblica.” Da aggiungere che gli operai di queste attività producono “a nero” scarpe, borse e vestiti anche delle migliori marche, per 25 euro al giorno.
Lo studio delle cause ambientali della crescente diffusione di alcune malattie gravissime, non casuali, è un modo originale e personalissimo di collegare le esigenze dei cittadini con gli enti locali e lo stato. Per questi l’autore parla di “una continua omissione e/o sottovalutazione del problema ambientale che va contrastata con tutte le nostre forze…” (maggio 2018). “Cancelliamo il termine “Terra dei Fuochi”, ha tuonato il Presidente De Luca in difesa delle “pummarole” proprio durante un immane ennesimo rogo di rifiuti speciali (8 sett. 2018).
La copertina del libro mostra l’immagine di una discarica da cui nasce un braccio con una mano circondati da tanti cuori, la chioma di un albero nato da un mucchio di rifiuti. Bella immagine del pensiero dell’autore che destina i suoi diritti alla diffusione nelle scuole e tra i medici della “Laudato Sì”, la enciclica in cui Papa Francesco spiega l’importanza di una ecologia integrale. Una bella immagine di Papa Francesco circondato da bambini delle Terre dei Fuochi dipinta da Jorit su un muro di Napoli sarebbe un simbolo efficace e duraturo del suo impegno civile.
Nelle ultime pagine del libro l’autore propone una personale modifica del testo di “Fratelli d’Italia” (21-11-2019), perché: “La munnezza tossica ormai nel sangue degli italiani del nord e del sud ci ha reso fratelli molto più del sangue versato dai nostri eroi del Risorgimento”. Cito infine la lettera a Luciano De Crescenzo che lui spera di poter salutare un giorno “nello sfolgorio abbagliante dell’azzurro del mare della Costiera amalfitana”. Con questa bella immagine della sua terra, il Dott. Marfella insieme a Luciano De Crescenzo, dopo la tragedia della Terra dei Fuochi, ci fa sorridere.
Emanuela Medoro, com.unica 20 ottobre 2020